Nata a Dublino ma trasferitasi nei primi anni Settanta a Roma, Kay McCarthy nel corso della sua ormai trentennale carriera è stata una delle principali interpreti della tradizione musicale irlandese in Italia, dando alle stampe oltre dieci dischi, ma soprattutto dedicandosi ad un intensa attività dal vivo, che l’ha portata negli anni a raccogliere grandi apprezzamenti di pubblico e critica. A tre anni dalla pubblicazione di “Quintessence”, uscito in cd e dvd nel 2010, la ritroviamo alla prese con “L’Amore Che Tace”, disco nato da un’idea del marito, Piero Ricciardi, il quale ha sollecitato la musicista irlandese a mettere in musica alcune sue poesie scritte in italiano. Così dopo aver chiamato a raccolta alcuni dei suoi principali collaboratori già coinvolti nel progetto Kay McCarthy Ensemble, come Arturo Annecchino (pianoforte), Alfonso De Pietro (voce e chitarra), Fabio De Portu (chitarra), Stefano Diotallevi (pianoforte), Ugo Dorato (pianoforte), Mirko Fabbreschi (pianofotre, chitarra e tastiera), Leno Landini (armoniche), Mauro Orselli (percussioni, batteria e voce), Fabio Scanzani (sassofono) e Susanna Valloni (flauto e whistle), ha cominciato a prendere corpo un disco che, partendo dalla tradizione musicale irlandese si immerge nella canzone d’autore, attraverso tredici brani cantati prevalentemente in Italiano. Si tratta insomma di una piccola rivoluzione nel percorso artistico della McCarthy, ma anche di una scommessa di non poco conto, considerando anche i temi trattati nei vari brani che spaziano dall’immigrazione, alla crisi economica e sociale, fino a toccare la forza salvifica dell’amore che non tace mai, quell’amore evocato anche dalla bella copertina firmata da Domingo Notaro. Ad aprire il disco è la notturna “Passi Nella Notte” in cui il pianoforte di Annechino accompagna la voce della McCarthy, che nelle sue liriche evoca la dolorosa separazione tra due persone un tempo innamorate, ed ora divise dall’odio. “Ultima Preghiera”, caratterizzata dall’intreccio tra il cantato in italiano di Alfonso De Pietro e quello in inglese della McCarthy, è il grido di dolore di un imprenditore spinto al suicidio dallo stato, che con le tasse ha distrutto la sua attività. La tragica vicenda di una ragazza violentata ed uccisa su una spiaggia è alla base poi della murder “La Ragazza Dell’Est”, in cui spicca l’armonica di Leno Landini. La poesia di Piero Ricciardi “Il Corpo”, ci introduce alle melodie irish di “Naufragio” in cui la McCarthy racconta il dramma di uno dei tanti viaggi della speranza compiuti dagli immigrati verso l’Italia e terminati violentemente con un naufragio. Il breve frammento “… L’Amore Tace...” apre la strada alla toccante “Ricordati Di Me, Di Noi”, dedicata alla poetessa italo-inglese Christina Rossetti. Si sale poi a bordo de “Il Treno Dei Pendolari” con lavoratori e studenti già stanchi, stipati in vagoni sporchi, lenti e precari, evocati dall’armonica di Leno Landini e dal bodhrán di Piero Ricciardi. Ritorna il tema del distacco in “Separazione” in cui ancora una volta protagonista è il pianoforte di Annechino, ma un raggio di luce filtra prima con quel gioiellino che è “Se I Se…” e poi in “ A-Ma-Mi Sempre”, ispirata dai versi di Elizabeth Barrett-Browning, e caratterizzata da una eccellente prova vocale della McCarthy. Completano il disco una superba versione in gaelico de “I Passi Nella Notte” e il recitato conclusivo “… L’Amore Tace…”. Nonostante richieda più ascolti per essere interiorizzato ed apprezzato a fondo, questo disco è senza dubbio uno dei lavori più personali profondi di Kay McCarthy che, ha dato prova non solo di essere una raffinata autrice in italiano, ma anche di riuscire a superare qualsiasi difficoltà metrica, valorizzando la massimo tutte le sue doti vocali.
Salvatore Esposito
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