Da tempo il chitarrista sardo mancava su disco: chi non ricorda “Kiterras” (prodotto su musicassetta nel 1990), cui hanno fatto seguito i CD “Meridies” (1999, prodotto da Andrea Parodi) e “Femina ‘e mare” (2007)? È la volta di “Intrinada” (in lingua sarda significa “Crepuscolo”, “Imbrunire”), lavoro dalla lunga gestazione che il settantaduenne musicista, ricercatore a tutto campo sulle corde della chitarra, ha imperniato precipuamente sul suono della sei corde classica, su cui utilizza un’accordatura aperta in DO (nell’album imbraccia anche chitarra synth, Stratocaster, ukulele e percussioni). Il disco è co-prodotto da De Rosas e da Andrea Pica (percussioni, synth, e-bow e batteria). L’olbiese è un’artista dalla notevole tecnica, che nel corso della sua carriera ha inteso sempre superare i recinti stilistici. Si parte con “Genna Sìlana”, che evoca i paesaggi petrosi di un canyon sardo, motivo costruito su stratificazioni di chitarra classica, synth ed elettrica, launeddas (Roberto Tangianu), stick bass (Christian Marras) e percussioni (Andrea Ruggeri). “Passu a Solea” porta già inscritti nel titolo i rifermenti al ballo sardo in combutta con le forme del flamenco. Già in passato De Rosas aveva introdotto le tecniche e le espressioni andaluse nel suo approccio compositivo, giustamente persuaso della possibilità di fondere il mondo musicale isolano con di una Spagna di antica presenza in Sardegna. Ora, con “Intrinada” la relazione diventa ancora più pronunciata. Nella solare e danzante “Remada” entrano la fisarmonica di Giuseppe Mancini, il basso di Lorenzo Agus e le percussioni di Andrea Pica, mentre nel notevole trittico “Pedra Fitta”, “Alguer Morena”, Alguer Blanca” dettano legge le tecniche chitarristiche flamenco, con il sostegno ritmico del contrabbasso e il basso di Antonello Musso e le percussioni di Fabio Demontis. Tocchi di elettronica più incisivi in “Lizu ‘e Mare”, tema che evoca di nuovo immagini della natura della Sardegna, mentre la title track è un sereno, dolce commiato (purtroppo di breve durata: meno di due minuti), nella cui procedura cui aleggia ancora la tradizione chitarristica isolana.
Marino De Rosas: che bel ritorno!
Ciro De Rosa