Valerio Daniele & Giorgio Distante – Acqua minutilla e ientu forte (Desuonatori, 2016)

Quando nel 2013 il chitarrista e produttore Valerio Daniele ed alcuni tra gli strumentisti più apprezzati della scena musicale salentina diedero vita al progetto Desuonatori, coordinamento per la socializzazione di musica inedita in nuovi contesti di fruizione, accogliemmo con grande piacere e sorpresa questa interessante sfida al mercato musicale lanciata dal Tacco d’Italia, tanto per l’originale approccio alla sperimentazione in ambito jazz quanto per l’unicità della loro proposta artistica. Sovvertendo ogni regola di marketing e spostando sempre più avanti i confini della ricerca sonora, questo collettivo di musicisti ha messo in fila dieci dischi e ben tre stagioni di concerti, raccogliendo consensi unanimi da pubblico e critica. Uno degli ultimi dischi nati in casa Desuonatori è “acqua minutilla e ientu forte” che cristallizza in sette canzoni la ormai decennale collaborazione tra Valerio Daniele (chitarra) e Giorgio Distante (tromba), già sperimentata in varie formazioni per giungere, negli ultimi anni, all’idea di dare vita ad un duo che esaltasse le potenzialità espressive dei rispettivi strumenti. Partendo dall’improvvisazione, dalla composizione istantanea e dalle alchimie sonore nate in concerto, hanno gradualmente preso vita i brani che compongono questo lavoro, tutti giocati sul dialogo tra chitarra elettrica, tromba ed effetti analogici e digitali. Il risultato è una suggestiva e raffinata raccolta di narrazioni soniche in perfetto equilibrio tra una scrittura profonda ed evocativa ed esplorazioni sonore che volteggiano eteree attraverso gli spaccati più lirici. Se a prima vista il riferimento più chiaro sembrano essere le produzioni della ECM, andando più a fondo si scopre tutta l’originalità di questo lavoro. Per comprenderlo basta ascoltare con attenzione l’iniziale “Atlas Of Breath” con le sue increspature sonore che si sciolgono in una coda densa di poesia in cui giganteggia la tromba di Distante, le impennate elettriche della successiva “Bianco” in cui protagonista è la chitarra distorta di Daniele, e il malinconico ritratto “Antonietta”. L’atmosfera resta soffusa ancora nell’introspettiva “Me Minore” prima di riportare al centro l’elettrica di Daniele nel sontuoso dialogo con la tromba di Distante in “Feritoie Pt.II”. La sublime dolcezza di quel gioiello che è “Leuca” ci conduce verso il finale con “Due giornate nel campo di tabacco” riscrittura in chiave jazz del tradizionale “Fimmene Fimmene”, immaginato come il racconto di due giorni di lavoro nei campi di tabacco, separati dalla notte, unico momento di riposo per le tabacchine. “Acqua minutilla e ientu forte” è, dunque, un disco di pregevole fattura che merita di essere ricordato tra le produzione jazz di maggior rilievo dell’anno appena trascorso. 


Salvatore Esposito

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