Se amate i marsigliesi Lo Còr de la Plana, non lasciatevi sfuggire i Du Bartàs, voci, percussioni e corde di cinque musicisti, attivi da quasi dieci anni, fautori del meticciato di Linguadoca di ieri e di oggi. Il loro nuovo album si intitola “Cinc” come i loro dischi incisi finora, Il loro nuovo album si intitola “Cinc” come i membri del gruppo, che manifesta un forte spirito collettivo. Du Bartàs sono Titouan Billon (canto, percussioni), Abdelatef Bouzbiba (canto, violino orientale, percussioni), Laurent Cavalié (canto, bendir, fisarmonica), Clément Chauvet (canto e pandeiro), Jocelyn Papon (canto, grancassa, charango e cuatro, nonché liutaio). ”Cinc” raduna elementi canori del meridione di Francia, impasti polivocali di gran fattura, ci infila sonorità magrebine, tocchi andini e accenti blues. Ascoltate l’apripista “Truca-Morron” o la danzante “Jib al-Guellal” per farvi un’idea. Tra patrimonializzazione dell’espressione occitana e creazione, il quintetto canta in lingua d’oc e arabo esprimendo lirismo libertario, invocando giustizia sociale, raccontando la tragedia dei migranti (“La mar te pren”), pescando nella memoria locale per narrare di personaggi umili che hanno fatto la storia come il protagonista di “Chimboumboum”, un barbone di gran cuore ucciso dai nazisti nella liberazione di Carcassonne. Ancora, i cinque riportano alla memoria la vicenda del brigante Cavanac, vittima di un errore giudiziario, e la storia ottocentesca dell’eremita “Camba-de-fèr” che viveva nella grotta di Aldène. La splendida melismatica “Los Lops” è un adattamento da Léon Cordes, grande poeta visionario di Minervois, mentre in “Son de Gosses” i Du Bartàs cantano con il poeta Damien Valero, a.k.a. Balelo. “La Fringala”, invece, riprende il testo di Maxime Cantier,‘libero pensatore’ di Montjoie. Segno della gran vitalità mediterranea che arriva dal Languedoc-Roussillon, terra del sud dell’Esagono, i cinque Du Bartàs, novelli fabulatori che raccontano migrazioni di ieri e di oggi, portano con loro amore per il canto a più parti ed indole festiva. E si sente!
Ciro De Rosa
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