Trombonista poliedrico in grado di spaziare con disinvoltura dal jazz alla musica classica passando per il rock e la fusion, Alessandro Tedesco giunge al debutto con la Tǔk Music di Paolo Fresu a coronamento di un percorso artistico in crescendo, nel corso del quale ha messo in fila cinque album a suo nome, due dei quali accompagnati dalle liner notes firmate proprio dal trombettista sardo che ne rimarcava con la ben nota lungimiranza il talento e la brillantezza dell’approccio stilistico. Quelle qualità evidenziate all’epoca trovano oggi esaltazione in “Lifetime”, disco pregevole che vede il musicista campano alle prese con dieci brani autografi, incisi insieme al Low Frequency Quartet, formazione con la quale collabora da dieci anni, composta da Giovanni Francesca (chitarra elettrica), Dario Miranda (basso) e Giampiero Franco (batteria) ed arricchiti dai featuring di Erasmo Petringa (oud), Raffaele Tiseo (violino, viola, violoncello) e Paolo Fresu (tromba). Accolti dalla bella copertina firmata dall’architetto, designer e musicista Benno Simma, l’album svela la sua trama autobiografica attraverso architetture sonore che si reggono sulla forza trascinante del trombone e gustosi intrecci ritmici, il tutto accompagnato da un serrato groove. Durante l’ascolto, si spazia dai ricordi del passato dell’iniziale “Ritmo 75” e “Dream Of A Fisherman” agli spaccati familiari di “In Daddy’s Eyes” e “Woodpecker”, per toccare la superba “Lack Of You”, in cui l’intreccio tra trombone ed elettronica rimanda ad un viaggio cosmico con la chitarra dell’eccellente Francesce ad impreziosire il tutto. Non mancano l’omaggio alla natia Benevento con “Maloenton”, la riflessione sulla ricerca della serenità di “Ukiyo” (termine giapponese che indica il bisogno di distaccarsi per un po’ di tempo dal caos quotidiano), in cui spicca l’oud di Petringa, e quel gioiello che è “Collusion” che mescola spaccati densi di lirismo e potenti groove. L’onirica “Painkiller” con la tromba di Fresu ad incorniciare un brano di grande forza evocativa, suggella un disco dal ricco caleidoscopio sonoro che ben rappresenta la versatilità stilistica del musicista napoletano.
Salvatore Esposito
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