Appuntamento di chiusura della decima edizione del Festival Sud Est Indipendente, organizzato dalla Cooperativa CoolClub, il concerto all’Anfiteatro Romano di Lecce di Peter Hook & The Light era molto atteso, non solo per vedere in azione dal vivo il bassista di Salford con la band messa insieme dopo il burrascoso divorzio con i New Order, ma anche per fugare le malignità che lo davano alla guida di una cover band di lusso. Hook ed il suo basso sono stati sempre avanti un passo, andando oltre il punk con i Joy Divisione e verso la new wave con i New Order, ed ancora dando vita a sperimentazioni sonore continue, e dunque vederlo salire sul palco in silenzio, ed alzare al massimo sin dalla prima nota il tasso dell’elettricità è stata una bella sensazione, ma ancor di più lo è stato poter ascoltare in apertura una selezione di brani tratti dal quinquennio d’oro 1981-1986 dei New Order con brani come “ICB” da “Movement” e le superbe “KW1” e “Age Of Consent”, e poco importa se per strada si perde l’attesa “Blue Monday”. Terminata la prima parte, Peter Hook prosegue il suo viaggio nel tempo proponendo per intero quel capolavoro che è “Closer”, il secondo ed ultimo capitolo della straordinaria parabola artistica dei Joy Division, pubblicato postumo dopo la morte di Ian Curtis.
Ad aprire la porta spazio-tempo con il 1980 è la sorprendente versione di “Dead Soul”, brano pubblicato sul 7" “Licht Und Blindheit” del 1980, a cui seguono in sequenza “Atrocity Exhibition”, “Isolation”, “Passover”, le trascinanti “Colony” e “A Means to An End” fino a giungere al vertice del concerto con la toccante “The Eternal”, caratterizzata da un ottima prova vocale.
La bella rilettura di “Decades” fanno da preludio ad un ulteriore salto indietro nel tempo, e precisamente al 1979 con “Unknow Pleasure”. Si parte da “No Love Lost” dall’Ep del 1977 “An Ideal For Living” e “Digital” dall’Ep “A Factory Sample” del 1978, prima di entrare nel vivo con “Day Of The Lords”, “She’s Lost Control” e “Wildernes” proprio mentre sull’Anfiteatro Romano comincia a scendere qualche goccia di pioggia che ci accompagnerà fino ai bis finali. I The Light accompagnano Hook in modo impeccabile nelle scorribande elettriche, piace e sorprende allo stesso tempo la scelta del doppio basso nella line up ad aumentare il groove di ogni brano, ma anche per rendere in modo ancor più personale le intricate strutture melodiche del repertorio di New Order e Joy Division. Dopo una breve pausa, il bassista inglese torna sul palco per i bis e ci regala “Atmosphere”, “Ceremony”, “Transmission” ma sorprattutto una sontuosa “Love Will Tear Us Apart” che ascoltiamo con il giusto trasporto mentre la pioggia si è fatta più fitta, a suggellare un concerto indimenticabile. Due ore e mezza per oltre trenta brani, un pezzo di storia del rock da ascoltare con devozione.
Salvatore Esposito
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