Si è tenuto a Palermo nei giorni 10-11-12 aprile 2015 presso il Circolo ARCI “Tavola Tonda” Il laboratorio/concerto di Carmine Bruno percussionista della Nuova Compagnia di Canto Popolare e un vissuto artistico di tutto rispetto per le collaborazioni con La Moresca, Gino Paoli, Vox Populi, Rua Portalba, Angelo Branduardi, Archè, Balkanja, Antonello Paliotti, Nino Buonocore, Joe Barbieri, Lucilla Galeazzi. Il laboratorio ha affrontato la presentazione e la spiegazione dei movimenti tecnici degli accompagnamenti popolari per tamburello e tammorra delle più importanti e diffuse danze del meridione italiano, dalla pizzica alla tammurriata, dalla tarantella montemaranese al saltarello. Bruno ha dato particolare rilievo alla presentazione degli strumenti oltre che nella peculiarità del loro utilizzo nelle ritmiche tradizionali, anche come strumenti codificati che, sviluppando la loro versatilità oltre la tradizione, diventano l’espressione di un accompagnamento ritmico variegato e funzionale, aperto alla creatività ritmica e timbrica.
Con questo impianto didattico il laboratorio ha analizzato in modo dettagliato in primo luogo la postura per un’esecuzione che abbia come principio fondamentale la rilassatezza intesa come morbidezza esecutiva. In seguito, sono stati analizzati e descritti l’impostazione dell’impugnatura e dell’oscillazione degli strumenti nei diversi stili ritmici di accompagnamento; la presentazione della tecnica a due; i principali tempi irregolari che si possono realizzare con un tamburello o con una tammorra e i rudimenti della tecnica mista (es. la terzina della pizzica). Bruno, nel seguire gli allievi che hanno partecipato al laboratorio, ha raccomandato, dedicandogli un’attenzione specifica, l’esercizio a casa avvalendosi di uno strumento a volte poco amato: il metronomo. Il percussionista ha tenuto a far comprendere l’importanza del metronomo, ribaltando un atteggiamento caratteristico dei neofiti del tamburello, che l’elemento distintivo della acquisizione e dello sviluppo della tecnica non è la velocità bensì la precisione della scansione ritmica.
Il laboratorio si tenuto in due giornate al termine delle quali nella serata di domenica Carmine Bruno si è esibito in concerto in trio con Benedetto Basile ai flauti e Michele Piccione alla gaita, chitarra battente, lira calabrese, percussioni e voce. Il repertorio presentato dal trio ha spaziato lungo le rotte delle musiche tradizionali mediterranee, ma sopratutto siciliane e campane. Il concerto si è aperto con breve drum set di Bruno incentrato su una sintesi delle tecniche tradizionali e dei tempi irregolari rappresentati e studiati durante il laboratorio. Si è proseguito con il tradizionale “Aires de Pontevedra”, dove la gaita suonata magistralmente da Michele Piccione e stata accompagnata dal bordone del flauto basso di Basile e dalle percussioni di Carmine Bruno con grande sensibilità creativa sui tempi composti.
Il concerto si è poi sviluppato lungo una sequenza di brani tradizionali siciliani e campani tra cui hanno spiccato per eleganza e sensibilità musicale “Antidotum tarantulae”, suonata da Piccione alla chitarra battente e da Basile al flauto e sulla cui melodia Bruno ha recitato con profondo coinvolgimento un frammento della “Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II”. Altro brano di grande intensità è stata una singolare versione della buttittiana “Lingua e dialetti”, arrangiata per sole voci e tammorre mute. La peculiarità del brano nella proposta di Bruno e Piccione è data dalla scelta di recitare una strofa alternata ognuno nel proprio dialetto. A chiusra del concerto una travolgente tammurriata con cui il trio è riuscito a coinvolgere la platea nel ballo.
Mario Giovanni Rossi
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