Pubblicato in concomitanza con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne “Ognunu havi ‘n sigretu” è l’album di debutto delle Malmaritate, formazione catanese tutta al femminile, nata da una intuizione di Carmen Consoli, e formata da Gabriella Grasso (voce e chitarra), Valentina Ferraiolo (voce), Emilia Belfiore (violino) e Concetta Sapienza (clarinetto), quattro talentuose musiciste accomunate dal desiderio di riscoprire la tradizione popolare italiana, riattualizzandola non solo attraverso nuovi arrangiamenti e sperimentazioni sonore, ma anche orientando il repertorio verso i problemi che affliggono da sempre l’universo femminile. In questo senso va letta anche la scelta del nome del gruppo che rimanda alle malmaritate, ovvero quelle donne che nel medioevo erano obbligate a matrimoni di convenienza, e che raccontavano le loro sofferenze attraverso canzoni e poesie. Proprio come quelle antesignane della canzone d’autore al femminile le Malmaritate hanno raccolto undici brani che raccontano storie di donne tra difficoltà, desiderio di riscatto ed emancipazione, pescando a piene mani dalla tradizione musicale della nostra penisola, ma anche guardando ad essa come fonte primaria di ispirazione. Il risultato è un affresco in musica della galassia delle donne, viste simbolicamente come centro dell’universo intorno a cui si muove il ciclo della vita, ma cantate tra le luci dell’amore che sono in grado di donare e le ombre della violenza che sono costrette a subire. Il canto delle Malmaritate è, dunque, una denuncia ed allo stesso tempo un forte monito alla sensibilizzazione delle coscienze verso le violenze di cui sono sempre più spesso vittime le donne e che riempiono le cronache dei giornali. Durante l’ascolto emerge la grande cura con cui sono stati realizzati gli arrangiamenti, mirando ad esaltare tanto la vocalità e le linee melodiche con il dialogo tra il clarinetto di Concetta Sapienza, il violino di Emila Belfiore, e la chitarra di Gabriella Grasso, quanto la tessitura ritmica in cui giganteggiano i tamburi a cornice di Valentina Ferraiuolo. Aperto dal canto devozionale dell’area dell’appennino laziale “Regina Degliu Cielo”, interpretato da Valentina Ferraiuolo ed impreziosito dal violoncello di Tiziana Cavalieri, il disco si svela in tutto il suo fascino regalandoci prima le ritmiche trascinanti di “Mamma Ciccu Mi Tocca” nella quale protagonista è la voce dei Gabriella Grasso, e poi quel gioiello che è la versione di “Terra Ca Nun Senti” di Rosa Balistreri, in cui commuove la forza evocativa del canto di Nada. Se violino di Emilia Belfiore guida la linea melodica del canto d’amore “Me Voglio Fà Na Cantata”, la successiva “Canzone Arrabbiata”, nata dalla penna di Lina Wertmüller e musicata da Nino Rota, è l’occasione per scoprire l’attrice Donatella Finocchiaro nei panni di cantante, nel duetto con Gabriella Grasso. Il drammatico racconto della strage di Bronte perpetrata dalle truppe garibaldine durante l’invasione della Sicilia di “Arrivaru i cammisi”, ci introduce alla travolgente versione dello scioglilingua “Madamadorè” in cui spicca l’ottima prova vocale di Valentina Ferraiuolo, ma è con “Remedios” di Gabriella Ferri, che si tocca l’altro vertice del disco, con la complicità della voce di Claudia Gerini. Tracce dell’eredità proveniente dalla tradizione siciliana emergono nell’intensa “S’Avissi Diciottanni”, mentre il tradizionale “Verbe De Dio”, interpretato per voce e tamburo a cornice da Valentina Ferraiuolo, esplora il legame sottilissimo che intercorre tra religiosità popolare e superstizione. La splendida title-track, scritta ed interpretata da Carmen Consoli sugella un disco coinvolgente ed appassionato che non mancherà di toccare il cuore di quanti vi dedicheranno la loro attenzione.
Salvatore Esposito
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