
Il Galeone di Paola Nicolazzi
Come è noto, Il Galeone prende origine dalla poesia intitolata Schiavi! composta nel 1967 dal partigiano, anarchico carrarese Belgrado Pedrini (1913-1979) durante la detenzione nel carcere di Fossombrone 1. Il 5 ottobre 1974, sulla rivista carrarese Presenza anarchica, senza alcun titolo né nome di autore/trice, viene pubblicato il testo che poi diventerà quello de Il Galeone, un testo con consistenti variazioni rispetto all’originale di Pedrini. Lo stesso anno tale testo viene adattato musicalmente dalla cantautrice anarchica spezzina Paola Nicolazzi (1933-2014), che nel 1978 lo incide con il titolo Il Galeone, nel disco Quella sera a Milano era caldo…Antologia della canzone anarchica. (I Dischi del Sole –DS 1099/01) 2.
Il testo della canzone della Nicolazzi presenta significative variazioni rispetto a Schiavi!, che si possono apprezzare qui di seguito:
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Estratto dal manoscritto di Belgrado Pedrini 3 |
Schiavi!
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Il Galeone
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Siamo la ciurma ignota
d’un galeon mortale,
su cui brontola il tuono
dell’avvenir fatale.
Mai orizzonti limpidi
schiude la nostra aurora,
e sulla tolda squallida,
urla la scolta ognora.
I nostri dì s’involano
fra fetide carene:
siam macri, emunti schiavi,
stretti in ferral catene.
Nessun nocchiero ardito,
sfida dei venti l’ira?
Pur sulla nave muda,
vespero ognun sospira!
Sorge sul mar la luna,
ruotan le stelle in cielo,
ma sulla nostra tomba,
steso è un funereo velo.
Torme di schiavi adusti,
chini a gemer sul remo,
spezziam queste carene,
o chini a remar morremo.
Remiam finché la nave
Si schianti sui frangenti,
alte le rossonere,
fra il sibilar dei venti!
Cos’è, gementi schiavi,
questo remar remare?
Meglio cader da prodi
Sul biancheggiar del mare.
E sia pietosa coltrice
l’onda schiumosa e ria,
ma pera in tutto il mondo
l’infame borghesia.
Falci del messidoro,
picche vermiglie al vento,
sarete i nostri labari
nell’epico cimento.
Su, su, gementi schiavi!
L’onda gorgoglia e sale:
di già balena e fulmina
sul galeon fatale.
Gridiam, gridiam: giustizia,
e libertade o morte 4.
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Siamo la ciurma anemica
d'una galera infame
su cui ratta la morte
miete per lenta fame.
Mai orizzonti limpidi
schiude la nostra aurora
e sulla tolda squallida
urla la scolta ognora.
I nostri dì si involano
fra fetide carene
siam magri smunti schiavi
stretti in ferro catene.
Sorge sul mar la luna
ruotan le stelle in cielo
ma sulle nostre luci
steso è un funereo velo.
Torme di schiavi adusti
chini a gemer sul remo
spezziam queste catene
o chini a remar morremo!
Cos'è gementi schiavi
questo remar remare?
Meglio morir tra i flutti
sul biancheggiar del mare.
Remiam finché la nave
si schianti sui frangenti
alte le rossonere
fra il sibilar dei venti!
E sia pietosa coltrice
l'onda spumosa e ria
ma sorga un dì sui martiri
il sol dell'anarchia.
Su schiavi all'armi all'armi!
L'onda gorgoglia e sale
tuoni baleni e fulmini
sul galeon fatale.
Su schiavi all'armi all'armi!
Pugnam col braccio forte!
Giuriam giuriam giustizia!
O libertà o morte!
Giuriam giuriam giustizia!
O libertà o morte! 5
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Alla ricerca della libertà

Altro elemento interessante è il differente posizionamento degli accenti rispetto alla precedente versione. Come primo esempio prendiamo la seconda voce che raddoppia una terza sopra la melodia base solo dal terzo verso di ogni strofa. Si potrebbe azzardare l’ipotesi che l’ingresso di tale voce sia posizionata in modo strategico per sottolineare le parti salienti di ogni quartina. Oppure per restituire pluralità al racconto: la storia non è riportata da un narratore, ma cantata dagli schiavi tutti.
Dopo il primo minuto si inseriscono molto ravvicinate tra loro la tromba e la batteria. L’impiego dello strumento a fiato manifesta una studiata valutazione che contribuisce in modo significativo ad assegnare al brano le caratteristiche melodiche stridule e per certi versi dissonanti, un aspetto distintivo che richiama al disordine e all’agonia degli schiavi che devono affrontare gli infiniti tormenti sull’osannato galeone.
Ecco che allora si insinua una duplicità importante: da una parte si trovano le due voci con l’accompagnamento della chitarra, dall’altra invece si ha la presenza di strumenti quali la tromba e la batteria. Il primo livello è perfettamente riconoscibile e definito, apprezzabile da un auditorio amatore che non possiede elevate conoscenze musicali. Il secondo invece si presenta più ostico ad un ascolto distratto. È probabile che questo piano intenda comunicare dei messaggi non immediatamente riconoscibili.
Ricercate polifonie

Una visione spettrale
Al carattere solare della versione dei Friser si può contrapporre l’interpretazione del gruppo “post-rock” dei Ronin 13. Pubblicata nell'album Lemming nel 2007 dalla Ghost Records 14, si caratterizza per un tono cupo e caotico, quasi spettrale, grazie anche al ricorso a sonorità strumentali insolite come la sega musicale di tradizione nordeuropea, le cui eteree sonorità e il cui continuo glissando paiono richiamare il mondo dei fantasmi. Associato alla musica il gruppo propone un video assai raffinato realizzato ad hoc dall'artista italiano Ericailcane 15.

Il galeone di Giovanna Marini
L'ultima versione che qui prendo in considerazione è quella del quartetto vocale di Giovanna Marini che fa parte dell’album "Partenze" Vent'anni Dopo La Morte Di Pier Paolo Pasolini 16. Tale versione presenta una melodia diversa rispetto a quella fin qui vista. L’esecuzione è polifonica a quattro voci ed ha un’andatura veloce ed incalzante. Il canto viene accompagnato ancora una volta dalla chitarra. Viene a mancare l’impostazione mentre ben evidente è il gusto per l’elaborazione estetica, per il susseguirsi di ricercati intrecci vocali, variazioni cromatiche e melodiche sapientemente architettati. Il risultato è un brano di alto livello tecnico, certamente destinato ad un pubblico ricercato. Nelle prime due strofe il canto è impostato sull’utilizzo di sole due voci, mentre nella terza se ne inserisce un’ulteriore e dalla quarta in poi si apprezza infine l’ensemble a quattro parti. L’elaborazione musicale non è mai ripetitiva e rivela la sapienza della compositrice romana. Nella struttura testuale vi sono delle rilevanti novità e il testo della Nicolazzi viene stravolto. Cambia quindi il significato del testo e con esso il senso della messa in musica. Lontano dal carattere delle versioni di Ronin o dei Les Anarchistes Giovanna Marini racconta una peripezia con l’obiettivo di poter ritornare in una terra dominata dal riscatto e dalla libertà.
Siamo la ciurma anemica
d'una galera infame
su cui ratta la morte
miete per lenta fame.
Mai orizzonti limpidi
schiude la nostra aurora
e sulla tolda squallida
urla la scolta ognora.
I nostri dì si involano
fra fetide carene
siam magri smunti schiavi
chiusi in ferro e catene.
Cos'è gementi schiavi
questo remar remare?
Meglio morir tra i flutti
sul biancheggiar del mare.
Remiam finché la nave
si schianti sui frangenti
alte le rossonere
fra il sibilar dei venti!
Su schiavi all'armi all'armi!
Pugnam col braccio forte!
Giuriam giuriam giustizia!
O libertà o morte!
E sia pietosa coltrice
l'onda spumosa e ria
ma sorga un dì sui martiri
il sol dell'anarchia.
Forse l’andar lontano
ci darà un sol fermento
potere un dì ritornare
ma sopra un suol redento.
Potere un dì ritornare
ma sopra un suol redento.

Alcune osservazioni per concludere
Proseguendo nella ricerca ho poi riscontrato l'esistenza di parecchie altre versioni del brano, per lo più registrate in studio e inseriti in lavori discografici a testimonianza dell’enorme diffusione de Il Galeone, anche al di là dei confini nazionali. Può anche capitare che il canto venga eseguito nei concerti più diversi e nei festival: un caso fra tutti l’esibizione di Vinicio Capossela, insieme a Francesca Breschi (una delle cantanti del quartetto vocale di Giovanna Marini) e Enza Pagliara, al Festival Eutropia: L’Altra Città 2014. In questo caso, il brano cantato non fa parte del repertorio ufficiale di Capossela, ma, grazie alla sua notorietà, ha costituito la base per una interazione estemporanea fra i tre artisti. Benché il testo del canto sia stato fissato dalla scrittura le modalità esecutive de Il Galeone molto hanno a che fare con le dinamiche della trasmissione orale, e, ça va sans-dire, con i meccanismi del canto politico e di protesta. Basti solo richiamare la versatilità del brano che si presta ai più diversi scenari contestuali. Al di là delle “raffinatezze musicali” prese in considerazione, la memoria orale de il Galeone costituisce il cardine dell’attività di tanti “cori popolari” diffusi nelle varie regioni italiane e impegnati nella pratica del canto di lotta.

Ed è proprio in questa direzione intendo proseguire il mio lavoro.
Giulia Pisu
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1 Cfr. Belgrado Pedrini, “Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni”. Schegge autobiografiche di uomini contro e versi liberi e ribelli, Poesie, Edizioni El Rùsac, Rovereto 2014.
2 Santo Catanuto, Franco Schirone, Il canto Anarchico in Italia nell’Ottocento e nel Novecento, Zero in condotta, Milano 2009.
3 Riprodotto da Pedrini, Noi fummo i ribelli, cit.
4 Il deposito.org (URL consultato il 05-06-2018).
5 Ildeposito.org (URL consultato il 05-06-2018).
6 Il brano è ascoltabile su YouTube (URL consultato il 05-03-2019).
7 Informazioni discografiche in Discogs.com(URL consultato il 05-03-2019).
8 Il brano è ascoltabile su YouTube (URL consultato il 05-03-2019).
9 Informazioni discografiche in Discogs.com (URL consultato il 05-03-2019).
10 Il brano è ascoltabile su YouTube (URL consultato il 05-03-2019).
11 Il brano è ascoltabile su YouTube (URL consultato il 05-03-2019).
12 Informazioni discografiche su ilfioremeraviglioso.bandcamp.com (URL consultato il 05-03-2019).
13 Il brano è ascoltabile su YouTube (URL consultato il 05-03-2019).
14 Informazioni discografiche in Discogs.com (URL consultato il 05-03-2019).
15 Ericailcane, sito ufficiale (URL consultato il 06-06-2018).
16 Informazioni discografiche in Discogs.com (URL consultato il 05-03-2019).
"... cantautrice anarchica spezzina Paola Nicolazzi (1933-2014)"
RispondiEliminaC'è un errore
era nata a Stresa in provincia di Novara, sul Lago Maggiore
EliminaNon avrebbe sfigurato un'analisi più approfondita del testo originale. Ad ogni modo un ottimo lavoro. Grazie!
RispondiEliminaCiao sono il suonatore di sega musicale sul disco dei ronin, grazie per il tuo contributo!
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