Riccardo Giagni – Kaunis Maa (Archeo Recordings, 2019)

#ANTEPRIMA

Abbiamo dedicato la scorsa puntata di Contemporanea a “Scerizza”, l’originalissimo secondo album di Pepe Maina appena ristampato da Archeo Recordings. Oggi torniamo a parlarvi di questa curiosa etichetta che dal 2014 è impegnata nella riscoperta di oscure e dimenticate “gemme sonore” dal passato, con particolare attenzione per gli artisti italiani. L’oggetto della nostra breve trattazione è la nuova ristampa di “Kaunis Maa”, il primo album del musicologo e compositore romano Riccardo Giagni. Figlio del noto sceneggiatore e regista Gian Domenico Giagni, Riccardo (1956) è anche autore, insegnate e regista attivo sin dalla metà degli anni settanta quando, dopo la laurea in filosofia e gli studi in conservatorio, iniziò una lunga collaborazione con la Rai. Nello stesso periodo si avvicinò al mondo della musica italiana lavorando come produttore, arrangiatore e autore per diversi artisti (Ivan Cattaneo, Grazia Di Michele, Matia Bazar, Cristiano De André e Miguel Bosé). In seguito, si divise tra la fertile attività di compositore di musiche per il cinema e la televisione e l’insegnamento, con significative esperienze in prestigiose scuole e conservatori italiani ed esteri (Conservatorio di Trento, École Supérieure Libre d'Études Cinématographiques, Scuola Internazionale di Alta Formazione di Volterra, Università del Salento). Attualmente è docente a Roma presso l’Istituto Europeo di Design. Nel lontano 1988, ben 31 anni fa, Riccardo Giagni era un giovane compositore alla sua prima esperienza discografica da solista. Uscito quello stesso anno per Stile Libero,“Kaunis Maa” rimane ancora oggi un piccolo capolavoro di musica sperimentale tutto da scoprire che in soli sei brani, riesce a racchiudere molto bene un notevole caleidoscopio di umori. La deliziosa “The Closest Friend” in apertura, definisce molto bene il “mood” generale dell’intero lavoro ed è una composizione caratterizzata da due sezioni ben distinte. A una parte introduttiva dall’atmosfera “rarefatta” e “sospesa”, condotta dalle chitarre di Giagni e dalle tastiere di Paolo Emilio Marrocco e Roberto Colombo, si contrappone un inaspettato sviluppo scandito da una frase ritmica sulla quale “ricamano” chitarre, basso, tastiere e soprattutto, gli incredibili vocalizzi di Antonella Ruggiero. “And I Touch, And I Give” prosegue l’itinerario sonoro con chitarra acustica, sintetizzatori e un’eccellente performance di Paolo Costa al basso. “Donne di Gaugin” conclude la prima parte del vinile aggiungendo alle morbide sonorità ambient del progetto interessanti tinte esotiche valorizzate dalla curiosa voce di Silviano Roggero. L’ariosa “Kaunis Maa” apre il secondo lato dell’album con un interessante mix tra world music e new age ancora dominato da chitarre acustiche, sintetizzatori e percussioni elettroniche. Nella parte conclusiva del pezzo è inoltre presente un’improvvisa e breve sezione condotta da Mauro Pagani, ospite al violino. “La bellezza di un gesto astratto” segue le medesime traiettorie ed è nuovamente caratterizzata dai peculiari interventi della Ruggiero, mentre la conclusiva “Passeggera” è costruita su un loop percussivo impreziosito dalle chitarre di Giagni, dall’ottimo basso di Costa e da singolari inserti vocali. Nel complesso, le sonorità dell’lp sono concilianti, cristalline ed estremamente raffinate. Come altre uscite Archeo anche questa ristampa, che abbiamo ascoltato in anteprima per voi lettori di Blogfoolk, è disponibile in edizione limitata di 300 copie numerate a mano, di cui le prime 100 in vinile bianco e verde. Oltre alle sei tracce dell’album originale, il “nuovo” “Kaunis Maa” aggiunge anche una particolare versione di “The Closest Friend” remixata per l’occasione da Simon Peter. Se volete scoprire qualche curiosità in più, rimanete sintonizzati sulle frequenze di Archeo Recordings.


Marco Calloni

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