O’ Rom - Vacanze Romanes (Centro di Cultura Popolare del Mediterraneo/Terre in Moto)


Nati nel 2008 dall’incontro tra tre musicisti napoletani ovvero Carmine D'Aniello (voce, bouzuki, tamburi a cornice), Carmine Guarracino (chitarre), e Amedeo Della Rocca (percussioni) e quattro musicisti musicisti rumeni di etnia rom, Ilie Pipica (violino), Ion Tiţa e Doru Zamfir (fisarmonica), Ilie Zbanghiu (contrabbasso), gli O’Rom nascono a Napoli tra vicoli, piazze e concerti improvvisati in strada, come un progetto all’insegna dello scambio umano e musicale, del confronto tra musiche, ritmi e timbri dell’area mediterranea con quelli dei Balcani, una fusione tra tradizioni diverse. Significativo in questo senso è anche il loro nome che riassume la loro idea di sincretismo musicale con Rom che in lingua romanì significa l’uomo zingaro, e l’articolo napoletano O’ ovvero lo. Sebbene la loro cifra stilistica non brilli per grande originalità, ponendosi nel solco di Goran Bregovic come in quello di Moni Ovadia, il gruppo partnopeo-rom si è lasciato sin da subito apprezzare per l’energia e la qualità dei loro live act che e a distanza di quattro anni da quando hanno mosso i primi passi insieme, finalmente arriva anche il loro disco di debutto. Pubblicato da Terre in Moto, Vacanze Romanes, questo il titolo dell’album, è stato proodotto da Carmine D’Aniello e Carlo Licenziato e raccoglie undici brani tradizionali dell’area balcanica e del sud Italia, dedicati a Adnan Hozic, pioniere della promozione della musica dell’Est Europeo in Italia sin dagli anni novanta. Per comprendere a pieno lo spirito che ha animato il disco è interessante quanto dichiara “Abbiamo parafrasato il titolo del film Vacanze Romane dove Romanes indica la lingua parlata da rom e sinti, e abbiamo affrontato in modo sarcastico il tema degli stereotipi e dei luoghi comuni legati ai rom... Alcuni di essi vivono nei campi da oltre vent’anni non per scelta o perché amanti della vita da campeggio ma nellasperanza di avere un’abitazione e una vita dignitose”. Insomma gli O’Rom superano i limiti della loro scarsa originalità con una proposta musicale sincera e densa di significato e questo ci sembra cosa non da poco, considerando anche che il disco vibra di intensità e di energia con brani come l’iniziale Kerta Mange Daje, la travolgente Opa Tzupa e le altrettanto belle Kalushua e Ciocarlia a brillare in modo particolare. Certo qualche dubbio lo lascia la scelta di recuperare un brano come Ederlezi, già ampiamente cristallizzato da Bregovic, o l’abusatissimo tradizionale salentino in grico Kalinifta, che suona più come uno specchietto per le allodole che altro. In generale Vacanze Romanes è un ottimo disco, ma che ha comunque tutti i limiti dell’opera prima, siamo però certi che in futuro gli O’Rom sapranno trarre il meglio dalle loro ampie potenzialità magari calcando più la mano sulla commistione suoni napoletani e quelli gypsy, che per ora è solo virtuale ed ideale e non reale.


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia