Artista fiorentina ma di origine siciliana, Alessia Arena è un artista poliedrica con alle spalle una solida formazione in ambito classico, spesa tra lo studio del canto lirico presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze e quello della musica barocca, e una lunga esperienza artistica. A partire dal 2012 ha intrapreso un personale percorso di ricerca sulla musica tradizionale siciliana, dedicandosi allo studio del repertorio di Rosa Balisteri, e successivamente dando vita al Duo Ammatte, insieme alla talentuosa pianista e clavicembalista Federica Bianchi. In occasione del del venticinquestimo anniversario dalla morte della cantante siciliana, il duo ha dato alle stampe il disco “A Piedi Nudi. Omaggio A Rosa Balistreri”, nel quale hanno raccolto dieci brani del suo repertorio rileggendoli per soli voce, clavicembalo e percussioni. Considerata la voce per eccellenza della tradizione musicale siciliana, Rosa Balistreri (1927-1990), dopo una vita assai tormentata, cercò riscatto nella musica reinterpretando il corpus dei brani raccolti dall’etnomusicologo siciliano Alberto Favara alla fine del 1800, e grazie a questo prezioso lavoro, venne scoperta da Dario Fo che la volle tra le protagoniste dello spettacolo “Ci ragiono e Canto”, accanto a Giovanna Marini e Caterina Bueno. Donna libera ed indomita, la Balistreri fu tra le voci più amate dagli intellettuali degl’anni Sessanta e Settanta, i quali nella sua voce seppero cogliere l’inquietudine e le sofferenze che l’avevano segnata, e che seppe tramutare in puro lirismo con la sua voce. Negl’anni che ci separano dalla sua morte, innumerevoli sono stati gli artisti che hanno reinterpretato il brani del suo repertorio, e laddove spesso abbiamo assistito a riletture calligrafiche, in alcuni casi è stato possibile cogliere sfumature inaspettate che esploravano lati meno noti dell’intensa vocalità della Balistreri. Uno di questi è certamente “A Piedi Nudi” del Duo Ammatte che ha scelto di percorrere un sentiero nuovo, dando vita ad un lavoro che esplora le sorprendenti connessioni tra la musica tradizionale siciliana e quella barocca, ed in particolare il basso ostinato, asse portante dello stile improvvisativo che lega il repertorio popolare a quello colto. Come suggerisce già il loro nome che in siciliano indica appunto l’estero dell’improvvisazione, il Duo Ammatte ha spostato più avanti il confine dell’interpretazione in ambito popolare, rileggendo i brani tradizionali come fossero arie e recitativi dando vita ad un affresco sonoro di grande sugggestione. Dalla folia al passamezzo fino a toccare la ciaccona, durante l’ascolto si ha modo di cogliere i colori sonori che caratterizzano i vari brani. Ad aprire il disco è la splendida versione del canto d’amore “Mu Votu e Mi Rivotu” a cui segue l’intesa e drammatica “Terra Ca Nu Senti” nella quale spicca il contrabbasso di Francesco Tomei a sostenere la scansione ritmica su cui si inserisce la melodia del clavicembalo. Lo scioglilingua “Chiovi, chiovi, chiovi” per sola voce e percussione, ci introduce al canto di lavoro “Sant’Agata, ch’è à Autu lu Suli” nella quale viene evocato in modo superbo la sofferenza di chi lavorava nei campi bruciati dal sole della Sicilia. Se “I Pirati a Palermu”, che arriva dal repertorio di Ignazio Buttitta, si caratterizza per il dialogo tra il clavicembalo e il contrabbasso suonato con l’archetto, la successiva “Ti Nni Vai” brilla per l’intensa interpretazione vocale della Arena e la brillante improvvisazione al piano di Federica Bianchi. Si prosegue con le belle versioni di “Avò”, impreziosita dalla viola da gamba di Rosita Helena Ippolito, e della solare “Oi olà”, che ci conducono verso il finale con “E Iu Suli Intinni Intinni” e il divertissment vocale a due voci “L’Anatra”. “A Piedi Nudi” è, dunque, un disco importante, che ci svela un lato poco esplorato del repertorio tradizionale siciliano, cogliendone in modo superbo le connessioni con la musica barocca.
Salvatore Esposito
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