La “scolaresca avant-rock” palermitana ha superato gli esami a pieni voti con questo “Kinderheim”, un progetto che in diciassette brani (con sorpresa finale) propone un interessantissimo melting-pot sonoro con rimandi alle gloriose architetture di Henry Cow, Art Bears, Robert Fripp e Frank Zappa, qui opportunamente sezionate, “shakerate” e filtrate da un sestetto di musica da camera diretto da David(e) Nino Urso Mezzatesta aka Mezz Gacano, perfetto maestro delle cerimonie del brioso plotone. Compositore, chitarrista, pittore, falegname certificato e carpentiere, Mezzatesta riesce a passare con disinvoltura dal grindcore alla musica elettronica da installazione artistica, senza dimenticare gli importanti insegnamenti di band come: King Crimson, Gong o Mr.Bungle, tra le molte. Da oltre un ventennio è protagonista e attivo promotore di numerosi progetti ed Ensemble (Multimedial Stigghiolizing Enterprise, Tchazart, Katerba) che esprimono una visione musicale libera, creativa e sempre condita da una generosa (e fondamentale) dose di “babbìo” come la definisce, ossia, quella paradossale e indistricabile mistura di ironia e serietà, leggerezza e grevità, metafisica e corporeità, che accomuna la creatività resistente palermitana. Giunto al quinto album, con “Kinderheim” Mezz Gacano compie un appassionato lavoro di sintesi raccogliendo brani composti in più di vent’anni di attività che prendono vita grazie al contributo di un corposo cast di musicisti, alcuni dei quali già collaboratori di Almendra. Segnaliamo tra i moltissimi: Lavinia Garlisi, Dario Compagna, Beppe Viola, Roberta Milano, Mauro Greco, Ornella Cerniglia (di cui vi consigliamo il recente E.P per pianoforte “l’attesa”) Gianmartino della Delizia, Davide Pendino, Luca La Russa, Simone Sfameli e Francesco Tavormina. Ci sono anche gli ospiti speciali: Tommaso Leddi (Stormy Six), Gianni Gebbia, Giovanni Di Giandomenico, Giorgio Trombino (Furious Georgie, Haemophagus, Elevators to the Grateful Sky, The Smuggler Brothers), Ruhi Nokoda, Marco Monterosso (La Banda di Palermo, Airfish), Yu Suwon, Valerio Mirone e Simone Giuffrida (Utveggi), Lucio Villanti, Danilo Romancino, N'Hash (ottimo il remix di “Ospedale Spichiatrico”) e Naiupoche. Nella scherzosa foto-collage interna del booklet, i partecipanti sono ritratti come in una scolaresca che, ricorda Mezz, «parte da lontano, sia per quel riguarda lo spazio-tempo che per le “risorse umane”. “Kinderheim” è un incontro, un’occasione di comunicazione aperta tra musicisti jazz, concertisti, producer elettronici, artisti Fluxus e molto altro, una testimonianza di come Almendra guarda alla musica oggi. Il quinto album di Mezz Gacano è un lavoro particolarmente importante e significativo anche perché nato tra le mura dello Zeit Studio, l’atelier creativo della label palermitana. Prodotto da Luca Rinaudo e Gacano stesso, “Kinderheim” è un’ubriacante amalgama di suoni, in cui partiture per piccola orchestra da camera sono improvvisamente scosse dalle improvvise sterzate elettriche di Mezz Gacano con un risultato originale. Chiaro è il legame con il miglior R.I.O, a testimoniarlo sottolineandone ancor più l’affinità c’è la conclusiva “Bitter(n) Stormy Over Vesuvio” che omaggia gli Henry Cow di Unrest accreditando persino Fred Frith. Il cerchio si chiude... In definitiva, “Kinderheim” mette in comunicazione una molteplicità estremamente variegata di esperienze, modalità espressive e linguaggi, lo fa con un equilibrio miracoloso, lasciando persino spazio a spassosi divertissement che confermano la piacevole vena Dada dell’ensemble. Curioso anche il “Pollock alla caffeina” d’autore in copertina, realizzato da Antonio Cusimano, in arte 3112htm.
Marco Calloni
Tags:
Contemporanea