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Foto di Eric Legret |
Pure, ci sono Erwan Moal (chitarra), Pierre Muller (banjo e mandolino), Sylvaine Guichen (violino), Yann Pelliet (cornamusa scozzese), Lionel Le Page (biniou) e Youenn Roue (bombarda).
L’organettista suona con diversi assetti strumentali, in solo (“Call to Ireland”, “Sorry Tales”, “Koad Gwernaon” e “Bezvenn Part 1”), in coppia con il chitarrismo eclettico di Pellen (“Pors Nevez” e “Radiation Nevez”: quest’ultimo pezzo era già presente nel disco in quartetto “Mémoire Vive”) e di Moal (“Angelus”). La nuova versione di “Radiation Nevez” e “Angelus” sono tra i temi più espressivi dell’album per il sottile gioco di rimandi e di corrispondenze tra mantice e corde. Poi, ci sono le composizioni in organico di trio, quartetto e quintetto, dove emerge la fluidità nell’interazione tra i musicisti, la capacità di usare i timbri, la sintassi tradizionale e le ornamentazioni per plasmare musica profondamente contemporanea. Qui, tra i titoli migliori, segnaliamo il valzer iniziale “Noces Bretonnes” (in cui suona Lunny), “Koad Freo”, con la combinazione bombarda/biniou, la lunga title track, costruita sui seducenti climi sonori costruiti da organetto, chitarra e violino, i passaggi cangianti di “Trinité”, nonché il plinn/dans fañch “Ker Jouan”, con il flauto in bell’evidenza.
Siamo di fronte a un album di tutto rispetto (pubblicato in una confezione corredata da splendide immagini naturalistiche), chiuso da un suggestivo movimento per cornamusa scozzese nello stile classico del piobaireachd.
Contatti: www.coop-breizh.fr e www.fredguichen.bzh
Ciro De Rosa
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Europa