Paolo Angeli è il proprio strumento: la sua chitarra sarda preparata, un ibrido fra una chitarra sarda, un violoncello e una batteria, con i suoi pedali, le sue ventole e i suoi martelletti; infatti è impossibile scindere l’arte, il genio e l’approccio compositivo del musicista di Palau da uno strumento da lui progettato e di cui è l’unico esecutore. E con l’ultimo album, “22:22 - Free Radiohead”, Paolo dimostra che la sua crescita di compositore, di strumentista e di assemblatore di materiali è ancora costante. “22:22” non è un disco di cover dei Radiohead, i brani dei quali sono meno della metà rispetto al numero complessivo (che fa sempre 22) e, soprattutto, i brani dei Radiohead non sono delle cover in senso stretto, ma piuttosto un pretesto per costruire del materiale originale; il disco, ben 76 minuti di musica, è da leggere come una lunga suite in cui i materiali di Yorke e compagni, si giustappongono e si alternano alle composizioni originali e a tracce dove echeggiano stimoli sonori diversi (per esempio la Gnawa di “Vinagra” e le sonate per kora nella superlativa “Ora Illegale”) in un viaggio che, ovviamente approda anche in Sardegna, con la finale “La Resa” e le belle citazioni di “Lu Pintimentu” (in “Andira”) e ”Notti d’Ea” di don Baignu Pes, grande poeta gallurese del Settecento. La versione di “Notti d’Ea” ricorda molto la resa che ne fece il grande cantadori Ciccheddu Mannoni di Luogosanto, dove si accompagnava solo con un harmonium. Talora i brani di Radiohead sono delle suggestioni, con dei lick o dei riff citati dagli originali che rendono immediatamente riconoscibile il brano (come in “Optimistic”), altre volte è difficile riconoscere il pezzo ispiratore o ancora, come in “Scatterbrain”, pur essendo il tema riconoscibile, l’opera di sottrazione su suono e arrangiamento, lo rende, a tutti gli effetti, un brano nuovo. In altri casi, come accade con”Nude”(dal sottovalutatissimo “In Rainbows”) il brano, qui pomposissimo e effettato, contrasta meravigliosamente con un originale raffinato e quasi etereo. Tra i brani (interamente) di propria composizione, oltre ai già menzionati “Notti d’Ea” e “Ora Illegale”, vanno citati “Kumquat”, con un uso sapiente e non convenzionale dei loop, “Memoria Breve”, che introduce una splendida “Daydreaming” e il frammento “Pulsazioni” che sfocia in una “Burn the Witch” da brividi. Dopo il bellissimo live “Talea” e il distico “Sale Quanto Basta/S’ù”, la discografia di Angeli, aggiunge un altro gioiello; un talento sempre più completo e concreto, sempre più solido dal punto di visto interpretativo e compositivo e coraggioso nell’affrontare un repertorio altrui (i Radiohead, non una barzelletta...) nell’unica maniera possibile: facendolo proprio.
Gianluca Dessì
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