Trallallà. Salutando Piergiorgio Faraglia, Sellano, 24 Giugno 2018

Il 24 giugno 2018, a Sellano (Umbria), in uno dei tanti luoghi di magia dei nostri Appennini, c’è stata una festa. Organizzata per salutare Piergiorgio Faraglia, uomo, amico, musicista, amante e studioso dei suoni, cantautore, operatore culturale, volontario del far giusto, buongustaio, artista della generosità. Piergiorgio se ne è andato; magari in bicicletta come piaceva a lui; ovunque sia adesso, avrà una chitarra e tanta voglia di giocare. Nessuno di quelli che ieri hanno buttato un lenzuolo su quel prato immenso - per mangiare, prendere il sole e aspettare la musica - poteva forse immaginare quanta serena bellezza avrebbe respirato, tra nuvole, cielo azzurro e vette addolcite di monti sornioni. In quel prato - tra un mixer, una cassa e una chitarra - passavano cavalli, correvano bambini, volavano aquiloni, qualcuno con pudore ogni tanto versava una lacrima commossa, altri ridevano sinceri. Dei ragazzi di più di cinquant’anni giocavano a pallone. Tutti cercavano Alessandra Parisi, con gli occhi e con le braccia. 
Lei, compagna della vita di Piergiorgio, musicista e cantautrice, con gli occhi un poco erranti ma sempre presente e forte, come – permettetemi di dirlo – solo una donna “che sa” può essere. Alessandra, dalla voce d’oro e dal cuore onesto, dolce e “con le idee chiare”, ha organizzato questa festa per gli amici di Piergiorgio, ma tutti noi che eravamo lì abbiamo pensato a quanti immensi prati come quello, verdi dell’Italia migliore, sarebbero adatti per costruire eventi dove la musica incontra la cultura, l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, la gratitudine: l’amore. Abbiamo in molti sognato di vedere un giorno su quel palco - allestito grazie alla generosità del Comune di Sellano e della Protezione civile – la grande festa della musica all’aperto, tra incontri, jam session, tromboni, tastiere, organetti, tamburelli, bassi, chitarre e voci. Tutte le voci del mondo. Ieri un assaggio commosso. A partire da quello dei ragazzi di Villa Magica, che hanno ricordato e fatto il coro per il loro Piergiorgio: lui infatti dopo il terremoto, proprio lì – a Villamagina di Sellano - ha organizzato le attività di questa ludoteca straordinaria. Ma ad aprire il palco è stato Pino Marino, dopo la sollecitazione a vincere la timidezza della sorella Michela, che ha detto: 
“Nun rompe er cazzo e sòna” - citazione altissima di Piergiorgio, che tagliava così ogni altra discussione e inutile deviazione . E sul palco sono poi saliti i Têtes de Bois, Carmine Torchia, Agnese Valle, Carlo Valente, l’improvvisato gruppo formato da Sara Modigliani, Susanna Buffa, Angelo Pelini al piano e Alessandra Sterpa all’organetto. La Sterpa ha accompagnato anche Alberto Marchetti in una sua riduzione in versi di un racconto di Saramago. Mentre la Buffa ha cantato, con intensa emozione e anche tanto coraggio, una bellissima versione del brano di Faraglia: “Rosso”. E – tra tanti altri – alla fine è salito sul palco Diego Nota, che ha cantato accompagnato da Alessandra Parisi: lei sosteneva di avere poca voce, ma proprio nessuno se ne è accorto. E nessuno si aspettava che l’attore Marco Solari leggesse a un certo punto una lunga lettera di Piergiorgio Faraglia ad Alessandra, scritta quando ancora non si erano nemmeno dati un bacio. Tutti eravamo a conoscenza della poesia del nostro “Faraglione”, ma ieri abbiamo scoperto anche la forza dell’anima delicata eppure folle, appassionata, eppure attenta… sì: attenta alla piuma che vola. Alla fine chi è rimasto ha potuto sentire l’organetto di Alessandro D’Alessandro e la vena lirica di Alessio Bonomo. C’è una bella foto che ritrae gli amici resistenti davanti alla porta dello studio di registrazione a Sellano, dove Piergiorgio era capace di far suonare anche i muri, perché ogni rigidità crollava di fronte alla forza senza confine della musica. Quello studio continuerà a vivere. La musica di Piergiorgio anche. L’uomo nero non vincerà mai. 


Elisabetta Malantrucco
Foto di Elisabetta Malantrucco

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