Girma Bèyènè & Akalé Wubé - Mistakes on Purposes (Buda, 2017)

È stato un giugno speciale per il compositore, pianista e cantante etiope Girma Bèyènè. Il 5, in compagnia del gruppo Akalé Wubé, ha registrato il tutto esaurito per il concerto sul palco “Apollo” del “Music Meeting di Nijmjgen. Poi, fra l’8 e l’11, quattro concerti insieme in Etiopia, compreso il Teatro Nazionale di Addis Abeba. Due le celebrazioni: il ritorno sulle scene e in sala d’incisione di uno dei compositori e arrangiatori più prolifici degli anni Settanta e, proprio con il suo nuovo album, “Mistakes on Purpose”, la distribuzione del trentesimo cd della collana “Ethiopiques”, affidata dall’etichetta Buda a Francis Falceto. Fa un certo effetto vedere tutte in fila le trenta colorate copertine “Ethiopiques” e ritrovare Girma Bèyènè in due precedenti album: “Éthiopiques Volume 8: Swinging Addis” (2000) e “Éthiopiques Volume 22: Alèmayèhu Eshèté” (2007). Quello appena realizzato è il primo a suo nome e anche il primo che non ripesca materiali già incisi in precedenza. Il trentesimo “Ethiopiques” segna, infatti, una nuova collaborazione: quella con i francesi Akalé Wubé, gruppo devoto alla musica etiope e già avvezzo a interagire con grandi interpreti della musica africana, da Manu Dibango a Cheick Tidiane Seck. Tre e tutti ad alta energia gli album precedenti: “Akalé Wubé”, “Mata” e “Sost” (http://www.akalewube.com/discography.html), con una formazione che da otto anni gira compatta e vede il basso elettrico di Oliver Degabriele e la batteria di David Georgelet a sostenere un trio di improvvisatori d’eccezione: Loïc Réchard alla chitarra elettrica, Etienne de la Sayette ai sax e al flauto, Paul Bouclier alla tromba e al krar, la lira del Corno d’Africa. Un quintetto capace di assecondare il solista, così come di improvvise fiammate psichedeliche e di aprire spazi improvvisativi. Non sorprende che Falceto abbia cercato loro per riportare i riflettori su Girma Bèyènè, incidendo insieme a fine 2016 quattordici brani. “Enkèn yèlélèbesh”, quarta traccia del CD, rende bene il groove di questo sodalizio e regala nel video che accompagna il brano alcuni frammenti del viaggio sonoro e umano di questi musicisti. Si tratta di un viaggio speciale per Girma Bèyènè, occasione, non frequente, per visitare nuovamente l’Etiopia. La lasciò nel 1981, invitato dal produttore Amha Eshèté a tenere alcuni concerti negli Stati Uniti con la Wallias Band e i cantanti Mahmoud Ahmed, Gétatchèw Kassa e Wubishet Fisseha. Scelse l’esilio e fu solo nel maggio del 2008 che ebbe modo di rivedere il suo Paese, in occasione del Settimo Festival Musicale Etiope. L’album sa accostare abilmente i pieni orchestrali e le melodie volentieri solari e romantiche in brani come Ené Nègn Bay Manèsh, in cui Girma Bèyènè sa ricavarsi anche i suoi spazi di improvvisazione al piano. All’interazione squisitamente strumentale sono dedicati due brani, “Muziqawi Silt” e “For Ahma”,) in cui il gruppo rilegge la poesia e l’energia del compositore Akalé Wubé. Fa storia a sé “Mèlèwètesh Menèw”, narrazione che esprime un sentimento rivolto forse ad una compagna, forse ad una nazione: «speravo avremmo rispettato il nostro voto a restare sempre insieme». 


Alessio Surian

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