La figura di Katerina Fotinaki è riconducibile all’ormai storico e consolidato mondo della néo kyma greca, forma di popular music che è modello del fertile intersecarsi di musiche tradizionali orali ed espressioni popolaresche urbane, di musica colta e letteratura, nonché, negli ultimi decenni, di estetica world. Fotinaki ha alle spalle studi di lettere classiche e di canto con il baritono Spyros Sakkas (che scrive le note di presentazione del disco) all’Istituto di Arte Vocale di Atene. Collaboratrice della più nota Angélique Ionatos, come lei parte della diaspora greca, l’ateniese di nascita Fotinaki è cantante dalla vocalità fortemente elegante e al contempo espressiva, chitarrista e compositrice. “Le Cicale” (questa la traduzione di “Tzitzikia”, ndr), scrive l’artista nelle note che accompagnano il disco, «è una combinazione di brani che ho composto e arrangiamenti di canzoni greche, che sentivo di voler cantare e suonare a modo mio». Due anni fa Katerina ha vinto il premio al festival nazionale della canzone d’autore, patrocinato dalla Fondazione Onassis. «Il disco – aggiunge – in “normali circostanze” sarebbe stato prodotto in Grecia come premio del concorso. Ma oggi le cose raramente sono “normali” nel mio paese». Così l’album ha visto la luce in Francia, pubblicato dall’etichetta Accords Croisés. Per questo suo esordio discografico Fotinaki sceglie arrangiamenti sobri, con la presenza di elementi tradizionali e di echi orientali, di canzone d’arte e recitativo, toni elegiaci e tocchi di avantgarde. Si apre con una poesia di Odysseus Elytis – tra i massimi esponenti della poesia greca del secondo dopoguerra: fu premio Nobel per la letteratura nel 1979 – , le cui liriche fanno la parte del leone nel lavoro, sposata ad una nuova melodia che fonde canzone colta e anima orientale, composta dalla stessa Fotinaki e con in bell’evidenza la viola di Stamos Semsis. “Tis Dikaiosynis ilie Noite” (nel disco ha il titolo francese
“Soleil de la justice”) è ovviamente la celebre composizione di Mikis Theodorakis sul poema di Elytis, che da sempre in Grecia è associata alla fine della dittatura del 1974. «Non avevo compreso veramente il significato delle parole (che cantavamo a scuola da ragazzi). Fino ad adesso», precisa Katerina. Possiamo darle torto, considerata la nuova dittatura finanziaria che strangola il paese? Il brano è reso in maniera minimale con due chitarre, come fosse una preghiera rivolta al Sole della giustizia che possa ritornare ad illuminare la Grecia. La cifra colta e internazionale di Fotinaki è espressa molto bene nella melodia di “Le Trèfle Marin”, ancora una poesia di Elytis, musicata con voce, chitarra, bandoneon (Matias Gonzales), arpa (Cècile Audebert), violoncello (Gaspar Claus). “Europe”, cantato e recitato, è un accorato inno alla speranza da una poesia di Kostis Palamas del 1914, nella quale si esprime il sogno di un Europa di pace. Un brano da ascoltare, di questi tempi! Tocca poi ad un altro classico di Manos Hadjidakis (“Marianthi to Anemon”) e a “Doukou Doukou Mihanaki”, proveniente ancora dalla raccolta “Gli R di Amore” di Elytis. Dopo la digressione sudamericana di “Tango Mnemotechnique” e il pathos del tradizionale “Amanès” per voce, basso acustico (Fotinaki) e chitarra (Orestis Kalabalikis) preparati, ecco la splendida “To Oneiro” (“Il sogno”) di Dyonyssios Solomos, già musicata da Hadjidakis. Katerina ha scritto una nuova melodia per questa poesia, pubblicata prima della rivoluzione greca del 1821, e le cui liriche conservano una forza vaticinante. Chitarra, basso acustico, arpa celtica e arpa preparata (accordata secondo un antico modo greco) sostengono la voce, che utilizza la forma della slam poetry. Notevole! Diteggiature incalzanti nel dialogo tra chitarra classica e chitarra acustica preparata in “O Ilios O Iliatoras”, dove la musica di Angélique Ionatos sposa i versi di Elytis. L’intimità della ninnananna “Nani” chiuderebbe questo affascinante CD-book della autrice ellenica, se non ci trovassimo ancora due versioni bonus di “Le Trèfle marin” e della title-track.
Ciro De Rosa
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