Lee Konitz – Frescalalto (Impulse!, 2017)

La statura artistica e l’esperienza di Lee Konitz non sono certamente un mistero; in settant’anni di carriera, il musicista americano, ha attraversato una sostanziale parentesi di storia jazz e non solo, collaborando con: Stan Kenton, Lennie Tristano, Miles Davis, Charles Mingus, Dave Brubeck, Chick Corea e moltissimi altri… Una lista sostanzialmente infinita che ha la sua lontana genesi nella metà degli anni quaranta, quando, dopo anni di pratica e desiderate ambizioni, Lee sostituì Charlie Ventura nella Teddy Powell Band diventando a tutti gli effetti un sassofonista professionista che tesserà nel corso degli anni un’articolatissima rete di rapporti e scambi artistici, senza mai nascondere il sincero amore per gli standards, le big bands e la fascinosa impronta cool jazz del suo collaboratore e maestro Lennie Tristano. “Frescalalto”, prima pubblicazione Impulse! per il jazzista, ritorna proprio qui, dove tutto iniziò. Konitz, qui affiancato dal pianista Kenny Barron, dal contrabbassista Peter Washington e dal batterista Kenny Washington, già collaboratore del maestro nel 1977, ripercorre con grande maestria e rodata esperienza alcuni classici standards intervallati da composizioni proprie, si segnala il classico di repertorio “Kary’s Trance”. Nel complesso, si percepiscono emozione e confortevole tepore, accresciute dalla deliziosa naturalezza di una strumentazione rigorosamente acustica. La splendida “Darn That Dream”, guidata da una voce vulnerabile, che conserva tutte le sfumature donate dal tempo ne è la perfetta esemplificazione. “Frescalalto” è in primis il magico incontro tra musicisti sopraffini ma anche la perfetta dimostrazione di un jazz che conserva una forte autenticità comunicando con gli ascoltatori in modo diretto, senza alcun artificio supplementare. Lee Konitz ci dimostra con sorprendente disinvoltura quanto a 89 anni si possa avere ancora molto da dire… 


Marco Calloni.

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