Apprezzato chitarrista e compositore jazz, nonché titolare di una cattedra presso lo storico Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli, Pietro Condorelli ha alle spalle una lunga carriera cominciata nel 1980, che lo ha visto collaborare con artisti della scena internazionale come Lee Konitz, Gary Bartz, George Cables, Jimmy Wood, , Charles Tolliver, Bob Mover, e nazionale come Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Franco Cerri e gli Area, nonché protagonista di diversi dischi di grande spessore sia come solista sia in collaborazione band come Jazz Lag, Afro Blue, Contemporary Jazz Guitars, e Sonora. A distanza di cinque anni da Easy, il suo ultimo disco come solista, il musicista casertano torna con Wild Cats Difficult TO Bo.., pubblicato con l’etichetta calabrese Picanto ed inciso con un quartetto nuovo di zecca composto da Francesco Nastro al piano, Gianluigi Goglia al basso elettrico e Gaetano Fasano alla batteria. L’album raccoglie dieci brani originali che nel loro insieme rappresentano una intrigante sintesi del percorso musicale di Pietro Condorelli, attraverso ogni brano racconta la sua vita, le sue esperienze musicali, dando vita ad un lavoro molto intenso e personale, dove anche l’improvvisazione l’improvvisazione diventa un veicolo per toccare il cuore e l’anima del suo pubblico. Ad aprire il disco è Lennie’s Hour, dedicata a Lennie Tristano, un brano di grande spessore compositivo in cui brilla per l’eccellente interplay tra i musicisti, e per la sorprendente ritmica. Si spazia poi dalle reminiscenze di Coltrane di For My People alla cinematografica Love Consequences, un brano malinconico ispirato al film Le Conseguenze dell’Amore e dedicato all’amico di sempre Toni Servillo, in cui brilla Francesco Nastro al pianoforte. Si ritorna poi alle atmosfere jazz tradizionali con Altologic e Rhytm Change, ma uno dei vertici del disco arriva con Tonight Lullaby, una ninna nanna in chiave jazz, inizialmente pubblicata per una compilation dell’UNICEF, e caratterizzata da un’atmosfera mediterranea di grande suggestione in cui spicca un travolgente solo di basso di Gianluigi Goglia. La sezione ritmica giganteggia nelle successive Cico’s Walk e Difficult To Bo entrambe caratterizzate da un eccellente groove in cui a farla da padrone è la batteria di Gaetano Fasano. Il terzetto di brani che chiude il disco, è un crescendo di grande jazz con Ending The Gig, Blind 2 e la spettacolare Wild Cats, composizione già incisa nel 1989 a Boston ed ispirata alle frenetiche e selvagge notti americane. Wild Cat Difficult To Bo, rappresenta senza dubbio uno dei vertici della produzione artistica del musicista casertano, avendo la non comune caratteristica risultare mai scontato ma al contrario assolutamente stimolante e coinvolgente.
Salvatore Esposito
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Suoni Jazz