Fondata nel 1992 da Riccardo Tesi, Banditaliana sin dai suoi primi passi si è segnalata per l’originalità della sua cifra stilistica, nella quale la profonda conoscenza della musica tradizionale italiana segue di pari passo la costante tensione verso la ricerca e la sperimentazione attraverso i sentieri della world music. Arrangiamenti eleganti, melodie evocative e sorprendenti incastri melodici, uniti ad una particolare cura per il songwriting sono da sempre gli ingredienti che, variamente combinati, hanno caratterizzato il loro cammino artistico nel corso del quale hanno dato alle stampe cinque album pregevoli. Cinque tappe che hanno condotto il gruppo ad essere una delle eccellenze della world music in Italia. A quattro anni di distanza dal pluripremiato ed apprezzatissimo “Maggio”, Riccardo Tesi & Banditaliana tornano con “Argento”, nuovo ed attesissimo album che celebra i venticinque anni di onorata attività. Composto da tredici brani tra inediti, riletture e un toccante omaggio all’indimenticato Gianmaria Testa, il disco sposta ancora più avanti i confini della ricerca del gruppo attraverso quel Mediterraneo che è state of mind ispirativo alla base delle loro composizioni in perfetto equilibrio tra tradizione ed innovazione. Come ogni festa che si rispetti non mancano ospiti d’eccezione: da Paolo Fresu a Mauro Pagani, da Francesco Magnelli a Kepa Junkera passando per le voci delle Donne di “Bella Ciao” Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco e Luisa Cottifogli, per giungere ai tre bassisti Silvano Lobina, Nicola Vernuccio e Mirco Capecchi, alle percussioni di Andrea Piccioni e al vibrafono di Ettore Bonafé. Un tour che prenderà il via il 4 maggio da Bologna porterà Riccardo Tesi & Banditaliana sui palcoscenici italiani. Abbiamo intervistato Riccardo Tesi per farci raccontare questo nuovo lavoro, soffermandoci sulle novità che caratterizzano il suono di Banditaliana, sulle ispirazioni e sul processo creativo del gruppo.
Il titolo "Argento" rimanda ai venticinque anni di attività di Banditaliana. Un disco nuovo è il modo migliore per celebrare questa tappa...
Questo nuovo disco arriva a quattro anni da "Maggio", disco molto fortunato e che considero tra i più belli del nostro cammino e lo confermano anche i riconoscimenti che abbiamo raccolto dal Premio Nazionale Città di Loano a quello di Blogfoolk come disco dell'anno. Ogni tanto ci prendiamo delle pause creative in cui ognuno di noi sviluppa progetti paralleli che esplorano altri aspetti dei rispettivi percorsi. Poi, ci riuniamo e scriviamo insieme un nuovo capitolo della nostra storia. Musicalmente, Banditaliana è un gruppo ancora molto creativo e tagliare il traguardo dei venticinque anni di attività mi è sembra l’occasione giusta per ritrovarci e creare nuova musica.
Quali sono gli elementi di novità di “Argento” rispetto ai dischi precedenti…
Rispetto al passato, dal punto di vista creativo è emerso senza dubbio Gigi Biolcati con cui ho scritto diversi brani a quattro mani. In “Maggio” avevamo scritto già qualcosa insieme ma in questo nuovo lavoro abbiamo avuto modo di scrivere di più insieme e mi sono trovato molto bene. Adoro scrivere a più mani perché mi dà stimoli e mi porta là dove non sarei capace di andare da solo, e non a caso in passato ho scritto molte canzoni anche con Maurizio Geri e in alcuni casi anche con Claudio Carboni. Però quello che poi alla fine è il marchio di fabbrica di Banditaliana, al di là di chi sia il compositore, è il lavoro di arrangiamento e stesure dei brani che facciamo in maniera collettiva.
L’organico di Banditaliana è completato nella sezione ritmica da alcuni ospiti d’eccezione…
Al nostro quartetto base si sono aggiunti alcuni musicisti che hanno contribuito a rendere il sound più corposo e articolato. In particolare abbiamo avuto al nostro fianco tre bassisti: al freatless bass Silvano Lobina, bassista del gruppo di Elena Ledda e storico collaboratore di Banditaliana sin dal primo album; al contrabbasso Nicola Vernuccio che suona nello Swinget di Maurizio Geri e con il suo timbro inconfondibile già presente in “Madreperla”; Mirco Capecchi che abitualmente suona il contrabbasso ma per l’occasione ha suonato il basso elettrico in “Napoli”. La sezione ritmica è stata integrata dalla presenza di Andrea Piccioni, uno specialista dei tamburi a cornice e delle percussioni mediorientali come darbouka, qraqeb e bendir. Mi piace molto integrare i suoni della batteria con percussioni di questo tipo anche perché conferiscono al groove un sapore mediterraneo adatto al suono di Banditaliana.
Come si è indirizzato il vostro lavoro durante le sessions di registrazione?
Da "Madreperla" in poi abbiamo cominciato a fare i dischi homemade, sempre con la consulenza e supervisione di Stefano Melone che poi ha curato il mix. Registrando da soli siamo nel contempo musicisti, fonici e produttori, insomma abbiamo riunito tra noi tute le figure che accompagnano l’uscita del disco. Questo ci permette di avere un maggiore controllo su ogni fase della produzione e della registrazione e di conoscere ogni dettaglio della musica che viene fuori nota per nota.
Rispetto al passato negli arrangiamenti spicca uno strumento insolito suonato da Gigi Biolcati…
La grande novità di “Argento” è proprio la GGtarra, una specie di chitarra inventata da Gigi Biolcati per integrare il suo set di percussioni e che lui suona con una bacchetta. Questo strumento particolarissimo ha caratterizzato il suono del disco, lavorando in parallelo con la chitarra di Maurizio Geri ed inoltre molti dei brani li abbiamo scritti utilizzando la GGtarra associata alle percussioni che Gigi suona in contemporanea con i piedi.
"Argento" è un disco di musica nuova ma guarda al passato a partire da "Anar Passar" che arriva da "Anita Anita"...
“Anar Passar” è una canzone di Jean Marie Carlotti che ho registrato per la prima volta nel 1988 per il progetto “Anita Anita” e già allora mi era rimasta nel cuore. Stimo moltissimo Jean Marie e lo ritengo uno dei più originali autori del panorama europeo non a caso con Banditaliana gli avevamo già reso omaggio nel primo disco riprendendo “Anita”. “Anar Passar” è un riuscito esempio di canzone mediterranea e non a caso l’avevo inserita anche nei concerti di “Cameristico” durante i quali era interpretata da Luisa Cottifogli. La mia idea però era quella di suonarla con Banditaliana perché la sentivo molto adatta al nostro suono, ma era piuttosto difficile da realizzare perché ha dei ritmi abbastanza complessi. In questo caso abbiamo trovato il modo giusto per riproporla e a completare il tutto c’è Gigi Biolcati nei panni del cantante solita, forte dell’esperienza maturata con il suo primo disco “Da Spunda”. Mi è sembrato che la sua voce fosse la più adatta a cantarla, tanto è vero che lo stesso Maurizio Geri ha suggerito di farla interpretare a Gigi, non fosse altro che da piemontese si trova più a suo agio con il testo in occitano. Mi ha fatto piacere ritrovare anche Jean Marie Carlotti che è presente come voce recitante, mentre Mauro Pagani, uno dei miei miti musicali, suona una straordinaria parte di bouzuki che ha influenzato poi quello che è stato l’arrangiamento finale del brano.
Il saltarello “Ciociaria” vi vede incrociare il prog-rock…
Il saltarello è un ballo tradizionale che conosco bene per averlo suonato sin dal mio primo disco, e “Ciociaria” unisce l’amore per la musica tradizionale con quello per il progressive perché ci sono molti passaggi che evocano direttamente quel tipo di musica. Mi piaceva questo particolare connubio che ha preso vita da uno spunto ritmico iniziale di un’improvvisazione di Gigi Biolcati al chitarrino e alle percussioni, poi si è aggiunto Claudio Carboni con delle frasi che aveva scritto ed in fine ne ho aggiunte altre io.
E’ un brano nato dalla scrittura collettiva e lo stacco finale è una citazione da “La Famiglia Addams”, nata per scherzo alle prove ma che poi abbiamo deciso di tenere.
Dopo aver fatto rotta verso “Galata” la nave di Banditaliana approda a “Napoli” …
Il testo lo ha scritto Maurizio Geri che si conferma ormai come il paroliere ufficiale del gruppo. La musica, invece, era nell’aria da molto tempo e ha trovato la sua quadra di recente. Avevo cominciato a scrivere questo brano, credo, una decina di anni fa e nel tempo ha assunto diverse forme musicali, finché grazie a Gigi Biolcati siamo riusciti a sistemarla dal punto di vista musicale.
L’ispirazione viene dal ritmo di tammurriata , uno dei più rock della tradizione, e su questo aspetto devo dire che abbiamo un po’ spinto il piede sull’accelleratore. La canzone parla di marinai e mar mediterraneo ed è un argomento a noi caro perché è il nostro punto di riferimento culturale e musicale.
“Argento” è un disco di grandi melodie ed in particolare splendide sono “Bradipo Re” e “Donna Tita” che è dedicata a tua figlia Anita…
Quando si scrive qualcosa non si sa mai come è finché non ti tocca il cuore e allora vuol dire che la melodia ha fatto centro e così la tieni, la suoni. “Bradipo Re” non ricordo nemmeno quando l’ho scritta, però, ad un certo punto ho sentito che era una melodia importante e sono molto contento di come sia venuta. Lo stesso discorso lo posso fare per “Donna Tita” che, invece, ricordo esattamente quando l’ho composta. Ero a Catania, ospite a casa di Rita Botto, grande interprete siciliana e amica preziosa, e dopo un pranzo fantastico a base di polpette di melanzane è arrivata questa melodia che mi sono appuntato sul telefonino perché mi convinceva e piano piano poi l’ho rielaborata, finché non è venuto fuori il brano così com’è. Tra l’altro è stato l’ultimo brano che abbiamo inciso, l’arrangiamento lo abbiamo fatto in studio e l’abbiamo registrata dal vivo di getto con Maurizio. Successivamente abbiamo aggiunto il vibrafono, questo è uno strumento che mi è rimasto nel cuore, come del resto mi è rimasto nel cuore la collaborazione con Ettore Bonafè, percussionista storico di Banditaliana, un musicista con il quale abbiamo condiviso quindici anni di strada e siamo sempre ottimi amici. Ci fa sempre piacere averlo nei nostri dischi e qualche volta, spero, ci raggiungerà anche sul palco.
“Puma” è invece un brano più meditativo…
La parte inziale era una melodia di Gigi. E’ arrivato con questa melodia che mi ha subito preso perché era molto evocativa e l’abbiamo sviluppata portandola un po’ a spasso tra Sudamerica e Oriente per poi ritrovarla nel finale dopo una breve visita ai manouche alsaziani .
Nel disco non mancano ritmiche asimmetriche come in “Giri” dove toccate l’etnofunk e il 7/8 di “GiginaGina”…
Sono per noi ritmi usuali perché abbiamo sempre lavorato con ritmi asimmetrici come quelli della musica balcanica, fin dal nostro primo album. La tradizione è una fonte di ispirazione, una base di partenza per comporre qualcosa di nuovo, di completamente diverso. Questo fa parte del nostro processo creativo. Del resto, ascoltando molte cose è normale che di esse si trovi traccia in quello che facciamo. La nostra, però, non è mai una scrittura calligrafica perché cerchiamo di fare qualcosa che ci appartenga, ci contraddistingua e abbia i colori di Bandiataliana. "Giri" lo considero il brano seminale del disco perché è nato durante un’improvvisazione tra me e Gigi nella mia cantina e a partire da questo abbiamo iniziato a scrivere il resto.
In “Nord Est” spicca la partecipazione di Kepa Junkera eccezionalmente alle percussioni…
Kepa Junkera è uno dei migliori organettisti del mondo, complice nel progetto Samurai e musicista simbolo della musica basca. Recentemente, però, ho scoperto che è anche un grandissimo percussionista e così l’abbiamo invitato a suonare la txalaparta, una specie di marimba tradizionale dei Paesi Baschi che ha impresso al brano un sound molto particolare.
In “Polvere di Gesso”, “Bianco” e “Miniera” ritorna la figura di Gianmaria Testa…
Gianmaria era uno dei nostri cantautori preferiti e con lui abbiamo lavorato in molte occasioni e sempre con grande piacere. Alcune sue canzoni hanno fatto parte in passato del repertorio di Banditaliana, e, anche se non le abbiamo mai incise, avevamo l’abitudine di suonarle dal vivo. “Polvere di Gesso” è una canzone bellissima e sono molto legato a questa versione perché Maurizio l’ha cantata in modo molto personale trovando il suo modo di interpretarla. E’ davvero difficile rileggere un brano quando si ci confronta con grandi voci come quella di Gianmaria. Devo dire che Maurizio ha questa vocalità molto intensa che era apprezzata anche dallo stesso Gianmaria il quale lo considerava uno dei pochi di cui amasse le riletture delle proprie canzoni.
Ad impreziosire il tutto abbiamo avuto un Paolo Fresu straordinario con i suoi interventi alla tromba , un intervento di grande poesia in cui hai netta sensazione che non abbia sprecato nemmeno una nota. C’è poi anche “Il Bianco”, questa bella canzone di Maurizio Geri che io adoro perché ha un testo bellissimo e che nella versione originale uscita sul suo “Ancora un ballo” era cantata in duetto con Gianmaria. Da ultimo ancora “Miniera”, una canzone degli anni Trenta di Bixio e Cherubini che parla di minatori e immigrazione e che ormai appartiene al repertorio del ballo liscio. Proprio quando suonavamo il disco “Un ballo liscio” in concerto ogni tanto facevamo “Miniera” e una volta ci raggiunse sul palco anche Gianmaria. Parliamo di venti anni fa e da allora questa canzone era nell’aria ed aspettava solo di essere registrata. Visti i brutti tempi che corrono ed il razzismo crescente ci è sembrato un buon momento per pubblicarla. In effetti in questo disco c’è un bel po’ di Gianmaria Testa e questo ci aiuterà certamente a sentirne meno la mancanza.
Nel disco non poteva mancare uno sguardo sull’esperienza di Bella Ciao di cui “Donna Guerriera” sembra una sorta di outtakes…
Vero. E’ un brano che viene dallo spettacolo “Crinali” che era rimasto lì perché non c’era spazio nel disco ma ci piaceva molto. Claudio Carboni, visto il testo, ha avuto l’idea di farlo cantare dalle donne di “Bella Ciao” che normalmente sul palco sono tre. Nel corso dei sessanta concerti che abbiamo fatto in giro per l’Europa, però, Luisa Cottifogli in alcuni casi ha preso il posto di Ginevra Di Marco e quindi in realtà le abbiamo chiamate tutte e quattro. Devo dire che hanno cantato in maniera fantastica questa ballata tradizionale impreziosita da un bellissimo intervento di Francesco Magnelli al piano elettrico a testimonianza del suo gusto ed intelligenza musicale.
Concludendo come porterete in tour questo disco?
Porteremo in tour il disco con la formazione classica di Banditaliana perché i brani sono nati in questo modo, vivono di vita propria dal vivo e camminano da soli. Speriamo, però, di invitare qua e là i musicisti che ci sono venuti a trovare durante le sessions per creare degli eventi speciali.
In questi giorni prenderà il via una piccola tournée di presentazione in quartetto,… vi aspettiamo!
Riccardo Tesi & Banditaliana – Argento (Visage Music/Materiali Sonori, 2018)
La sensazione che si ha sin dal primo ascolto di “Argento”, sesto album di Riccardo Tesi & Banditaliana, è di essere quella di essere di fronte ad un classico, un grande classico. Uno di quei dischi che difficilmente passano agli archivi, ma ai quali ritornare costantemente nel tempo per coglierne sfumature e suggestioni sempre nuove. Frutto di un intenso processo creativo che ha visto il gruppo lavorare ai vari brani in diverse combinazioni, questo nuovo album raccoglie tredici brani, tra composizioni inedite e riletture, registrati tra ottobre 2017 e febbraio 2018 nell’Officina Geri a Pontepetri (Pt) che, nel loro insieme, compongono le tappe di un viaggio sonoro che si snoda tra il passato e il presente, tra latitudini e longitudini musicali differenti con Banditaliana intenta a sperimentare intriganti soluzioni ritmiche e a tessere superbe melodie. In questo senso a spiccare è tanto l’apporto compositivo di Gigi Biolcati che, con la sua GGtarra, ha rappresentato la molla ispirativa di diversi brani, quanto la particolare cura per le ritmiche con la complicità dei tre bassisti Silvano Lobina, Nicola Vernuccio e Mirco Capecchi e del percussionista Andrea Piccioni. Ad arricchire l’organico di Banditaliana, nei vari brani, è la presenza di alcuni ospiti come Paolo Fresu, Mauro Pagani, Francesco Magnelli, Kepa Junkera, Ettore Bonafé, Andrea Salvadori e le voci delle Donne di “Bella Ciao”: Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco e Luisa Cottifogli. “Argento” si apre con lo sguardo rivolto al passato a quel gioiellino che era “Anita Anita” registrato nel 1988 e nel quale spiccava “Anar Passa” del cantante e poeta occitano Jean Marie Carlotti che in questa nuova versione che riprende l’arrangiamento di Patrick Vaillant, brilla per la partecipazione al bouzuki di Mauro Pagani e per l’ottima prova vocale di Gigi Biolcati, eccezionalmente anche nei panni del cantante, oltre che di architetto del ritmo. Dall’Occitania si arriva nel Lazio con il saltarello in salsa prog “Ciociaria” nella quale la GGtarra di Gigi Biolcati dialoga con le corde di Maurizio Geri e l’organetto di Riccardo Tesi accompagnandoci verso il finale con l’imperdibile citazione sonora dal film “La famiglia Addams”. Banditaliana prende, poi, il largo verso le coste della Campania e con “Napoli” ci regala una canzone in cui rock e ritmo di tammurriata si intrecciano al testo di Maurizio Geri che evoca storie di mare e marinai. La linea melodica misteriosa di “Bradipo Re”, incorniciata dal dialogo tra l’organetto di Riccardo Tesi e il vibrafono di Ettore Bonafé, ci introduce a “Giri”, brano nato da una improvvisazione nei territori etnofunk con la GGtarra di Biolcati e diventato poi uno degli pilastri nell’architettura del disco. Uno dei vertici di “Argento” arriva con l’intensa versione di “Polvere di Gesso”, dal songbook di Gianmaria Testa, magistralmente interpretata da Maurizio Geri ed impreziosita dalla sontuosa tromba di Paolo Fresu. Si prosegue con l’elegante e sinuosa melodia di “Donna Tita” che Riccardo Tesi dedica alla figlia Anita, e nella quale ritroviamo Ettore Bonfafè al vibrafono che fa da preludio a “Donna Guerriera”, ballata tradizionale dell’Appennino Tosco-Emiliano nella quale si narra della storia di una ragazza che si traveste da uomo per andare in guerra al posto del padre. A guidare il brano sono le voci delle donne di “Bella Ciao” Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco e Luisa Cottifogli con il piano elettrico di Francesco Magnelli ad arricchire lo splendido arrangiamento di Banditaliana. Le scintillanti suggestioni melodiche e il ritmo balcanico in 7/8 di quel gioiellino che è “Ginagina” ci schiudono le porte alla raffinata rilettura di “Miniera”, brano degli anni trenta firmato da Bixio e Cherubini e già inserita nello spettacolo “Un ballo liscio” e al gustoso strumentale “Nordest”, un forró brasiliano in cui scopriamo Kepa Junkera che, nei panni del percussionista si divide tra txalaparta, pandereta, latta. “Puma” con la sua linea melodica introspettiva e la nuova fascinosa versione de “Il bianco” di Maurizio Geri tratta da “Ancora un ballo” completano un disco dalla bellezza superba che fotografa lo stato di grazia di Banditaliana. Assolutamente consigliato!
Salvatore Esposito
Foto di Fabrizio Carollo