Paolo Talanca, Ivan Graziani. Il primo cantautore rock, CRAC Edizioni 2016, pp.87, Euro 12,00

Ivan Graziani è stato senza dubbio uno dei cantautori più originali che la musica italiana abbia espresso a partire dagli anni Settanta, tanto per la sua capacità di saper fondere canzone d’autore e rock, quanto per il suo peculiare approccio al songwriting. Attraverso le sei corde della sua chitarra ci ha raccontato storie di vita, ha tratteggiato vividi ritratti di gente comune, ma soprattutto ha saputo uscire dagli schemi, in un momento in cui la musica era fortemente politicizzata. A riaccendere i riflettori sulla produzione artistica del cantautore abruzzese, è il pregevole saggio “Ivan Graziani. Il primo cantautore rock”, edito da CRAC Edizioni, del critico musicale Paolo Talanca, il quale ne ha ripercorso la carriera, facendo emergere a pieno l’autenticità, la coerenza e la portata rivoluzionaria del suo approccio alla canzone. Aperto dalla prefazione firmata da Andrea Scanzi, il volume parte dalla approfondita analisi del contesto storico e culturale in cui mosse i primi passi Graziani, per passare poi in rassegna i primi tre album, fino a toccare lo storico “I Lupi” del 1977 che, in qualche modo, rappresentò lo snodo essenziale della sua carriera, sancendo il punto perfetto di equilibrio tra canzone d’autore e rock. In questo contesto particolarmente interessanti ci sembrano i focus di approfondimento sul rapporto con la sua terra, e su brani come “Pigro” e “Fuoco sulla collina”, che l’autore identifica come paradigmi della scrittura anticonformistica di Graziani, sempre lontana da ogni tipo di omologazione. Del pari di grande interesse sono le analisi sul suo linguaggio musicale anticonformistico e lontano da qualsiasi omologazione, ed in questo senso illuminante è il capitolo “Un cantautore non politico”. Ad impreziosire il testo, sono le immagini in bianco e nero tratte da riviste dell’epoca e dall’archivio privato della famiglia Graziani, e tre disegni autografi del cantatore abruzzese. Capitolo dopo capitolo, nell’arco di poco meno di cento pagine, l’autore è riuscito a cogliere tratti forse poco noti del cantautore abruzzese, facendo emergere a pieno la sua portata innovativa. Attraverso una scrittura brillante ed affabulatrice, Talanca incuriosisce e stimola il lettore all’ascolto, portandolo naturalmente a riscoprire i dischi di Ivan Graziani, cantautore forse troppo in fretta passato agli archivi. 

Salvatore Esposito

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