Franco Baggiani – Memories Of Always (Sound Records, 2014)

Trombettista tra i più apprezzati e prolifici in Italia, Franco Baggiani sin dagli esordi ha speso la sua carriera di musicista jazz dividendosi tra l’attività discografica, quella compositiva, l’insegnamento e le tante direzioni didattiche ed artistiche a cui è stato chiamato. Il suo percorso artistico in continua tensione verso la ricerca di un sound originale negli anni lo ha condotto ad un approccio eclettico al jazz, e non è un caso che dopo l’ottimo “My Way Through The Jungle” in cui omaggiava in modo personalissimo il Miles Davis del periodo 1969-1974 sia approdato ad un lavoro particolarissimo come “Memories Of Always”, che rappresenta una sintesi della sua produzione più radicale emersa con dischi come “Think”, “Florentine Session” e “The Dead City”. Partendo proprio dalla concezione dell’improvvisazione in studio che caratterizzava questi dischi, “Memorie Of Always” nel raccoglierne le istanze musicali, allarga il perimetro della ricerca, con le session di registrazione effettuate dal vivo che diventano il momento cardine della creatività, facendoci cogliere non solo l’atmosfera ma anche la sopraffina tecnica di conduzione di Baggiani. Ad affiancarlo, infatti, troviamo un gruppo di eccellenti musicisti in cui spiccano Giacomo Downie (sax baritono), Adriano Arena (chitarra elettrica), Lorenzo Forti (basso), Alberto Rosadini (batteria) e ben due percussionisti Alessandro Criscino e Alberto Rosadini, insieme a loro Baggiani ci conduce in territori che partendo dal jazz coniugano il groove del funk con la potenza del rock. Questo vulcanico ensemble spaziando dall’improvvisazione totale e alla musica colta ci regala circa settanta minuti di suoni ribollenti e vorticosi, per sette brani in cui si rincorrono intuizioni geniali, meditazioni solistiche e travolgenti momenti corali. Se il nume tutelare è certamente il Miles Davis degli anni Settanta, andando più a fondo scopriamo una cifra stilistica che guarda oltre verso Ornette Colemann e Sun Ra, fino ad approdare ad un linguaggio jazz originalissimo. A guidare ogni brano è la tromba di Baggiani che ci conduce dal groove potente di “Ob-session” alla travolgente “Ghebus Suite”, dalla lirica “The Sieve Smells Bad Today” fino alla bellissima rilettura di Black Satin di Miles Davis. Da segnalare ancora sono il crescendo ritmico di Etnop The Chinese, e quel gioiello che è “A Series Of Coincidence”, ma è con la potente e per nulla scontata “Simple And Indivisible” che si tocca il vertice del disco. "Memories Of Always" è un disco intenso e ricco di musica, ma soprattutto è un esempio di come in Italia ci sia una scena jazz sorprendente viva, ancorché tutta da scoprire per il grande pubblico. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia