Kunsertu – 1984/2016 (CNI, 2017)

Nati nel 1979 in Sicilia dall’incontro tra i messinesi Giacomo Farina e Nello Mastroeni, già attivi nell’ambito della musica popolare, e catanesi Vincenzo Gangi e Stefano Foresta, con alle spalle esperienze in ambito jazz e funk, i Kunsertu si arricchirono ben presto con l’ingresso in formazione delle voci del siciliano Beppe Barile, del palestinese Faisal Taher e del senegalese Dudu Kwateh. Dopo aver mosso i primi passi nella scena musicale isolana, debuttarono con il disco omonimo nel 1984, ma il vero successo arrivò con il successivo “Shams”, pubblicato nel 1989 per la New Tone Records, che li segnalò al grande pubblico tanto per l’originalità del loro sound che li vedeva mescolare pop, rock, funk e jazz con i suoni del Mediterraneo, quanto per i testi che affrontavano temi ancora oggi di prepotente attualità come il dramma dell’immigrazione e le stragi dei campi profughi palestinesi. Coniugando sperimentazione ed innovazione, fecero un po’ da apripista per l’avvento della world music in Italia, ed in questo senso significativo è il loro terzo album “Fannan”, che ampliava il raggio delle loro esplorazioni musicali attraverso sempre connessioni ed intersezioni sonore sempre più ricercate. Nel 1995, dopo quattro dischi, due singoli e tour in tutto il mondo, il gruppo si sciolse e le sue varie anime presero vie strade differenti, dando vita a progetti musicali di respiro internazionale come Dounia con Faisal Taher e Nemas Project con Maurizio Nello Mastroeni, Giacomo Farina, Roberto De Domenico ed Egidio La Gioia. Pur avendo seguito percorso differenti, qualcosa li aveva tenuti insieme in qualche modo e l’esperienza maturata in questi anni ha contribuito a rafforzare il loro legame umano ed artistico. Lo scorso anno, infatti, il gruppo si è riunito per dare vita ad una nuova fase del loro percorso artistico, ed in studio si sono ritrovati Faisal Taher (voce), Giacomo Farina (organetto e percussioni), Maurizio “Nello” Mastroeni (chitarre), con l’aggiunta del polistrumentista Eugenio La Gioia (voce), Roberto De Domenico (percussioni), Franco Barresi (batteria), Massimo Pino (basso elettrico), Matteo Brancato (tastiere e programmazione) e Fabio Sodano (fiati etnici e flauto traverso). E’ nato, così, “1984/2016” album antologico che li vede rileggere alcuni brani storici del loro repertorio con l’aggiunta di tre inediti, e che nel loro insieme sembrano riprendere il discorso proprio laddove si era interrotto. Il disco si apre con classici come “Ialla”, “Dumà” e “Track-As” per regalarci subito l’inedito “Esta Noche”, brano dal grande impatto radiofonico nel quale si intrecciano lo spagnolo e il siciliano del ritornello. Si prosegue con “Ghandura” e “Stocca” da “Fannan” che fanno da apripista per i due splendidi inediti “Menzemà” e “Snow In Istanbul”, quest’ultima proveniente dal repertorio dei Nemas Project. Completano il disco l’intensa “Fannan” e quel gioiello che è la struggente ballad “Mokarta”, brano tra i più conosciuti del songbook della band siciliana che in questa nuova versione interpretata da Egidio La Gioia, brilla in tutta la sua potenza poetica. Insomma, i Kunsertu sono tornati per restare e siamo certi che nel prossimo futuro sapranno regalarci grandi sorprese. 



Salvatore Esposito

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