Considerati uno dei gruppi più interessanti della scena musicale salentina, i Kalàscima nascono ad Alessano (Le) circa dodici anni fa dall’incontro tra il polistrumentista Andrea Morciano e il percussionista Riccardo Laganà. Dopo aver pubblicato il loro disco di esordio “Quannu U Diavulu Te ‘nkarizza... L’Anima Ne Vole” nel 2003 hanno seguito un lungo percorso di maturazione, passato attraverso una intensa attività live sia in Italia che all’estero, che li ha condotti alla realizzazione del loro secondo album, Santa Maria del Foggiaro. Il disco, realizzato con la produzione artistica di Stefano “Iosko” Iascone e registrato ad Alessano (Le) presso l’Auditorium Don Tonino Bello, raccoglie tredici brani che mescolano canzone d’autore e musica tradizionale, il tutto caratterizzato da testi profondi e mai scontati caratterizzati da un forte desiderio di conservare la “memoria sociale” della loro terra. Forte di un solido percorso di ricerca sulle sonorità tradizionali, il gruppo salentino è anche un laboratorio creativo a cielo aperto, non limitando il proprio raggio d’azione alla sola musica ma anche alla storia e agli eventi che hanno segnato la loro terra. La musica popolare riscopre così la sua fondamentale funzione di denuncia sociale che si concretizza, non solo quindi nella sua dimensione ricreativa e aggregativa, ma diventa un baluardo contro l’oblio del tempo. L’urgenza creativa e comunicativa dei Kalàscima è così la molla per rileggere le lotte contadine in “La Rivolta dell’Arneo”, le dure condizioni di lavoro e le morti bianche nella splendida “8 Agosto ‘56 – Marcinelle” introdotta dal racconto di Mario Perrotta “M’ero illuso”, ma anche il coraggio di chi ha lottato contro il terrorismo nel brano A Guido Rossa”. Dal punto di vista prettamente sonoro ad una solida base di musica tradizionale salentina si aggiungono suggesioni provenienti dalla tarantella garganica, calabrese e siciliana, ma anche suoni che rimandano all’Irlanda, alla musica klezmer e ai balcani, il tutto caratterizzato da una ricchissima strumentazione. Durante l’ascolto emergono così brani come la tiratissima title track in cui troviamo come ospite Puccia degli Après la Classe che aggiunge una bella dose di reggamuffin al sound del gruppo, ma anche quel gioiello che è la trascinante “Tarantella per elettroneddas e zampogna” registrata con la partecipazione di Mario Incudine. Non mancano alcuni brani tradizionali come la pizzica pizzica in “Cutrofiano” che suona come un omaggio al grande Uccio Aloisi, e una bella versione divisa in due parti di “Donna De Coppe”. Santa Maria del Foggiaro è dunque un disco maturo, solido e ben strutturato, che evidenzia molto bene tutte le potenzialità dei Kalàscima, cogliendo tanto la loro originale cifra stilistica quanto anche la loro attitudine live.
Salvatore Esposito
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