Billy Bragg & Joe Henry - Shine a Light: Field Recordings from the Great American Railroad (Cooking Vinyl, 2016)

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Le ferrovie, le locomotive a carbone e i treni merce che sferraglianti attraversano le pianure, occupano un posto di rilievo nell’affresco dell’America dipinto dal cinema e dalla letteratura, ed entrato nell’immaginario collettivo. In questo senso, è significativo citare quel capolavoro assoluto che è “C’era una volta in America” di Sergio Leone, le cui vicende sono incentrate proprio sulla costruzione di una strada ferrata. In particolare a coglierne il tratto quasi mitologico è la sequenza dell’arrivo nella stazione di Stillwater di Jill, interpretata magistralmente da una splendida Claudia Cardinale. Tuttavia, se innegabile è il fascino dal punto di vista narrativo, da quello sostanziale, questo rivoluzionario mezzo di trasposto ebbe un enorme impatto storico. Infatti, favorì l’unità nazionale, consentendo spostamenti più rapidi tra le varie città e scambi più intensi, e rese meno complesso il rapporto con la sua natura selvaggia, proiettando gli Stati Uniti verso la modernizzazione degli anni successivi. Nell’analisi del fenomeno va tenuto conto anche dei riflessi negativi che questa rivoluzione tecnologica ebbe dal punto di vista sociale, provocando lo sradicamento dei nativi americani e dei piccoli proprietari terrieri che, con l’avanzare della ferrovia, man mano furono costretti ad abbandonare le pianure americane. In ogni caso, anche la musica folk, in tutte le sue diverse sfumature, non fu estranea a questa innovazione alimentandone il mito e raccontando i riflessi che ebbe sulla vita degli americani. Pian piano si compose un ricchissimo corpus di canti dedicati alle ferrovie, al quale Billy Bragg e Joe Henry hanno voluto rendere omaggio con Shine A Light: Field Recordings from the Great American Railroad”, pregevole album che rinnova la loro collaborazione, a breve distanza da “Tooth & Nail” del cantautore inglese prodotto dal collega americano. Sebbene artisticamente diversi per sensibilità e background, Bragg e Henry hanno trovato il loro comun denominatore nella passione per la tradizione musicale americana, di cui ne hanno esplorato da sempre i sentieri. 
Bragg lo ricordiamo, infatti, protagonista con i Wilco del monumentale progetto “Mermaid Avenue”, dedicato a Woody Guthie, mentre il cantautore americano ne ha raccolto nei suoi dischi la dimensione più poetica e letteraria. A guidare la realizzazione dell’album è stato il desiderio di far emergere gli aspetti storici e sociali che caratterizzarono l’introduzione della ferrovia nel sistema dei trasporti americani, come sottolinea lo stesso cantautore inglese in un’intervista pubblicata su americansongwriter.com: “La ferrovia è stato il modo in cui la gente comune ha sperimentato la rivoluzione industriale, di prima mano. Improvvisamente si poteva smettere di essere un mezzadro e prendere la ferrovia e andare a Chicago e lavorare in una fabbrica”. Si tratta di un progetto di grande spessore storico e culturale, non solo per l’appassionata e rigorosa ricerca che lo caratterizza, ma anche perché ha preso vita proprio sui binari della Texas Eagle Railroad Service, linea ferroviaria che da Chicago conduce a Losa Angeles. Armati di sole chitarre acustiche, Bragg e Henry hanno percorso i quasi tremila miglia di questa leggendaria tratta, e nell’arco di sessantacinque ore di viaggio, durante le soste nelle stazioni di St. Louis, Forth Worth, San Antonio, Alpine, El Paso e Tucson, hanno registrato dal vivo ed in presa diretta i tredici brani che compongono i disco. Dal punto di vista prettamente musicale, i vari brani si caratterizzano per arrangiamenti diretti ed essenziali, due voci, due chitarre e l’armonica, con tanto di rumori di fondo ad evocare la tecnica del soundscape recordings. Ascoltare “Shine A Light” è come compiere un viaggio nel tempo nel cuore della tradizione musicale americana, quella della Old Weird America, la repubblica invisibile narrata da Greil Marcus, e dell’Anthology Of American Folk Music di Harry Smith. Ad aprire il disco è la ballata “Rock Island Line” di Leadbelly la cui riletture a due voci strizza l’occhio alla versione skiffle di Lonnie Donegan. 
Si prosegue con la splendida rilettura della commovente “The L&N Don’t Stop Here Anymore” di Jean Ritchie, ben nota anche nella versione di Johnny Cash, che fa da preludio ad un’altra perla del disco ovvero “The Midnight Special”. Il disco entra nel vivo regalandoci in sequenza “Railroad Billy”, una superba “Lonesome Whistle” di Hank Williams, e l’incursione nel blues di “KC Moan” della Memphis Jug Band. Nel viaggio di Bragg e Henry c’è tempo anche per una sosta a San Antonio, dove in attesa di una coincidenza, fanno tappa al Gunter Hotel, dove Robert Johnson realizzò le sue registrazioni, per interpretare in quel luogo storico la loro versione di “Waiting For A Train” di Jimmie Rodgers, leggenda del country ma di professione frenatore di treni. Si riparte con una struggente “In The Pines” ancora dal repertorio di Leadbelly che ci conduce prima ad una dolcissima “Gentle on My Mind” di John Hartford (successo per Glen Campbell nel '67), e poi a “Hoby’s Lullaby” di Woody Guthrie. “Railroading on The Great Divide” e un graffiante “John Henry” aprono la strada alla conclusiva “Early Morning Rain” di Gordon Lightfoot nella quale spicca il verso “you can’t jump on a jet plane like you can a freight train”, sottolineano il senso unico di libertà che può dare una fuga in treno. Ad impreziosire il disco sono un ricco booklet che raccoglie nel dettaglio tutte le informazioni sulle registrazioni, e una serie di video reperibili su YouTube che documentano il viaggio compiuto da Billy Bragg e John Henry attraverso le varie stazioni ferroviarie visitate. “Shine A Light” è il diario di un viaggio sonoro impedibile, una lezione di storia americana da ascoltare con attenzione per coglierne la straordinaria portata culturale. Assolutamente consigliato! 


Salvatore Esposito

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