A due anni distanza da “Arsura”, i Musicanti di Gregorio Caimi tornano con “Pietre di Sicilia”, disco che rende omaggio a Renzino Barbera, poeta, intrattenitore, ma soprattutto attento osservatore della Sicilia, terra difficile da raccontare ma che lui era riuscito a cogliere in tutta la sua essenza.
“Mi sono imposto di svegliarmi ogni giorno come se stessi nascendo e di addormentarmi ogni notte come se stessi morendo. In questo modo ho vissuto molto di più di qualsiasi altra persona”, in questa frase è racchiuso tutto lo spirito del poeta siciliano, le cui liriche vengono messe in musica magistralmente in questo disco dell’ensemble siciliano. Laddove in “Arsura” e “Genti” si era aperto verso i suoni world e la contaminazione, il gruppo lilibetano con questo nuovo lavoro torna a sonorità più acustiche ed adese alle trame tradizionali, facendo risaltare tutta l’ironia e l’acutezza delle liriche di Barbera, in grado di unire in un tutt’uno le contraddizioni della Sicilia. Al fianco di Gregorio Caimi (godin e chitarra acustica), troviamo la voce intensa ed elegante di Debora, il fiati di Maria Luisa Pala che ha musicato anche alcuni testi, la fisarmonica di Natale Montalto, le percussioni di Dario Li Voto, e il contrabbasso di Gianluca Pantaleo, a cui si aggiungoo Piero Pellegrino alla chitarra acustica e Guglielmo Lentini alla voce narrante. Aperto dal canto militante di “Lu Corvu di Ferru”, trascinante inno per una moderna rivoluzione operaia, il disco nella sua prima parte si snoda attraverso i ritmi di bossa nova che pervadono la sinuosa “Manu Granni”, il tango evocativo “L’omu di sali” che ci regala un istantanea delle saline, e la malinconica “La Stidda”, il tutto intercalato dal recitato di "2 settembre 1986”. Si prosegue con l’inteso lirismo di “Ci aviti mai pinsatu”, a cui segue l’altro spaccato recitativo di “Dialogo con il mio corpo in autunno” che ci conduce verso il finale in cui brilla il vertice del disco “Quattro petrii”, un brano dalla melodia evocativa a racchiudere il senso più profondo del testo di Barbera, la nostalgica “Serenata all’Italia” e la preghiera laica di “Nenti”. “Pietre di Sicilia” è, dunque non solo la preziosa occasione per scoprire la poesia di Renzino Barbera, ma anche per cogliere la connaturata musicalità dei suoi testi, che si esaltano in tutta la loro forza nel lavoro dei Musicanti di Gregorio Caimi.
Salvatore Esposito
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