Ecco un disco decisamente newyorkese, nato da un amore comune e senza tempo, la Musica. Bill da Baltimora e Vinicius da Manaus (Amazzonia) si incontrano con i legni tra le mani e mettono in comune il songwriting, più sussurrato e delicato Vinicius, elettrico ma discreto il lavoro di Bill Frisell, un chitarrista decisamente controllato, nel senso che è uno che emette le note che ci vogliono col suono giusto per il pezzo. Il risultato è una musica che parla di malinconia, di saudade, in portoghese e spagnolo, dentro a una città-contenitore come New York. I suoni sono croccanti come mandorle tostate e si sente il sole brillante al quale più che mai ora aneliamo. Io e Bill, anche se non sembra, condividiamo un grande incontro, quello con l’astro della chitarra di Wes Montgomery, che per lui ha dato risultati brillanti, per me è rimasto dentro alla mia personale formula di cocktail. Ho sempre seguito la scena dalla quale Bill si è sentito attratto, quella che porta da Arto Lindsay a Ry Cooder, mi son piaciuti gli Intercontinentals e mi piace il sound trasversale del quale è capace Bill. In questo caso, il disco è decisamente spostato verso il Sudamerica ma il tutto viene attualizzato dal chiarore chirurgico dei loops ritmici selezionati da Frisell. E’ musica folk, popolare, lontana dalle elites e vicina al cuore della gente, musica popolare come dovrebbe essere fatta, ci son sprazzi gustosi di tex-mex e di Messico, portati avanti con grande gusto della melodia leggera e del suono cinematico. Le strade di New York bagnate dalla pioggia, come un film che si srotola sotto i tuoi occhi, finestre illuminate e groceries aperte tutta notte che diventano miraggi. La musica, quando mossa da sentimenti importanti, è un viaggio, in questo caso, con questo disco scintillante, il viaggio è decisamente affascinante e colorato di lacrime messicane. El Camino è il pezzo strumentale ( come tutti gli altri,a firma di entrambi) che mette il suggello a questa collaborazione fortunata. Spanish Harlem non è mai stata così bella e profumata.
Provo una bella e sana invidia per due musicisti che sono capaci di cantarsela e suonarsela così...
Antonio "Rigo"Righetti