Kabìla – Life (CNI/Materiali Sonori, 2018)

Band italo-libanese composta da Emad Shuman (voce, cori), Mirko Speranzi (voce, piano, tastiere, cori), Adriano Checcacci (batteria, drum machine, percussioni), Gabriele Polverini (chitarre elettriche, acustiche, cori), Cristiano Rossi (chitarra acustica, saz e 'oud) e Marco Chianucci (basso), i Kabìla vantano un ormai decennale percorso artistico intrapreso nel 2008 con il disco di debutto “La città degli alberi” e proseguito con “Oltre Noi” del 2010 e “Yallah” del 2013, il cui successo li ha portati ad esibirsi nei principali festival italiani ed internazionali. A cinque anni dall’ultimo lavoro in studio, il gruppo ha dato recentemente alle stampe il loro quarto album “Life”, finanziato da una fortunata campagnia di crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser e nato dalla sinergia tra CNI Compagnia Nuove Indye e Materiali Sonori, etichette discografiche da sempre attive nell’ambito della world music in Italia. Ispirato a fatti ed eventi visti e vissuti in prima persona dai componenti del gruppo, durante i loro viaggi, il disco raccoglie quindici brani che, nel loro insieme, compongono un concept album che ruota intorno alle vicende di un giovane il quale, in seguito ad un bombardamento, perde tutto insieme alla propria casa ma, dopo una serie di incontri, trova la forza ed il coraggio per ricominciare. Una storia comune a quella delle tante vittime delle guerre nel mondo che vivono costantemente sull’orlo del precipizio ma non perdono mai la speranza in un futuro migliore. Rispetto ai precedenti lavori, questo nuovo disco rappresenta una piccola grande rivoluzione nel sound dei Kabìla proponendo un originale intreccio tra lingue (arabo, inglese e italiano) ritmi e suoni differenti che si dipanano dalla Grecia al Libano passando per l’Egitto ed il Marocco, mescolandosi con rock, prog ed elettronica in una originale fusione tra suoni world, vintage e futuristici. Fondamentale in questo senso il contributo degli ospiti Shady Hasbun: (darbuka, riq mazhar, daff), Francesco “Fry” Moneti (violino), Stratos Diamantis (fisarmonica), Sara Ceccarelli (flauto) e Matteo Bendinelli (effetti sonori). L’ascolto ci conduce, così, dal racconto della vita di tutti i giorni del protagonista (“Un ricordo ritorna parte I”) alla distruzione della sua casa, della sua vita e della sua famiglia (“Polvere impazzita”) per farci toccare con mano la paura (“La paura non inganna”), la solitudine (“Silenzi”) e l’incubo della guerra (“White nightmare”). Entra, poi, in scena la forza di volontà che lo spinge a combattere e a reagire (“Life is goin’ on” per la quale è stato realizzato uno evocativo videoclip diretto da Ibrahim Zeaiter) ma sono gli incontri con una prostituta dal passato difficile (“Carezze” e “Alba su di te”), un soldato pieno di dubbi, un senzatetto e una giovane ragazza madre (“Sun in the rain”) e i ricordi (“Immagini nel Vento” e “Un carillon” a spingerlo a rialzarsi. Verso il finale, la simbolica scalata di una montagna di “The Hermit” e la stanchezza di “Frane” sono le ultime tappe prima di raggiungere la salvezza nella splendida “Il punto più alto” a cui segue l’intensa “Un ricordo ritorna parte II” che chiude il disco. “Life” è, dunque, un disco di grande spessore nel quale l’intreccio narrativo è l’occasione per raccontare non solo il dramma e le ferite che lascia la guerra, ma soprattutto la metafora dell’intera vita dell’uomo, un percorso denso di ostacoli che ci condurrà verso quel “punto più alto” dove regnano pace e speranza. 


Salvatore Esposito

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