BFE – Canzoni Senza Parole/Fabio Colussi – Désamour (Rox Records, 2016)

Piccola ma combattiva etichetta discografica a conduzione familiare, la Rox Records è nata dal sogno di una coppia di appassionati di musiche e danze tradizionali di valorizzare la cena folk, balfolk e neo-trad italiana e nel giro di pochi anni hanno messo in fila una serie di produzioni assolutamente interessanti. In questo senso particolarmente interessanti ci sono sembrati i recentissimi “Canzoni Senza Parole” del progetto BFE e “Désamour” del chitarrista Fabio Colussi, due album che esplorano in maniera differente il balfolk con le radici ben piantate nella musica tradizionale. Nato nell’ambito delle tante attività in cui è impegnata l’officina culturale Amukarta, fondata dalla promotrice di eventi culturali e danzatrice Lia Fossati e del musicista e psicologo Luigi Fossati, il progetto BFE ovvero BalFolk Experience non è il nome di un gruppo in particolare ma piuttosto il nome di un repertorio di danze cariche tanto di energia quanto di romanticismo, composto da brani tradizionali e composizioni originali, già ampiamente rodato in concerto. Per cristallizzare questa bella esperienza musicale, Luigi Fossati ha deciso di registrare questi brani, alternando al suo fianco band come Pittima, Acantara, Zaer e Pittima Quartett. Il disco raccoglie dieci brani strumentali che compongono una sorta di viaggio sonoro nel balfolk e seguendo una ideale spirale si attraversano divertissment come lo scottish “Primi Passi”, melodie evocative come nell’andro “Spirali” ed ancora piccoli gioielli come “Sorprese”, una gavotte de l’Aven che mescola culture e suoni differenti. Ancora di grande suggestione sono il “Valzer di Fibonacci” a tre a cinque a otto e tredici tempi, ispirato dalla sequenza del celebre matematico, il gustoso burrée a tre tempi “Panta Rei” e la splendida ronde de St. Vincent “Pulsazioni”. 
Completano il disco la mazurka “Tre Cuori “ e lo chapelloise “Capelloise Bernoise” dedicato alla città di Berna che ha accolto l’autore. “Dèsamour” di Fabio Colussi mette in fila dodici brani balfolk che, come è facile immaginare, vedono protagonista la chitarra, di volta in volta accompagnata da altri strumenti. Altra particolarità del disco è la presenza di due mazurke cantate: “L’Aiguillet (L’Aiglon)” su testo di Stefano Giachino e “L’Attesa di Camilla” con testo di Elvira Rita Gorga, due brani pregevoli che mettono ben in luce le doti di autore di Colussi. L’ascolto svela le eleganti trame acustiche dei valzer “LunaPao”, “Amanita”, “Troublée Paulette” e “Cavatina”, i trascinanti scottish “Pe Li Paesi/Le Derviche Tourner” e “Mayamour” e l’irresistibile rondò “La Giratoria” in cui spicca il clarinetto suonato da Paolo Berta. Insomma, questi due nuovi album appena pubblicati da Rox Records non possono che confermare tutta la bontà e la genuinità del progetto culturale di questa etichetta, e siamo certi che in futuro sapranno sorprenderci ancora. 


Salvatore Esposito

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