In attesa dell’uscita ufficiale del loro secondo disco, Incanti e Tradimenti, di prossima pubblicazione per S’Ardmusic e Elenaledda Vox, il progetto Triace ne ha offerto un anteprima al pubblico salentino, dando vita ad un coinvolgente concerto nella bella location dell’Anfiteatro di Torre dell’Orso, incorniciato da una delle spiagge più belle del Tacco D’Italia.
Emanuela Gabrieli, Carla Petrachi, e Alessia Tondo, partendo dalle solide basi del loro disco di debutto, hanno intrapreso un nuovo cammino che prende le mosse dalla tradizione musicale della loro terra, il Salento e si allarga fino a toccare nuove suggestioni come il jazz e l’elettronica. Il risultato è un linguaggio sonoro del tutto nuovo in cui si mescolano improvvisazione e suggestioni elettroacustiche, che incorniciano magicamente le loro tre voci. Rispetto al passato ciò che risalta sin da subito è la guida di Elena Ledda, che sebbene non presente sul palco, dimostra di aver dato davvero moltissimo a queste ragazze non solo in termini di approccio vocale, ma anche dal punto di vista polifonico.
L’attenzione alle timbriche, la capacità di improvvisare, e l’eleganza di diverse soluzioni melodiche, fanno emergere con maggior forza la caratteristica peculiare del progetto Triace, ovvero l’utilizzo delle voci come strumento. Le tre voci di Emanuela Gabrieli, Carla Petrachi, e Alessia Tondo, sebbene diverse come timbriche, si fondono così in un tutt’uno armonico, inseguendosi, intrecciandosi e dialogando in modo molto suggestivo, supportate in modo impeccabile da Marco Rollo, che destreggiandosi tra piano e programmazione ha messo in piedi per loro un perfetto ambiente sonoro. Creatività, talento, e passione sono così gli ingredienti di un concerto nel quale si mescolano pizziche, canti di lavoro, ninne nanne, il tutto riletto in una chiave diversa e sperimentale che si stacca completamente dalla musica di riproposta per abbracciare uno stile trasversale, reso ancor più coinvolgente dalla simpatia e dalla carica di queste tre splendide voci salentine.
Il concerto non cala mai di tono e prosegue per oltre due ore, divertendo e coinvolgendo il pubblico in un viaggio sonoro di grande intensità, in cui il tamburello è fido compagno di viaggio, ma che mira ad esaltare al massimo le loro voci. Gli applausi alla fine suonano così come un riconoscimento importante, un premio al loro coraggio, e alla scommessa vinta di aver scelto di uscire dal Salento per andare ad incidere il loro secondo disco in Sardegna. Una scelta non facile, forse a prima vista penalizzante per loro, quasi ostracizzate durante la sempre intensa estate salentina, ma assolutamente determinante per la loro crescita musicale.
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Salvatore Esposito
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