Il 2017 è un anno ricco di interessanti progetti per Hans-Joachim Roedelius.
“Einfluss”, recentemente pubblicato per la prestigiosa Deutsche Grammophon, immortala su disco il sodalizio del maestro con Arnold Kasar, musicista versatile e creativo con alle spalle svariati progetti solisti legati all’etichetta Berlinese Sonar Kollektiv e altrettante collaborazioni (Friedrich Liechtenstein, Nylon). Per chi non lo conoscesse, Hans-Joachim Roedelius è una colonna portante della musica tedesca da quando, nel lontano 1968 fondò lo Zodiak Free Arts Lab insieme a Conrad Schnitzler e Boris Schaak. L’edificio, situato nel distretto Berlinese di Kreuzberg, fu una vera e propria fucina per le sperimentazioni artistiche più audaci, in un momento in cui la Germania post bellica stava definendo un nuovo linguaggio dal “modus espressivo” completamente personale. Lo spazio era suddiviso in due grandi stanze, quella della socializzazione e dell’incontro, dipinta completamente di bianco e quella nera dell’improvvisazione, dove erano stipati una moltitudine notevole di strumenti, casse e amplificatori. Molti gruppi e artisti frequentarono assiduamente lo Zodiak (o Zodiac): dai Tangerine Dream, agli Agitation Free, da Schulze ai Kluster; proprio qui, Roedelius incontrò l’indimenticato compagno di esplorazioni musicali Dieter Moebius, iniziando una lunga e fruttuosa collaborazione che continuerà con Cluster e Harmonia, sino a incontrare a un certo punto anche Brian Eno…
Si potrebbero scrivere pagine e pagine ma questo sintetico resoconto storico è fondamentale per contestualizzare il progetto di cui vi raccontiamo qualche curiosità. Oggi, sono passati molti anni e molte ere musicali da quel 1968, eppure, il pianoforte preparato di Roedelius e l’elettronica di Kasar, ci offrono qualcosa che mantiene intatto quello spirito esplorativo, dove fare musica significava (e significa) riuscire a catturare la magia dell’attimo calibrando: spontaneità, controllo, dedizione all’ascolto e interazione, capacità che devono essere condivise reciprocamente mirando a un equilibrio miracoloso dove nessuno prevale sull’altro.
“Einfluss” raggiunge l’obbiettivo regalandoci 19 brevi brani di rara bellezza che si susseguono in continuità, dove gli interventi pianistici di Roedelius mantengono la tipica e fragile grazia, fondendosi con le ambientazioni sintetiche di Kasar, in grado di esaltarne al meglio i timbri legnosi e vellutati.
Il pianoforte, strumento principe dell’intero progetto, spesso condiviso da entrambi i musicisti, è opportunamente preparato con l’inserimento di un’asse mobile rivestita in feltro tra i martelletti che conferisce all’album un suono molto intimo e rarefatto.
In conclusione, questa collaborazione tra Roedelius e Kasar entra a pieno diritto tra le migliori produzioni dei musicisti ed è una delle cose più belle che questo 2017 ci abbia donato sin ora.
Gioiosa trascendenza.
Marco Calloni
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Contemporanea