Oriana Civile – Canto di una vita qualunque (Autoprodotto, 2016)

Cantante e chitarrista siciliana di grande talento Oriana Civile vanta un percorso artistico costellato da importanti collaborazioni con artisti come Mario Incudine, Salvo Piparo, Pierre Vaiana e Salvatore Bonafede e il pregevole album “Arie di Sicilia” inciso con Maurizio Curcio e pubblicato nel 2009. A cinque anni di distanza da quest’ultimo e con alle spalle diversi concerti in tutta Europa, la cantante siciliana lo scorso anno ha fatto ritorno nel suo paese natale a Naso (Me) sui Nebrodi e lì ha trovato le ispirazioni per il suo nuovo progetto “Canto di una vita qualunque”. Si tratta di uno spettacolo di teatro-canzone, nato casualmente lavorando ad uno spettacolo sui canti legati al ciclo della vita, e che ruota intorno alle vicende di Don Ciccino, un anziano ultranovantenne nato il 19 gennaio 1919 ed ispirato al nonno della cantante siciliana, il quale racconta al pubblico la sua vita semplice di uomo vissuto tra due secoli, dalla nascita alla morte, passando per il matrimonio, la guerra, e il duro lavoro, una vita qualunque e forse per questo eccezionale. Portato in scena con il cantante, chitarrista ed organettista Ciccio Piras, questo spettacolo ha raccolto un grande successo, ed è stato un passaggio naturale cristallizzare su disco i quattordici canti tradizionali raccolti per l’occasione, e proposti sul palco intercalati da alcuni monologhi. L’album si apre con “Avò e di la vò”, una dolce ninna nanna che evoca la nascita, per poi toccare subito dopo l’infanzia con lo scioglilingua “Re Befè Viscottu e Minè”. La voce intensa di Oriana Civile e le trame tenui della sua chitarra il lavoro nei campi con “Madonna ch’era autu lu suli”, i primi amori con il canto di sdegno “Vacci, amuri” e il canto d’amore “Na virrinedda” fino a giungere al matrimonio con “Canto nuziale” raccolta nella natia Naso. Le belle interpretazioni del tradizionale “Cummari” e dei canti satirici “A pila pi lavari” e “A pinnula” ci conducono al canto di denuncia sociale “Cuncittina fa la buttana”, ma il vertice del disco arriva verso il finale con i canti “Lu jucaturi” e “Crozza di morti”. Lo struggente lamento funebre “O nici nici” chiude un disco pregevole ed intenso che ci svela a pieno tutto il talento di Oriana Civile nell’interpretare e riportare a nuova vita la tradizione musicale siciliana. 


Salvatore Esposito

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