Un viaggio rasserenante nel mondo del tango e di molte delle sue articolazioni. Una selezione accurata di ventiquattro brani (più una bonus track) eleganti e profondi, curati e caleidoscopici. Una panoramica con una sua esaustività, legata a una visione del tango molto ampia e inclusiva, che parte dalla danza e che, attraverso la musica e le varie rappresentazioni legate ai luoghi e agli artisti che vi si sono avvicinati, arriva a un ambito ideale e allo stesso tempo tangibile, il cui profilo è definito da azioni, persone, progetti, iniziative. “Sulle rive del Tango” è infatti, prima di essere il titolo (a cui si aggiunge “Anniversario”) di un album e di un compendio, un gruppo di appassionati. Che ha base a Napoli anche se legami strutturati in altre città e altri paesi, e che ha fatto del tango il volano di un progetto e un programma interessante e, a ben vedere, ricco di riflessi importanti. Come, ad esempio, corsi di ballo, eventi legati al genere e (ovviamente) diverse riflessioni sulla musica e produzioni discografiche. L’album di cui parliamo qui è un doppio volume che celebra dieci anni di attività di questo collettivo. Dentro ci sono finiti numerosi artisti. Tra questi ci sono quelli più vicini al genere – per ispirazione e vocazione (alcuni dei quali abbiamo già incontrato in queste pagine, come ad esempio la cantante capoverdiana Lura, che qui interpreta “Canta um tango” con il quartetto napoletano Kantango) – e altri che si sono legati a questo in modo più occasionale, traendone comunque idee profonde e articolate e, allo stesso tempo, aggiungendo qualcosa di nuovo al genere. D’altrone la scaletta (che presenta, tra gli altri, brani di Goran Bregovic con Carmen Consoli, di Ascanio Celestini, Louis Amstrong, Gianmaria Testa, Mannarino, Vinicio Capossela) è evidentemente aderente al programma dell’ensemble. Il quale, a sua volta, ne spiega gli elementi più rappresentativi con poche ma chiare parole: “un progetto di ricerca e sperimentazione musicale che viaggia attraverso le più disparate scene musicali internazionali, contemporanee e non”. E che, oltre a lavorare sul corpo, sulla danza, analizza e sperimenta “il ritmo di una ‘cosa viva’, in tutte le sue possibili declinazioni”, raccontando così “un tango in continua evoluzione”. Da qui l’importanza non tanto sperimentale ma piuttosto documentaria di un album come “Sulle rive del tango”, che nel suo insieme ci aiuta a comprendere quanto possa essere fluido il panorama sonoro e culturale del tango. Oscillando tra poli spesso anche lontani ma coerentemente connessi alla visione “popolare” di una sovrapposizione sì accorta e in qualche modo censoria, ma allo stesso tempo strutturalmente aperta, permeabile. Sul piano musicale, poi, questa fluidità si gode fino in fondo, perché sottolinea i tanti riflessi che un genere con una sua “funzione” tradizionale, ma soprattutto con una sua vitalità contemporanea e extra-locale, riesce a riverberare. Tra i tanti brani interessanti vi è la proposta della band spagnola Marlango, che con “Semilla negra” propone una ballata ruvida piena di riferimenti alla poetica waitsiana. Ma la lista è lunga: “Maintenant” e “Nurada” di Rupa & The April Fishes, “Begin-ing” di Boris Kovac & Ladaaba Orchestra, “Les humeurs de Catherine” di Orchestra Joubès. Tutti brani profondi e decisi, che definiscono un panorama sonoro senza confini e dai tratti addirittura naturali, perché appunto di vocazione contemporanea.
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Sud America e Caraibi