I Camillorè sono una band pugliese che propone un originale ibrido tra teatro e canzone che mescola folk, rock e jazz dando vita a quello che è Sghisghigno, il regno di Re Camillo, il loro mondo sonoro sospeso tra realtà e fantasia e situato tra l’Ungheria, i Balcani e la Puglia, nel quale si alternano atmosfere sognanti a spaccati grotteschi. Composto da sei musicisti ovvero Davide Cedda (voce e kazoo), Roberto Baratto (piano e fisarmonica), Luca Antonazzo (sax), Giampiero Fortunato (chitarra), Marco Malsoma (batteria) e Gerado Antonacci (basso), il gruppo ha all’attivo già un album, Non Mordete Le Ali Alla Cicogna e una intensa attività live che li ha condotti ad esibirsi anche sul palco del Concertone del Primo Maggio. Graffi e Perle è il loro nuovo album nel quale attraverso sedici brani inediti, conditi da quattro intermezzi recitati dall’attore Pasquale D’Attoma e dal sax del jazzista Roberto Ottaviano, ci offre la completa realizzazione di quella che loro amano definire Sghisghigno Muzika, un folk rock contaminato vicino all’idea dei Gogol Bordello. Nel loro insieme i brani compongono la storia surreale di un Aquilone Domestico e del suo inseparabile Piangoforte a Coda, ricca di riferimenti al cinema italiano di Fellini, Totò ed Eduardo De Filippo. Durante l’ascolto brillano così brani come Suono Il Pianoforte A Coda, o il Jezzarolo in cui viene evocato Enzo Jannacci, ma anche piccole perle come il rock’n’ roll brass de Il Professor Procopio Trombetta, le sonorità orientaleggianti di Temistocle Malalingua ma soprattutto la travolgente Pllaq Plluq e Papà Oloconte che senza dubbio rappresentano i due vertici del disco. Graffi e Perle è dunque un disco solido che mette in luce tutta le potenzialità di questa scanzonata band con la passione per il cinema italiano. Merita, dunque, un ascolto attento non fosse altro che per godersi le loro travolgenti ed eclettiche scorribande sonore che fanno da sfondo a racconti e storie surreali.
Salvatore Esposito
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