Molto in voga tra la fine degli anni Sessanta e buona parte degli anni Settanta, la chicha è un genere musicale sviluppatosi in Perù che mescola ingredienti differenti che vanno dalla cumbia al rock psichedelico, passando per il pop latino, il son cubano e la musica tropicale. Insomma si tratta di un impasto musicale che abbraccia tutte le sfumature sonore del Sudamerica contaminandole con il rock, un meltin’ pot sonoro, che potremmo definire sincretico o meticcio ma sarebbe del tutto riduttivo. Dopo il grande successo degli anni d’oro questo genere non ha riscosso più grande seguito, se non in Perù, tuttavia a riportarlo in auge su scala mondiale è stato il musicista francese Oliver Conan, il quale, complice una vacanza a Lima, otto anni fa decise di mettere su una band che riproponesse in chiave moderna questo particolare sound. Sono nati così i Chica Libre, sestetto tutto pepe, che il francese guida dividendosi tra i suoi impegni come gestore di un locale a New York e un etichetta discografica. A quattro anni dal disco di debutto Sonido Amazonico, nel quale rendevano omaggio ad alcuni classici della tradizione peruviana, il gruppo newyorkese torna con un nuovo album Canibalismo, disco che raccoglie quattordici brani dal sound più marcatamente world, dove la struttura ritmica della cumbia incontra ora le timbriche africane, brasiliane e colombiane, ora le suggestioni della clave cubana e del rock urbano. In questo senso particolarmente calzante ci sembra il titolo che rimanda direttamente al “cannibalismo culturale” e al Manifesto Antropófago del poeta brasiliano Oswald de Andrade. Non è un caso infatti che durante l’ascolto si percepiscano addentellati culturali di ogni tipo che ci conducono da Carlos Santana alla tradizione musicale peruviana, dai Caraibi a quel sorprendente riadattamento della Cavalcata delle Valchirie di Wagner che è “The Ride of The Valkyries”. Insomma Canibalismo è un disco davvero spiazzante e non solo dal punto di vista musicale ma anche per la sua portata culturale, infatti rappresenta una delle sintesi più riuscite degli ultimi anni di quelle che sono le tante sfumature della musica del Sud America, qualcosa di ben diverso da quei balli di gruppo che spopolano sulle spiagge in estate. Insomma se cercate della bella musica sudamericana riletta in chiave moderna, dovete fare una capatina da queste parti, non ve ne pentirete.
Salvatore Esposito
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