Coinvolgente! È sicuramente questo l’aggettivo che meglio descrive " Si' vo' Ddio", il nuovo lavoro dei Terrasonora. Coinvolgente come sola la musica folk sa essere, coinvolgente come le sonorità, i testi e le interpretazioni del gruppo partenopeo che penetrano in chi li ascolta ed ancor di più in chi ha il piacere di apprezzarli dal vivo, captando un’emozione che folgora. Ed è stato proprio così, per le tante persone che venerdì 16 hanno partecipato alla presentazione dell’album presso la Casa dell’Umana Accoglienza ad Acerra. Una serata che ha fatto assaporare cinque brani del nuovo album e ha raccontato del pianeta Terrasonora. Dagli esordi nel gruppo parrocchiale, passando per Alli Dieci, arrivando ai Terrasonora nel 1996, di strada n’è stata percorsa e dal 2005, sono arrivati i primi consensi e riconoscimenti, anche a livello internazionale, diventando rappresentanti dell’Italia in giro per i festival folk d’Europa: dal Portogallo alla Bulgaria attraversando Spagna e Francia; riuscendo ad avere anche recensioni oltreoceano, negli Stati Uniti.
Nel 2007, finalmente il primo disco Core e Tamburo. Giovanna Faraldo, voce; Francesco Ferrara, voce e castagnette; Raffaele Esposito, tastiere e pianoforte; Fabio Soriano, fiati etnici e voce; Antonio Esposito, basso e voce; Antonello Gajulli: percussioni; Gennaro Esposito, chitarre e voce; Massimiliano Punzo, tecnico del suono, sono oggi, una realtà non solo campana. I testi e le musiche di Gennaro Esposito e di Pasquale Ziccardi, prendono spunto dalla contemporaneità, fonte d’ispirazione dalla quale non si può prescindere. Rifarsi al passato senza mai tradire il presente, ma, al contrario, guardando con speranza al futuro: è così che nasce Statt’attient, dedicato alle morti bianche ed in particolare alle vittime dell’incidente alla Thyssenkrupp. Durante il concerto i Terrasonora hanno suonato: Guardame, vincitore nel 2010 di “Musicultura, premio Recanati”, è un brano che con veemenza riesce ad entrare nell’ascoltatore per la sua intensità; Alli Uno ripropone il canto popolare, la tammurriata; Votta Votta è la rielaborazione di alcune strofe di un altro brano tradizionale, la tarantella, nasce da quella che in gergo è chiamata barzelletta e vede l’innesto dei versi della tammurriata sul ritmo della tarantella; Na parola ‘e cchiù un pezzo inedito, sul valore di una parola in più che talvolta può renderci liberi; Si' vo' Ddio, brano che dà il titolo al disco, una poesia d’amore capace di emozionare.
Il gruppo ha inoltre regalato due brani tratti dal primo CD, Core e Tamburo che dà il nome alla raccolta e L’America sta ‘cca, pezzo dedicato agli immigrati, sempre di grande attualità. Il loro folk non può essere meramente letto come semplicistica reinterpretazione di tamurriate o di tarantelle: la loro musica attualizza la tradizione campana assimilando magistralmente ritmi e strumenti di ogni origine e provenienza: il risultato non è mai scontato o prevedibile e le combinazioni che nascono echeggiano suoni lontani che si fondono in un abbraccio universale. La serata è stata presentata da Salvatore Esposito, che grazie alle sue recensioni, alla stima e l’apprezzamento per il lavoro del gruppo, è stato l’anello di congiunzione con Aldo Coppola Neri, produttore della Radici Music Records, la casa discografica che ha pubblicato Si' vo' Ddio e sostiene ed incoraggia il progetto dei Terrasonora. Incidere questo secondo disco, ha portato con sé alcune avversità, quelle che molti gruppi devono affrontare, disponendo di risorse finanziarie scarse, ma neppure questi ostacoli sono stati un impedimento per il loro talento, riconosciuto da tanti che in vario modo hanno contribuito; pertanto i ringraziamenti sono andati a tutti gli addetti ai lavori che a vario titolo hanno reso possibile la realizzazione di un album di alto livello. Hanno collaborato anche Pasquale Ziccardi, chitarre, bouzouki, voce recitante ed effetti voce; Michele Signore, Lira Pontiaca, Violino e Shaker; e Peppe Copi, chitarra battente. Se con Core e Tamburo i Terrasonora sono riusciti a farsi conoscere nella penisola e oltre i suoi confini, auguriamo loro di poter avere un successo ancor più vasto con Si' vo' Ddio, un disco che chiunque sia appassionato non solo di folk, ma di musica dovrebbe ascoltare per apprezzare “il suono della terra, dalla terra del suono” (loro motto) , che riesce di nuovo ad incantare.
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