Ottobre era un mese speciale per la Roma papalina, si celebrava infatti la vendemmia tra suoni, canti e grandi bevute, mantenendo viva la tradizione di quei baccanali che da sempre appartenevano alla tradizione popolare sin dall’epoca imperiale. Fuori la cerchia delle Mura di Roma, tra Testaccio, Monte Mario e Ponte Milvio era tutto un brulicare di osterie aperte, di gente che faceva festa e per una volta anche le differenze sociali erano abbattute con i nobili mescolati tra la gente comune. Si beveva vino e si mangiava, si ballava il salterello e si giocava fino a notte fonda finchè sempre accompagnati dal canto e dal ritmo dei tamburelli e delle nacchere non si faceva ritorno a Roma. Ambrogio Sparagna con la sua Orchestra Popolare Italiana ha voluto celebrare questa importante ricorrenza per la Capitale con un concerto che li ha visti protagonisti sul palco dell’Auditorium Parco della Musica insieme a Francesco De Gregori, la cantante napoletana Maria Nazionale e il Coro Popolare diretto da Anna Rita Colaianni.
La Sala Santa Cecilia, andata praticamente sold out, ha ospitato dunque un evento unico e forse difficilmente ripetibile che ha visto mescolarsi e confondersi il cantautorato di Francesco De Gregori con i ritmi e le sonorità della musica tradizionale appenninica di cui è genuino interprete e ricercatore Ambrogio Sparagna. Non nuovi alla collaborazione i due hanno lavorato molto per la preparazione di questo spettacolo, in particolare su alcuni brani del cantautore romano che hanno trovato nuova vita rivestite di suoni e ritmi tradizionali. Mattatore ed animatore sul palco, Ambrogio Sparanga ha guidato la sua orchestra in modo magistrale facendo emergere non solo la versatilità dei suoi musicisti ma anche la tecnica esecutiva di ognuno, ed in particolare di Raffaello Simeoni perfetto alla chitarra e l'amico di sempre Erasmo Treglia che si è diviso tra ghironda, ciaramella e altri strumenti tradizionali.
La Sala Santa Cecilia, andata praticamente sold out, ha ospitato dunque un evento unico e forse difficilmente ripetibile che ha visto mescolarsi e confondersi il cantautorato di Francesco De Gregori con i ritmi e le sonorità della musica tradizionale appenninica di cui è genuino interprete e ricercatore Ambrogio Sparagna. Non nuovi alla collaborazione i due hanno lavorato molto per la preparazione di questo spettacolo, in particolare su alcuni brani del cantautore romano che hanno trovato nuova vita rivestite di suoni e ritmi tradizionali. Mattatore ed animatore sul palco, Ambrogio Sparanga ha guidato la sua orchestra in modo magistrale facendo emergere non solo la versatilità dei suoi musicisti ma anche la tecnica esecutiva di ognuno, ed in particolare di Raffaello Simeoni perfetto alla chitarra e l'amico di sempre Erasmo Treglia che si è diviso tra ghironda, ciaramella e altri strumenti tradizionali.
Le terzine della Divina Commedia di Dante, cantate da Francesco De Gregori sul ritmo della pizzica hanno aperto la scaletta, rimandandoci all'edizione 2004 della Notte della Taranta durante la quale salì sul palco di Melpignano con il musicista di Maranola, da quella magnifica esperienza viene recuperata poi anche il tradizionale griko Agapimu Fidela Protinì in duetto con Raffaello Simeoni. Si spazia così dai brani tradizionali ad alcune perle del repertorio del cantautore romano come San Lorenzo, Terra e Acqua, Sotto Le Stelle del Messico a Trapanar, La Ragazza e La Miniera, tutte vibranti di grande tensione esecutiva, con un Francesco De Gregori perfettamente a suo agio tra le sonorità tradizionali. Il momento più intenso della serata lo si è avuto con l'ingresso sul palco di Maria Nazionale, voluta espressamente dal cantautore romano al suo fianco per cantare con lei la splendida Ipercarmela e Santa Lucia. Non è mancato qualche episodio in cui a cantare è stato lo stesso Sparagna, che ha recuperato alcuni brani dal disco omonimo di qualche anno fa, come L'Onore cantata a tre voci con De Gregori e Maria Nazionale, ripetuta anche come bis finale.
Di grande impatto è stato anche l'apporto del Coro Popolare diretto da Annarita Colaianni, che ha interpretato alcuni classici della tradizione romana come la bella esecuzione di Chi T'Ha Dipinto insiema all'Orchestra, tuttavia un'altro dei vertici della serata lo si è avuto con la suggestiva versione di Quanno So' Morto cantata da Raffaello Simeoni. L'Ottobrata Romana 2011 è stata dunque un'occasione preziosa per ascoltare non solo due grandi musicisti, che seppur in territori diversi hanno dato un contributo importante alla tradizione musicale italiana, ma anche due amici che si sono confrontati partendo dalle radici della musica tradizioanle arrivando a connetterle con la poesia del cantautorato. Alla fine del concerto, la speranza è stata quella di poter ascoltare un giorno un live che cristallizzasse questa splendida serata, unica e putroppo, forse, difficilmente ripetibile.
Di grande impatto è stato anche l'apporto del Coro Popolare diretto da Annarita Colaianni, che ha interpretato alcuni classici della tradizione romana come la bella esecuzione di Chi T'Ha Dipinto insiema all'Orchestra, tuttavia un'altro dei vertici della serata lo si è avuto con la suggestiva versione di Quanno So' Morto cantata da Raffaello Simeoni. L'Ottobrata Romana 2011 è stata dunque un'occasione preziosa per ascoltare non solo due grandi musicisti, che seppur in territori diversi hanno dato un contributo importante alla tradizione musicale italiana, ma anche due amici che si sono confrontati partendo dalle radici della musica tradizioanle arrivando a connetterle con la poesia del cantautorato. Alla fine del concerto, la speranza è stata quella di poter ascoltare un giorno un live che cristallizzasse questa splendida serata, unica e putroppo, forse, difficilmente ripetibile.
Salvatore Esposito
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