Targhe Tenco 2018: Gli interventi del Club

Sui dischi a progetto 

Quest’anno è stata introdotta una sesta targa, quella per l’opera collettiva a tema, a nostro parere la più tenchiana perché privilegia le idee su cui costruire un lavoro e lo spirito collettivo e di collaborazione con cui realizzarlo. Crediamo che il mantenimento esclusivo delle altre sezioni rappresenti una visione un po’ decadente e crepuscolare della cultura, quella che erige palizzate in difesa di una malintesa soggettività. Questa sezione costituisce invece uno stimolo al confronto e al lavoro d’équipe. Il Tenco si è sempre mosso su questo terreno, le nostre serate sono composte da molti set e non da singoli concerti, tutti i nostri dischi sono basati su questo principio, da Il volo di Volodja a Seguendo Virgilio, da Roba di Amilcare a Siamo in Tenco. Abbiamo sempre e soltanto prodotto opere collettive. Così dicasi per i libri. L’assenza di questa targa ha rappresentato finora una colpevole discriminazione perché, secondo il regolamento, i lavori collettivi non potevano essere premiati in nessuna categoria. Sarebbero stati esclusi dischi come La vita, amico, è l’arte dell’incontro, o molti delle collane Zodiaco e Albatros che rappresentano opere fondamentali della “canzone d’autore” italiana, anche se non necessariamente del “cantautorato”. Abbiamo introdotto la sesta targa considerandola lo ius solis della canzone d’autore, ritenendo un puro apartheid culturale il mantenimento esclusivo delle cinque targhe tradizionali. Siamo ben consci che la targa è indirizzata a una categoria minoritaria, ma la sua istituzione è uno stimolo e rappresenta il rispetto di un principio democratico: la valorizzazione delle minoranze. 

Sull'esclusione del disco "La mia generazione" di Mauro Ermanno Giovanardi
In merito all’esclusione del disco “La mia generazione” di Mauro Ermanno Giovanardi dai finalisti delle Targhe Tenco, ribadiamo quanto espresso nel Comunicato Stampa pubblicato nel pomeriggio del 20 giugno u.s. e nelle mail di risposta ai chiarimenti sollevati da alcuni dei giurati. Il Club Tenco non poteva far altro che attenersi al regolamento, l’unica indicazione scritta valida per tutti, altrimenti avrebbe compiuto un abuso modificando arbitrariamente norme scritte. Ricordiamo che non è compito del Club indicare in quale sezione l’artista sia candidabile e votabile. Come stabilito dalle modifiche nel meccanismo delle Targhe richiesto da diversi giurati negli anni scorsi, ogni artista poteva scegliere dove autocandidarsi o, ovviamente, ogni ufficio stampa poteva scegliere e dare indicazioni su dove era candidabile e votabile il "proprio" artista. Se però un voto è dato a un album che non rispetta i requisiti di una sezione, ai sensi del regolamento non è da ritenersi valido. Sta dunque al giurato, che conosce l'album e l'artista in questione, sapere in che sezione può essere votato un disco. "La mia generazione" poteva appunto concorrere alla Targa Tenco per il "migliore album pubblicato da un interprete che nel disco canti in prevalenza canzoni non proprie", e difatti alcuni giurati lo hanno votato in quella sezione, però in quella sezione non ha raggiunto il numero di voti necessari per entrare nella cinquina dei finalisti. Nella sezione "miglior album in assoluto" aveva ottenuto un numero di voti sufficiente per entrare nella cinquina dei finalisti, ma il disco non poteva concorrere in quella sezione, essendo un disco di cover. Sull’apposita Commissione Targhe del Club Tenco, di cui era responsabile Mario De Luigi venuto purtroppo a mancare alla vigilia delle votazioni, grava dunque la responsabilità di aver comunicato tra i finalisti della sezione “miglior album in assoluto” un disco che non poteva concorrere in quella sezione. Un errore di cui ci scusiamo e che abbiamo corretto immediatamente appena ci è stato giustamente segnalato.

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