Giovanni Mattaliano – Spirit (jazzliveimprovisation, 2017)

In questo nuovo lavoro, il clarinettista e compositore siciliano Giovanni Mattaliano ci conduce in un’ambientazione sonora dove si incontrano linguaggi e modalità espressive disparate. Sensibilità classica, istinto jazz e indagine etnica, sono gli assi portanti di “Spirit” un progetto multiforme che sfugge da facili etichette e sintetizza l’abilità strumentale e compositiva del suo autore, docente di clarinetto jazz presso il conservatorio di Palermo, multiforme strumentista e collaboratore (Sting, Giorgio Gaslini, Paolo Fresu, Natalie Cole). Il corposo ensemble di nove elementi che qui lo accompagna è composto da: Enzo Puccio, pianoforte e synth, Davide Mazzamuto, violino, Giovanni Punzi, clarinetto, Antonino Anzelmo, clarinetto basso, Gianluigi Cristiano, chitarra classica, Gabriele Giambertone, chitarra acustica, Daniele Schimmenti, hang drum, percussioni, Massimo Patti, contrabbasso e Giuseppe Urso, batteria, abili musicisti capaci di eseguire con sensibilità le composizioni del clarinettista valorizzandone le ottime melodie. “Spirit” è un album ma di per se potremmo definirlo più un viaggio, un riflesso delle molteplici esperienze (non solo musicali) di Mattaliano, l’ incontro di suoni e luoghi che parte dai Balcani per giungere al nord Africa sino alla Cina e al nord Europa, posti con culture e identità ben definite quindi, che qui diventano anche stimolo creativo e fonte per la composizione dei brani. Nel corso dei suoi undici pezzi, l’album lascia spazio tanto alle incursioni tradizionali di “Bulgaro” o “Arabian Mood”, quanto agli episodi jazz più meditativi di “Tired” per esempio, che sembra evocare quel caratteristico senso dello spazio e della profondità tanto cari a Manfred Eicher e alla ECM. “Spirit” tenta di travalicare il confine guardando al di la, dobbiamo constatare la particolare grazia nel farlo con estrema naturalezza e senza forzature. 


Marco Calloni

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