Folk Nostrum: Viaggio Fra Le Culture Del Mediterraneo

Intervista con Nando Citarella 

Musicista e musicologo, Nando Citarella è l’ideatore e direttore artistico del progetto “Folk Nostrum”, lo abbiamo intervistato per farci raccontare questo originale viaggio che attraverserà il Mediterraneo da Civitavecchia a Barcellona, e nel corso del quale si terranno diversi corsi di cultura popolare. 

Puoi parlarci del progetto “Folk Nostrum”? Di cosa si tratta? 
Di gioco e di musica, per citare il buon Rodari. E’ una nuova modalità per apprendere, studiare e divertirsi. Si viaggia per quattro giorni a bordo della nave Cruise Roma della Grimaldi Lines, da Civitavecchia alla volta di Barcellona. Nella capitale catalana si sosterà, a poca distanza dalle Ramblas e potendo dormire a bordo, un’intera giornata, poi si intraprende il viaggio di ritorno. Nel corso dei giorni di traversata si tengono vari corsi di cultura popolare negli spazi comuni della nave, riservati in esclusiva a Folk Nostrum. E si finisce con una grande festa che vede protagonisti tutti i corsisti. 

Qual è lo spirito del progetto? 
Nasce dal desiderio di far viaggiare le persone a conquistare, o meglio ancora, ad approcciare, ad “andare nel porto” delle culture che si amano. Dalla voglia dell’incontro soprattutto - parlando di mare, parlando di Mediterraneo e parlando di antiche civiltà - con importantissime realtà musicali, andare a trovarle proponendo l’incontro con le realtà locali. A verificare, a distanza di tanti anni, ciò che è cambiato e ciò che è rimasto uguale. Come alcune lingue, come alcuni ritmi o forme d’espressione musico-coreutiche. Ecco che ci affacciamo dall’altra parte, in questo caso verso la Spagna, ma la voglia e la speranza è anche di andare in futuro anche più a est e a sud verso l’altro bacino del Mediterraneo. 

La prima edizione è del 2011. Quali caratteristiche aveva? 
La precedente edizione, a cui hanno partecipato un centinaio di persone entusiaste, aveva al centro l’incontro tra due antiche danze che si caratterizzano dal ritmo. Da una parte scandito dal tamburo e dall’altra scandito dalle palmas. E dal canto, che è legato alla devozionalità, al sacro popolare. Dunque il flamenco inteso come canto ma anche come danza, e la tamurriata ugualmente come canto ed espressione di danza. Tutti e due in certo qual modo legate alla forma pre-cristiana, o più arcaica, chiamiamola della preghiera o della invocazione alla divinità, sia nell’aspetto della postura del corpo sia nell’esposizione vocale. Tutte e due con riferimenti al sincretismo religioso: parliamo della Passione, parliamo del Venerdì Santo, o anche di feste quali “Mori e Cristiani” che diventano appunto a Valencia, come a Valladolid, o anche a Malaga e Siviglia, “Moros y Cristianos”. Abbiamo la stessa identica cosa in Calabria, in Campania, in Sardegna, così come in Sicilia che è il Ballo dei Mori, oppure il ballo tra Cristiani e Saraceni. Tra la bella e il saraceno, e il cristiano. Che in questo caso la bella oltre a essere la donna impersona, rappresenta la Terra ma anche la divinità. 

E questa edizione che partirà il prossimo 10 maggio? 
Stavolta l’incontro è sulle voci e sulle espressioni di canto e danza che rappresentano la festa ma anche il lamento d’amore e il gioco. Ecco che entrano in ballo, da due parti: la vocalità femminile – che nella precedente edizione non c’era – e dall’altra l’apporto delle corde nella tradizione, che nella prima iniziativa invece era legata soltanto alla musica classica e alla chitarra. Avremo invece il bouzuki, il mandoloncello, il tar, il robab, il setar, la chitarra battente che sono strumenti figli dell’antico oud, ma cugini poi di strumenti quale il colascione, quale la chitarra barocca, fino ad arrivare al mandolino e la mandola che ancora oggi vengono usati. Se ne approfondirà l’espressione, nonché l’accompagnamento di questi strumenti alla vocalità; poi entrambi si metteranno al servizio della danza. Abbiamo voluto dare però anche un’altra impronta, un altro colore, più antichi, che vanno anche al di là del Mediterraneo. Dall’antica Persia, e dal viaggiare dei poeti persiani legati poi al sufismo. Verso, diciamo, un incontro fra Jalalludin Rumi e San Francesco, che hanno camminato e hanno praticato attraverso la danza e attraverso la musica, oltre che alla povertà. 

Come si articola quindi la permanenza a bordo? 
La prima sera, sabato 10, ci sarà l’incontro collettivo con i vari docenti, dalla domenica i partecipanti si ripartiranno per i quattro corsi; ognuno ne potrà seguire due. Inoltre si potrà liberamente assistere alle conversazioni artistico-letterarie dell’associazione culturale Flumen sulle mitologie del Mare Nostrum e sull’architettura modernista catalana, in preparazione alla visita alla città che si effettuerà durante la giornata di lunedì 12. I corsi sono quindi: uno sul canto al femminile legato al centro sud Italia e alle Isole, tenuto da Gabriella Aiello. L’altro sul canto femminile è invece legato ai Paesi del Mediterraneo che guardano l’Italia, tenuto da Barbara Eramo insieme a Stefano Saletti. Tutta la parte culturale, musicale e di danza sufi è a carico del maestro persiano Pejman Tadayon. Io, con Nathalie Leclerc, mi dedicherò, come detto, all’approfondimento sulle percussioni tradizionali, tamorra e tamburelli, anche in affinità con il duff, il dairè e il tombak che sono strumenti persiani fratelli più antichi del nostro tamburello. In mezzo a tutto ciò farà da collante la danza; da una parte quella più antica – appunto sufi e dervisci – e dall’altra la tarantella, che racchiude, però, come nella figura sufi il movimento del giro, sia nella versione calabrese sia napoletana e soprattutto in quella pugliese. Il giro è fondamentale perché, come dicevano i vecchi, è la trance per fermare il tempo, la voglia di non far passare la festa. 


Piero Pasqua


Per informazioni e prenotazioni www.folknostrum.it

Per i lettori di blogfoolk che al momento della prenotazione presenteranno il voucher da scaricare qui, in omaggio il transfer in pullman da Roma, Stazione Termini fino all’imbarco a Civitavecchia e ritorno.

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