“Voglio ringraziare il Premio Bindi, perché dietro questo Premio c’è un bel lavoro, interessante, che non finisce mai la sera dell’ultimo spettacolo che si fa; va avanti e questo porta a crescere: a crescere i giovani autori, a crescere i giovani interpreti, che è quello di cui abbiamo tutti bisogno; è così difficile ma non è mai impossibile...”: sono le parole che Ron ha pronunciato durante il set con cui si è chiusa la tre giorni dedicata alla musica d’Autore, che ogni anno, all’inizio di luglio, si svolge a Santa Margherita Ligure, grazie all’organizzazione de Le Muse Novae di Enrica Corsi. E le parole di Ron – che ha ricevuto il Premio Bindi alla carriera – sono perfette per descrivere il senso e l’atmosfera di questo Festival della Riviera di Levante, così bella, ricca, ordinata e coordinata; così colorata e profumata di fiori e di mare dal blu intenso e di gioventù elegante e raffinata (ma purtroppo anche frequentata da qualche signore che per quanto ben vestito, abbronzato e glamour, non ha ancora capito che non si passa davanti ai palchi mentre qualcuno si esibisce e suona... ma questa è un’altra storia!).
Quanto è difficile per la musica di qualità trovare spazi, ma quanto allo stesso tempo non è impossibile; ce ne siamo accorti bene proprio durante l’esibizione di Ron, che ha cantato Dalla, offrendo un cameo del suo tour che promuove l’album “Lucio!”: quanta classe e che emozioni gentili ci ha regalato in una serata mite e serena, in una atmosfera di condivisione amicale, di scambio artistico e culturale, di scoperte e avvicinamenti; e in fondo di queste rassegne è proprio l’aspetto dell’incontro ad essere la parte migliore, ad essere quel che resta, quel che serve, quel che aiuta a crescere, conoscere, scambiare, provare e sperimentare. Non è una prerogativa del solo Premio Bindi, ma a Santa Margherita tutto questo si fa in modo speciale: con gusto, leggerezza e quel tanto di allegria e voglia di stare assieme che fanno tanto bene. E poi il Bindi avvìa un’estate di rassegne musicali, di cui la Liguria è particolarmente e felicemente ricca.
E per restare sulla serata conclusiva di domenica 8, va ricordato anche il set dei Coma_Cose, a cui Zibba – Direttore Artistico del Bindi – ha consegnato il Premio “New Generation”.
Un premio davvero meritato, perché questo Duo dall’anima “lattina” (sic), un po’ rap e un po’ pop, ha mostrato una capacità di scrittura davvero di alto livello e ha coinvolto tutta la platea di ascoltatori, tra giochi di parole e prese di coscienza intelligenti. I Coma_Cose sono i figli dei cantautori degli anni Settanta, senza se e senza ma. E hanno vinto perché arrivano diretti al punto.
E questi non sono stati gli unici momenti fortunati della serata: anche l’improvvisato set che ha visto insieme sul palco Roberta Giallo (vincitrice del Premio l’anno scorso) e Mirko Menna, è stato particolarmente felice e poetico; anche loro hanno saputo ricordare Lucio Dalla con stile, soprattutto con la loro bellissima versione di “Anna e Marco”.
Nella serata di domenica si è esibito anche Lisbona (Luca Fratto), vincitore del Premio Bindi 2018. La gara – alla presenza di una giuria numerosa di addetti ai lavori – si è svolta sabato 7 luglio, tra il pomeriggio e la sera. In tutto ognuno degli otto partecipanti ha cantato tre brani più una cover. Alla fine, oltre a Lisbona, ad essere premiati sono stati anche Elasi (Elisa Massara) - Targa Quirici per il miglior arrangiamento e Targa di Platonica Music per la miglior canzone radiofonica -,
Jack Jaselli - Targa Giorgio Calabrese, assegnata dalla Warner Chappell come miglior autore- e Braschi, che ha vinto il premio del Bando Nuovo Imaie: un tour di otto date in giro per l’Italia. E se la serata di domenica era è stata presentata da Enrico Deregibus, quella di sabato ha visto sul palco a condurre Massimo Cotto. Sullo stesso palco, sabato è anche salito Armando Corsi, che ci ha deliziato con qualche pezzo di Tenco, presentando l’album “Luigi”, realizzato con Roberta Alloisio - purtroppo scomparsa poco dopo la registrazione del disco – e la produzione di Raffaele Abbate. Nel pomeriggio di domenica, anche Patrizia Cirulli ha cantato Luigi Tenco, insieme ad altri autori arrivati nelle ultime posizioni delle classifiche sanremesi, presentando così il suo disco “Sanremo d’Autore”, dopo la presentazione del volume di Paolo Jachia e Francesco Paracchini: “Evviva Sanremo. Il Festival della Canzone italiana tra storia e pregiudizio”.
Ma il Premio Bindi si è aperto in realtà venerdì 6 luglio e in questo nostro resoconto da gambero che cammina all’indietro, non possiamo che raccontare alla fine ciò che è accaduto all’inizio.
Sul palco piccolo del Lungomare, a fianco del Bindi Village, dopo l’esibizione di Francesco Chini (Le Teorie di Copernico) e Chiara Effe, abbiamo goduto della visione di un documentario di Michelangelo Ricci – anche lui si è esibito presentando il suo disco d’esordio “Questo lo so” - dedicato alla Canzone d’Autore vista attraverso gli occhi di chi l’ha amata tanto da inventarsene il nome: Enrico de Angelis, giornalista, storico della Canzone e per più di venti anni responsabile e direttore artistico del Premio Tenco. È stato un momento particolarmente coinvolgente per i presenti alla proiezione: una bella storia che meriterebbe di essere proposta ad una platea molto più ampia di appassionati e addetti ai lavori; ma anche a giovani studenti come strumento didattico, visto che si parla molto negli ultimi tempi di studiare la canzone d’arte nelle scuole.
Per concludere, cos’altro può dare, in definitiva, un Premio in tre giorni, oltre che bellezza, mare, sole, impegno e musica? Lo scopriremo magari il prossimo anno, sempre a Santa Margherita Ligure.
Elisabetta Malantrucco
Tags:
I Luoghi della Musica