Quando nel 2008 la Piedmont Brothers Band diede alle stampe lo splendido “Bordertown” capimmo subito che Marco Zanzi e Ron Martin in quella band erano riusciti a cementare amicizia e amore per la musica, dando vita ad una realtà speciale, unica nel suo genere in Italia, e non solo perché traspariva chiaramente come potessero misurarsi ad armi pari con i colleghi d’oltreoceano, ma anche perché nel loro approccio al country-rock si toccava con mano tutta la loro passione per una stagione intramontabile della musica americana. Da allora è passato qualche anno, la Piedmont Brothers Band ha sfornato altri dischi pregevoli, Ron Martin ha combattuto e vinto la sua battaglia contro un liposarcoma, ed oggi purtroppo la stessa sfida contro “The Big C” la sta combattendo Marco Zanzi, a cui quest’anno è stato diagnosticato un tumore maligno al pancreas. La musica però ha il potere di dare la forza per continuare a lottare, e così Marco Zanzi non si è arreso, ma anzi ha dato alle stampe due album, “Time To Start Again, Time To Fly Again” e “Marco Mock Zanzi”, pubblicati quasi in contemporanea dalla neonata Maremmano Records, etichetta sussidiaria della ben nota Appaloosa. Sebbene nati nell’alveo della Piedmonte Brothers Band, e ricchi di ospiti d’eccezione, entrambi i dischi hanno un taglio molto personale e ci consentono finalmente di apprezzare a pieno la voce del musicista varesino. In particolare, il primo album “Time To Start Again, Time To Fly Again” è strettamente legato ai momenti di difficoltà vissuti, e non è un caso che Marco Zanzi abbia scelto di dedicarlo al Prof. Alessandro Zerbi, oncologo della Humanitas di Rozzano che lo ha seguito durante la sua degenza. I quattordici brani, mescolano riflessioni sulla vita (“Down A One Way Street”), sull’amore (“My (New) Song”), e l’amicizia (“A Letter To Tom”), fino a toccare spaccati confessionali in cui emergono le paure e la sofferenza come nel caso dello splendido gospel pianistico “Rivers Of Sorrow”.
Il risultato è un disco di grande intensità in cui il sound jingle jangle delle chitarre, il mandolino, ed il banjo avvolgono canzoni profondissime, impreziosite da un cast stellare di ospiti come Herb Pedersen, che presta voce e chitarra per la title-track, Dough Rorrer (chitarra), Taylor Rorrer (chitarra), Courtney Lynn Burroughs (violino), e Francesco Camolli (chitarra) che impreziosiscono la rilettura del banjo tune “Deputy Dalton”, o ancora Gene Parsons e Ron Martin che duettano con Marco Zanzi in “Here Tonight” di Gene Clark. Un atto d’amore verso il country rock è, invece il secondo disco “Marco Mock Zanzi” nel quale spaziando dal repertorio di Roger McGuinn (“I'm so Restless”), a quello di James Taylor (“Machine Gun Kelly”), passando per gli Eagles (“Twenty One”) e i Byrds con la rilettura di “Chimes Of Freedom”, scopriamo le grandi passioni musicali di Marco Zanzi. L’ascolto è piacevolissimo e regala diverse belle soprese come nel caso del doppio omaggio a Gram Parsons con il classico “Return To The Grievous Angel” e “GP Medley”, e i gustosi brani inediti “Money And Cheese”, “A Better Life”, “I’ll Take Another Way” e “I’m Running”. A completare il disco sono il travolgente strumentale “Banjo Dog” di Gene Parsons e l’inno pacifista “Last Night I Had The Stranger Dream”, quest’ultima caratterizzata da un testo più che mai attuale. Nella famiglia della Piedmont Brothers Band, a fine 2014 è arrivato anche “Glory”, disco di debutto della giovane cantautrice Cecilia Zanzi, già vocalist del gruppo, e con alle spalle un solido percorso formativo speso tra gli studi di pianoforte, clavicembalo e canto. Prodotto da Marco Zanzi (chitarre, banjo, mandolino, autoharp, dobro, dulcimer, percussioni, e armonie vocali), il disco presenta otto brani, tra originali e riletture, che ruotano intorno al tema del Natale, incisi con la partecipazione di un folto gruppo di strumentisti composto da Mike Gallivan (basso), Francesco Frugiuele (basso) Franco “Furbo) Svanoni (percussioni), Carlo Pastori (accordion), Davide Bonacina (flauto irlandese e whitle), Stefano “Zampa” Zanrosso (flauto e armonie vocali), Anna Satta (violino), e Giuseppe “Josh” Villa (mandolino e mandola).
Ad aprire il disco è la tenue ballata narrativa “Three Kings” che racconta l’arrivo dei Re Magi presso la capanna di Betlemme, a cui segue la commovente “Ave Maria” composta dalla stessa Cecilia, della quale si apprezza la straordinaria interpretazione vocale. Si prosegue con il country rock di “Christmas Time’s Comin’” di Tex Logan in cui ritroviamo il sound scintillante della Piedmont Brothers Band, il tradizionale irlandese “The Wexford Carol”, e quel gioiellino che è la versione per sola voce di “Oh! Holy Night”. Se l’inedita “The Angel’s Song” si sviluppa tra la matrice tradizionale folk e qualche eco di country, “Hark! The Herald Angels Sings” è un altro classico del repertorio natalizio in cui Cecilia Zanzi dà prova di tutte le sue eccellenti potenzialità vocali. Chiude il disco la bella versione del tradizionale “Once In Royal David’s City”, ma c’è ancora tempo per una sorpresa ovvero una sorprendente ghost track tutta da scoprire. Insomma la grande famiglia della Piedmont Brothers Band ci ha regalato altri tre dischi pregevoli, e non possiamo che augurare a Marco Zanzi di uscire vincitore dalla sua battaglia contro “The Big C”, perché la musica ha bisogno di persone come lui.
Salvatore Esposito