Talos Festival, Ruvo di Puglia (Ba), 4-14 Settembre 2014

Ventisette concerti, un convegno, due mostre fotografiche, un workshop, oltre quattrocento musicisti coinvolti, ed oltre cinquanta giornalisti accreditati provenienti da tutto il mondo. Sono questi i numeri dell'edizione 2014 del Talos Festival, manifestazione nata nel 1993 da un'idea del trombettista e compositore Pino Minafra, che intese gettare nuova luce sul fenomeno delle bande partendo dalla forte tradizione radicata in Puglia, fino ad esplorarne le potenzialità di viatico per la sperimentazione e la musica contemporanea. Cenerentola delle grandi formazioni musicali, dimenticata dall’establishment e dall’intellighenzia, la banda è un patrimonio del Sud Italia da oltre due secoli, e quasi fosse un teatro itinerante, ha rappresentato il veicolo di diffusione principale della lirica e delle grandi sinfonie nella nostra nazione, facendole arrivare in quei paesi e quelle piazze, spesso geograficamente lontane e culturalmente depresse. Come lo stesso Pino Minafra ci ha raccontato nell'intervista pubblicata nei numeri precedenti, il Festival, dopo la sua scelta di abbandonarne la direzione artistica, ha conosciuto momenti bui, arrivando in fine a chiudere i battenti.
Grazie all'azione sinergica di enti locali e sponsor privati, nel 2012 il Festival ha ripreso vita, ritrovando insieme alla direzione artistica di Minafra anche la sua dimensione originaria, in cui ricerca, sperimentazione e valorizzazione del suono delle bande, va di pari passo con la tutela e la promozione del territorio. Le quarantamila presenze registrate nelle ultime due edizioni ci parlano di un chiaro successo in termini di presenze, ma il risultato più importante è quello a livello qualitativo, non solo dal punto di vista del cartellone sempre ricco e curato, ma anche in termini di pubblico, sempre attento, competente e partecipe. Un dato di fatto questo da non trascurare nella regione de La Notte della Taranta, da sempre combattuta tra l'attrazione caciarona del grande evento, e l'esigenza di tutelare la tradizione. Il Talos Festival in questo senso ha raggiunto tutti gli obiettivi, grazie ad una organizzazione impeccabile, una macchina perfettamente oleata al cui funzionamento collaborano tutti da Pino Minafra, che con occhio vigile segue passo passo ogni evento, ai tanti giovani che volontariamente hanno dato un contributo importante in termini logistici ed organizzativi, fino ai ristoratori e agli albergatori locali, i quali hanno predisposto un sistema di accoglienza praticamente perfetto nel rapporto costo/beneficio.
A Ruvo di Puglia nei giorni del festival, ma si può dire nel corso di tutto l'anno, non è ammesso "svendere la primogenitura per un piatto di lenticchie", non è contemplato il selvaggio affollarsi di bancarelle, non esistono rivenditori abusivi di prodotti locali più o meno genuini. A Ruvo di Puglia si lavora per amore del musica, ma anche per amore del territorio. È per questo motivo che il Talos Festival è tornato ad essere in breve tempo una delle manifestazioni pugliesi più apprezzate e conosciute a livello nazionale ed europeo. Tenendo fede al concept di base del festival, l’edizione 2014 è stata caratterizzata da un preciso filo conduttore ovvero “Bande - la melodia, la ricerca, la follia” attraverso il quale Pino Minafra e il suo staff hanno voluto rimarcare ancora una volta come la banda sia una fonte inesauribile di sorprendenti ispirazioni. A fare da preludio al Festival Internazionale, è stata la sei giorni di anteprime, che ha fornito una sorprendente fotografia dell’articolato universo delle bande classiche, formatesi in seno ad associazioni ed istituzioni pubbliche. Si è così avuto modo di vedere in azione l’Orchestra Giovanile “Apulia’s Musicainsieme” (4 settembre), l’Orchestra di fiati del conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari (5 settembre), Birbantband Italian Street Band, Route 99 con ospite Dario Cecchini (6 settembre), la banda “Vito Giuseppe Millico" di Terlizzi (7 settembre),
ma anche la Fanfara bersaglieri di Ruvo di Puglia e quella del 7° Reggimento Bersaglieri di Altamura (8 settembre), il “Gran concerto bandistico Biagio Abbate - Città di Bisceglie” (9 settembre), che si sono esibite all’ombra della meravigliosa Cattedrale di Ruvo di Puglia. A chiudere l’anteprima è stato il 10 settembre il progetto speciale realizzato dalla Sossio Banda con l'Orchestra di fiati "Raimondo Farina" di Spinazzola. Particolarmente intense sono state anche le attività collaterali agli eventi serali, con incontri/concerto pomeridiani tenutisi presso la Scuola Media Giovanni Paolo XXIII ovvero la conferenza concerto “Quando la musica ridà parola" in cui il foniatra Giuseppe Esposito ha illustrato la toccante vicenda di Salvatore Barile (flicorno tenore), il quale nonostante un intervento alla laringe è tornato alla sua attività di musicista; “Luci Al Buio”, il concerto degli allievi di pianoforte del maestro Enrico Palladino in collaborazione con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, e la bella mostra fotografica “Musica e territorio” a cura di Rocco Lamparelli, il cui vernissage è stato accompagnato dall’esibizione di Vincenzo Mazzone (batteria) e Nicola Pisani (sax) e dal concerto della SerD Band della Asl di Ruvo di Puglia. Il Talos 2014 è entrato nel vivo con il festival internazionale incentrato sulla valorizzazione dell’ ecletticità, della poliedricità e dell’innovazione che la banda può svolgere nel panorama musicale internazionale.
A presentare ogni evento in programma è stato il direttore artistico Pino Minafra, il quale con grande competenza e con l’ausilio di Ugo Sbisà, professore di storia del jazz, ha illustrato i tratti e le peculiarità di ogni concerto, senza tralasciare dettagli storici e discografici. Giovedì 11 settembre nella bella cornice del chiostro dell’ex-Convento dei Domenicani, si è tenuta l’inaugurazione della mostra fotografica di Francesca Patella dedicata all’Instant Composers Pool Orchestra di Francesca Patella, a cui è seguito il suggestivo concerto che ha visto protagonista l’inedito duo composto da Gianluigi Trovesi (clarinetti) e Margherita Porfido (clavicembalo). Giusto il tempo di attraversare le vie del centro storico di Ruvo e alle 20,00 in Piazzetta Le Monache si è tenuto il concerto per solo piano di Keith Tippett, musicista inglese alfiere di una lunga serie di esperienze musicali a partire dagli anni Sessanta, e che ha offerto al pubblico del Talos Festival una performance di grande pregio, che resterà a lungo nella memoria di tutti i presenti per la sua intensità. A chiudere la serata è stata la Tankio Band di Riccaro Fassi, una delle orchestre più importanti della scena jazz italiana, che con la complicità del grande Antonello Salis ha dato vita ad un tributo a Frank Zappa.
Il Talos Festival è entrato nel vivo venerdì 12 settembre, quando dopo la proiezione pomeridiana del toccante film "Misha Enzovoort" del regista Cherry Duyn dedicato alla vicenda di Misha Mengelberg, il palco di Piazzetta Le Monache ha visto protagonista l’Orobico Quartetto, nuovo progetto di Gianluigi Trovesi che rappresenta un duplice ritorno a casa non solo per la presenza di alcuni storici collaboratori, ma anche per un riavvicinamento più marcato verso la forma del combo jazz. Sul palco il nuovo quartetto di Trovesi ha portato in scena un set di grande pregio in cui a spiccare è stata l’incursione nelle sonorità della tradizione popolare del Sud Italia, con le riletture in chiave jazz della “Tarantella Del Gargano” opportunamente rinominata “Gargantella”, e della “Carpinese”, nonché l’inedito “Dedalo” ispirato dal ritmo della tammurriata campana. Non sono mancati alcuni ripescaggi dal repertorio dell’Ottetto come l’iniziale “Siparietto”, o gustose soprese come “Novarietto” e una gustosa versione strumentale in chiave jazz di “Mille Bolle Blu”, con la quale Trovesi ha chiuso tra gli applausi la sua esibizione. In conclusione della serata si è tenuto poi lo spumeggiante concerto della Instant Composers Pool Orchestra.
Nata nel 1967 ed ancora attiva nonostante il ritiro dalle scene di uno dei fondatori Misha Mengelberg, la ICP Orchestra, come ha dimostrato anche nel recente disco dal vivo “East Of The Sun”, è tutt’oggi una delle realtà più interessanti della scena jazz mondiale, e questo non solo per la illuminata guida del batterista Han Bennink e del contrabbassista Ernst Glerum, ma anche per la presenza nell’organico di strumentisti di primissimo livello come la violinista Mary Oliver. Spaziando tra brani di grande pregio compositivo, eclettiche improvvisazioni, e divertissment, la ICP ha raccolto un grande successo sul palco di Piazzetta Le Monache, un successo confermato anche dal workshop collaterale al quale hanno partecipato numerosi giovani musicisti, e che è culminato in uno straordinario concerto pomeridiano il giorno seguente, tenutosi presso il Cortile dell’Ex Convento dei Domenicani. La sera di sabato 13 settembre si è aperta con il set per sola batteria di Han Bennink, il quale ha dato vita ad una esibizione superba in cui si è divertito non solo a farci apprezzare tutta la potenza espressiva della sua voce ritmica, ma anche a dimostrare la capacità percussiva di qualsiasi oggetto, sia esso anche una semplice sedia.
Evento cardine della serata e dell’intero festival è stato il progetto speciale "For Mandela" allestito da Pino Minafra con la sua Minafric Orchestra, con la partecipazione di Keith & Julie Tippetts, del batterista Louis Moholo e delle voci di Gianna Montecalvo, Cinzia Eramo e Lisa Manosperti. Attraverso una successione serrata di brani la Minafric Orchestra, e i suoi ospiti, hanno condotto il pubblico alla riscoperta del repertorio di quel gruppo di musicisti sudafricani emigrati in Inghilterra durante l’apartheid, spaziando attraverso le composizioni di Chris McGregor, Dudu Pukwana, Johnny Dyani, Mongezi Feza, Harry Miller, e Enoche Sontoga, senza tralasciare lo stesso Keith Tippet e la splendida “Canto General” scritta da Pino Minafra per il poeta cileno Pablo Neruda. Insomma si è trattato di un evento davvero unico, anche per la presenza sul palco, nelle fila della Minafric, di alcuni grandi protagonisti della scena jazz italiana come lo stesso Pino Minafra, il figlio Livio, Roberto Ottaviano, Pasquale Innarella, e Carlo Actis Dato, e qualche giovane promessa come il salentino Giorgio Distante. 
La giornata conclusiva di domenica 14, si è aperta con un evento di grande pregio culturale ovvero il convegno dedicato alla Ogun Records, storica etichetta inglese fondata da Harry Miller, e nel corso del quale ne sono state ripercorse le vicende e la discografia da Hazel Miller, Roberto Ottaviano e Riccardo Bergerone. Solo il tempo di un ottimo pasto consumato in uno dei più apprezzati ristoranti locali, ed alle 17,00 presso la Cantina Crifo si è tenuto un omaggio a Steve Lacy con protagonisti Roberto Ottaviano (sax), Giorgio Vendola (basso), e Enzo Lanzo (batteria), seguito a ruota alle 18,00 dal sorprendente dialogo musicale tra la batteria di Louis Moholo e il pianoforte di Livio Minafra, tenutosi presso il Teatro Comunale. Ad aprire la serata conclusiva in Piazzetta Le Monache è stato il duo composto dal fisarmonicista carinziano Klaus Paier e dalla violoncellista croata Asja Valcic, che ci hanno aperto le porte del loro universo musicale carico di passione ed eclettismo in cui echi di jazz, rock, musica classica e tango convivono armonicamente con la loro tensione continua all’improvvisazione. Il trombettista salentino Cesare Dell'Anna e Girodibanda, hanno chiuso il Talos Festival con il loro ormai apprezzatissimo intreccio tra la tradizione bandistica e quella salentina, e nel corso della loro esibizione,
accompagnata dalla partecipazione delle voci di Claudio “Cavallo” Giagnotti e Rachele Andrioli, hanno presentato il nuovo singolo “Bolero di Aradeo (Bolero Pizzicato)” in cui “Bolèro” di Maurice Ravel incontra la pizzica pizzica. Il lancio dei palloni aerostatici e di centinaia di palloncini colorati, accompagnato dal suono degli ottoni di Girodibanda hanno chiuso l’edizione 2014 della manifestazione ruvese, nella quale si è avuto modo di toccare con mano come una direzione illuminata e lungimirante, unita all’azione sinergica delle istituzioni possa dare risultati sorprendenti tanto in termini qualitativi, quanto nella valorizzazione del territorio. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia