Gli organizzatori di Second Hand Guitars pensano in grande. Oltre otto mila metri quadrati disposti su tre piani, per mostrare chitarre e bassi di tutti i tipi, nuovi, usati, da collezione, più tutti gli “accessori”. Nata nel 1992, è una manifestazione consolidata ma sempre innovativa, giunta alla quarantesima edizione. Second Hand Guitars, dal 2012, è affiancata da “Ritmi Show”, specificatamente dedicata al mondo delle percussioni. Sede dell’evento, il Quark Hotel che, per un giorno, è divenuto l’agorà di un’eterogenea comunità che comprende appassionati di sonorità moderne. Si vede, ci si informa, si tocca, si scambia, si tratta, si compra, si ascolta. Diverse le sale prova, quattro i palchi principali per la musica dal vivo, con esecuzioni e performance a tamburo battente, curate da musicisti, insegnanti, liutai, endorser, costruttori e da esperti di vario tipo. Difficile uscire delusi dopo aver passato ore e ore tra gli stand.
Alberto Biraghi è il fondatore di Second Hand Guitars. Sportivo e solare di carattere, è sempre in movimento. Ha decine di amici da salutare, è preso da numerosi impegni ma, nel vivo dell’evento, trova il tempo per rilasciare un’intervista. “Abbiamo iniziato in sordina nel 1992, prima eravamo una società no profit, concepita per la diffusione della cultura musicale. Nel 2004, abbiamo fondato una società che dà lavoro a diversi professionisti. Milano è il principale centro, ma siamo diffusi in tutto il territorio, come verificabile nel nostro sito “Accordo.it” che consta oltre quarantamila iscritti. Mi hanno appena comunicato che gli ingressi quest’anno sono aumentati considerevolmente, per noi è un importante risultato che permette di guardare con fiducia al futuro”.
La location di Second Hand Guitars è raffinata, dislocata su più piani secondo metodica organizzazione. Vi sono aree comuni nelle quali gli amplificatori sono banditi o devono essere utilizzati in cuffia. Lungo alcuni corridoi dell’albergo, invece, sono state allestite parecchie stanze nelle quali è possibile provare amplificatori ed effetti elettronici, con bassi e chitarre. Gli endorser hanno suonato dando risalto alle peculiarità dei singoli prodotti, esibendosi in rocamboleschi assoli o in esercizi arpeggiati e scalari (prevalentemente) in stile rock. Dopo le spiegazioni dei promoter chi desidera compra, chi vuole prova e domanda. In ognuna delle stanze vi è qualcosa da imparare, perché con la tecnologia è indispensabile aggiornarsi di continuo. Chiediamo a Biraghi il perché di una location elegante per accogliere sonorità giovanili e moderne. “Le ragioni sono molte ma, in primis, perché l’Hotel è organizzato per ospitare eventi di rilievo. Qui è già tutto predisposto anche per le infrastrutture. In passato abbiamo provato altre soluzioni, ma questa ci sembra particolarmente funzionale ed è molto apprezzata dai nostri visitatori, tra cui numerosi appassionati di strumenti a percussione in quanto, da alcuni anni, integrata a “Second Hand Guitars (Guitar & Bass)”, si svolge “Ritmi Show (Drum&Percussion). Siamo molto contenti che i nostri sacrifici vengano ricompensati anche con i numeri, la richiesta di partecipazione odierna è di circa centocinquanta espositori.
Ritengo che le nostre manifestazioni aiutino il mondo della musica a vari livelli, compreso quello prettamente didattico ed esecutivo. A marzo, abbiamo sperimentato un altro evento musicale, dedicato a liutai, artigiani, modders e costruttori. L’abbiamo chiamato “Custom Shop (Handmade Instruments Showcase)”: è stato un successo e il venti marzo lo riproporremo”.
Tra gli espositori ci sono diversi editori musicali. Tra questi Pino Amendola, attivo sul mercato sin dai primi anni Settanta, fondatore di “Sinfonica”. “Da giovane suonavo la chitarra, il genere che mi appassionava era la musica rock, non mi separavo mai dalla mia Gibson Custom. Poi ho rilevato una piccola casa editrice che, negli anni, si è espansa, specializzandosi in metodi didattici riferiti anche alla chitarra (acustica, elettrica e classica) e alla batteria”. Da Roma, Micki Piperno è giunto per presentare la sua ultima opera, dal titolo accattivante: “La vita dietro la chitarra”. Piperno desidera mettere in risalto l’importanza di quella che definisce la “bio-didattica”, riferita alla conoscenza del funzionamento del “cervello musicale”, alla corretta postura, alla respirazione e al controllo delle emozioni: “Troppo spesso i chitarristi si concentrano sugli aspetti tecnici, ma quelli emozionali sono altrettanto importanti ai fini di una buona ed espressiva esecuzione strumentale”.
Piperno è anche uno dei collaboratori del circuito di “Accordo.it” il quale, per la parte didattica, fa capo a Gianni Rojatti, friulano, esperto chitarrista del gruppo “Dolcetti”. Biraghi ci ha spiegato che l’opera di Gianni è assai importante in quanto è specialistica e catalizza appassionati da tutta la Penisola.
“Io insegno - dice Rojatti - a superare le barriere. Un bravo chitarrista prima di trovare il proprio deve poter sperimentare senza pregiudizi diversi stili, questo è quello che ho imparato anche dai miei maestri tra cui Frank Gambale e Brett Garsed. Secondo me il chitarrista è un “animale nostalgico” che si appoggia su quanto ereditato dai giganti del passato, ma questo non può essere motivo per fermarsi nella sperimentazione, perché con la chitarra la ricerca deve essere continua. Con il mio Gruppo “Dolcetti” io desidero far convivere stili musicali assai diversi, con accostamenti inusuali, i quali tuttavia portano verso un sound originale”. Second Hand Guitars prevede una sfilza di eventi dal vivo: seguirli tutti è impossibile. Nei quattro palchi o negli altri stage si sono alternati, oltre ai citati Rojatti e Piperno, chitarristi di varia estrazione quali Poggipollini, Cifarelli, Castellano, Di Tullio, Ferro, Villani, Corso, Cichetti, Fanelli, Cesareo, Marsden, Di Dio, Cottafavi etc. etc. Tra i suonatori più tradizionali abbiamo incontrato Giulio Camarca, già allievo di Alirio Diaz e collezionista. Vive a Torino e suona jazz in trio, con suo figlio Massimo (basso) e Giorgio Diaferia (batteria). Camarca ha chiarito che, anche da giovane, quando studiava musica classica, praticava il jazz. Poi ha avuto una severa tendinite al braccio, per cui ha proseguito come cantante e chitarrista, suonando peraltro con una sfilza di musicisti tra cui Chet Baker, Tal Farlow, Joe Pass, Franco Ferri, Tullio De Piscopo. Il 7 dicembre, a Roma, sarà in concerto con la cantante jazz Lucia Di Donato. Non molto distante dal banco di Giulio Camarca, troviamo Alberto Venturini, un nome tra i collezionisti milanesi di chitarre elettriche.
Gestisce un’azienda di ricambi per biciclette, ma la sua passione per le chitarre è iniziata alla fine degli anni Settanta, quando comprò un basso Hofner. Nel suo stand c’è da lustrarsi gli occhi con storiche chitarre realizzate da raffinati e rinomati liutai. Chiediamo: Qual è il trend attuale del Vintage? “Negli ultimi anni , osservo che vi è un avvicinamento al vintage da parte di molti giovani, i quali sono attirati dalle forme e dalla qualità delle chitarre. Sono competenti e hanno compreso che le cose fatte bene, negli anni, durano e acquistano valore. E se suonano sanno che i dettagli nella pratica esecutiva incidono, si notano meno quando si usa l’amplificazione”. Girando tra gli stand incontro di nuovo Alberto Biraghi, intento a spendere buone parole a favore dei suoi espositori, con i quali è solito discorrere allegramente. Idem con gli esecutori. Tra questi Paolo Anessi, veterano della manifestazione. “Sembra ieri, ma sono passati tanti anni dalla prima volta che sono venuto a SHG. Ricordo che si andava in una discoteca di Rho e di supporto si usavano dei banchi come quelli delle scuole. Per me è un onore ritornare, mi piace esibirmi in questo contesto perché oltretutto trovi persone che ti sanno apprezzare. Di manifestazioni simili ne ho viste diverse ma, se devo dire la mia, questa è per eccellenza “la Manifestazione” dedicata alla chitarra, la più importante a livello nazionale”. Anessi è venuto con la giovane cantante Simona Grasso per presentare il cd “Sacro e Profano”, contenente una personale rivisitazione di note canzoni italiane quali “Guarda che Luna”, “Tu vuò fa’ l’americano”, “La canzone di Marinella”.
A Second Hand Guitars sono numerosi gli stand dedicati agli effetti elettronici e all’amplificazione, un mondo ricco di dettagli tecnici, intorno ai quali è stato possibile ascoltare decine di esperti dibattere dopo aver sperimentato dal vivo sonorità spinte. La tecnologia può essere riferita anche al design e alla ricerca dei materiali, come abbiamo ad esempio riscontrato nelle chitarre “Weapon” (con body ergonomico in lega di alluminio aerospaziale) o nelle moderne bacchette “ecologiche” della “Techra”. Interessante è anche la tecnologia applicata alle percussioni, come nelle batterie elettroniche, tra cui diversi modelli messi a disposizione del pubblico da parte di un espositore, con enorme gioia per adulti e bambini. Diversi anche i banchi riferiti alla liuteria, ai bassi elettrici o ai piatti professionali, come nel caso della “Diril Cymbal”.
Come anticipato, a marzo, verrà organizzata la “Custom Shop”. Biraghi e i suoi collaboratori sono già al lavoro, sempre con il desiderio di tenere unita la vasta comunità degli appassionati delle sei corde. Per quella occasione, aspettano un pubblico numeroso e sicuramente più concentrato sui dettagli inerenti alla liuteria, avendo modo di confrontarsi con gli esperti del settore, stimati per stile, raffinatezza esecutiva, creatività e intraprendenza artigianale. L’Italian Style anche nel custom, come sempre, saprà farsi apprezzare.
Paolo Mercurio
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