Lars Danielsson & Paolo Fresu - Summerwind (ACT/Egea Music, 2018)

Sarà ricordata come una straordinaria intuizione quella di Siggi Loch, fondatore ed anima dell’etichetta tedesca ACT, di dare vita ad un duo con protagonisti due giganti del jazz contemporaneo: Lars Danielsson, violoncellista e contrabbassista svedese con alle spalle un lungo percorso musicale nel quale ha messo in fila, tra l’altro, otto dischi con eccellenti strumentisti come Arve Henriksen, Nils Petter Molvær, Tigran Hamasyan e Magnus Öström, e Paolo Fresu, trombettista sardo ed icona del jazz di casa nostra, non nuovo ad esperienze in duo come dimostrano gli album con Uri Cane, Ralph Towner e Furio Di Castri. Il risultato di questa collaborazione è “Summerwind”, uno dei dischi più belli ed interessanti di quest’anno, album nel quale il duo è riuscito a racchiudere l’inconfondibile suono del contrabbasso dello svedese e il suo elegante approccio alla melodia con il timbro denso di lirismo della tromba del musicista sardo. Danielsson e Fresu hanno dato vita ad un dialogo improntato alla ricerca della poeticità di ogni singola nota volto ad esaltare non solo l’atmosfera ed il colore delle singole composizioni ma anche e soprattutto la profondità. “Si tratta di fare la cosa giusta al momento giusto", afferama Lars Danielsson, nelle note di copertina. “Questa è la sfida di suonare in duo. In altre parole, in questa difficile figurazione, non puoi nasconderti dietro altri strumenti”. “Adoro suonare con Paolo: è spirituale e il suo suono unico mi porta ad improvvisare in un modo nuovo” sottolinea il contrabbassista svedese. L’essenzialità è, dunque, il concetto portante dei quindici brani che compongono il disco, composizioni nate da una ricerca sonora articolata e coinvolgente al tempo stesso. Aperto dalla superba ed intensissima versione dello standard “Autumn Leaves” con la tromba che disegna la linea melodica sugli arpeggi pizzicati del contrabbasso, il disco entra subito nel vivo con la raffinata “Saluto Dardamente” firmata Fresu, e “Le Matin” di Danielsson nella cui trama nostalgica si ritrovano echi di atmosfere francesi. Se “Stilla Storm” emergono richiami agli stilemi classici del Seicento, la successiva “Jag lyfter ögat mot himmelen” è la rilettura di un inno svedese di fine Ottocento in cui il contrabbasso di Danielsson imprime al brano una scansione ritmica solenne su cui si muove la tromba di Fresu. Si prosegue prima con la rilettura “Un vestido y un amor” del rocker e cineasta argentino Fito Páez i cui riverberi finali che rimandano a certe atmosfere progressive, e poi con la solare “Drexciya”. Vertici del disco sono certamente l’improvvisazione in studio “Dardusó” e le sperimentazioni sonore ambient di “Stanna Tid”, entrambe firmate dai due musicisti e nelle quali si apprezza a pieno la straordinaria portata musicale di questa collaborazione. La ninna nanna malinconica “Sleep Safe and Warm” composta da Krzysztof Komeda per il film “Rosemary’s Baby” di Roman Polansky introduce al vento di Sardegna evocato in “April in Dardegna” ed alla torrida “Amigos” ma altro punto di eccellenza dell’album è la rilettura in chiave jazz della cantata di Bach “Wachet auf, ruft uns die Stimme”. “Dardodentro” e “De La Solitude Mesurée” chiudono un disco pregevole che non mancherà di affascinare e far innamorare quanti vi dedicheranno un ascolto attento. “Summerwind” sarà presentato dal vivo domenica 4 novembre presso il Conservatorio di Milano. 


Salvatore Esposito

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