Musicista di grande esperienza e con un passato trascorso in formazioni come Officina Zoé, Canzoniere Grecanico Salentino e Salentorkestra, nonché componente di spicco dell’Orchestra della Notte della Taranta, Giancarlo Paglialunga giunge al suo disco di debutto con T’Amai, lavoro di grande spessore, dedicato ai cantori e ai musicisti da cui ha appreso la tradizione musicale salentina e purtroppo oggi scomparsi. Sebbene sia vivo e vibrante in ogni traccia lo spirito di Uccio Aloisi, Uccio Bandello, Tora Marzo, Bruno Petrachi , Pino Zimba e dei Cantori di Gallipoli, Giancarlo Paglialunga rifuggendo l’idea di concepire il disco come un semplice tributo, dando vita ad un percorso di ricerca teso alla riscoperta del patrimonio musicale dell’area jonica del Salento, dove lui stesso vive. E’ quella una terra ancora da scoprire, musicalmente parlando, in quanto non ha conosciuto sia lo sviluppo economico dell’area leccese sia quello culturale della Grecìa Salentina. Riemergono così tracce dimenticate di un passato rurale nel quale il lavoro dei campi era accompagnato dalle voci dei cantori, ma anche ballate d’amore e sofferti canti di carcere. L’approccio del musicista salentino punta ad interpretazioni minimali, che uniscono ricerca, sperimentazione ma soprattutto grande rispetto per le fonti originali. In questo senso vale la pena sottolineare l’apporto dell’ottimo gruppo di musicisti che accompagnano Paglialunga tra cui ricordiamo Rocco Nigro (fisarmonica), il virtuoso violoncellista albanese Redi Hasa, e la splendida voce di Rachele Andrioli, apprezzata già con Officina Zoè, senza contare la partecipazione di Dario Muci e Claudio Pusterla al tamburello. Le eleganti tessiture sonore date dall’intreccio tra violoncello e fisarmonica si sposano alla perfezione con la voce ruvida ed antica di Paglialunga, il cui cantato brilla per grande versatilità e profondità. Sostanzialmente diviso in due parti, quasi fosse un vecchio vinile, il disco vede la sua prima parte dedicata ai canti d’amore e di lavoro e la seconda riservata a quelli delle carceri e alla pizzica. L’ascolto brani come Cce Beddha Figghia, T’Amai, La Cerva e Rindineddha, regala grandi emozioni con Paglialunga impegnato a duettare spesso con la talentuosa Rachele Andrioli, ma ottime sono anche le interpretazioni dei brani più ruvidi ovvero Quannu Lu Zimba dal repertorio di Pino Zimba, e i canti di carcere Carcerato e Su ‘Rivatu a San Frangiscu. Il vertice del disco è però la conclusiva Pizzica di Tora Marzo, dal repertorio di Salvatora Marzo, la più celebre tamburellista salentina, che Paglialunga rielabora in modo eccellente mettendone a nudo tutta la forza ritmica e la superba tensione melodica originaria. T’Amai è dunque un’atto d’amore verso la propria terra ma anche e soprattutto verso le sue tradizioni musicali, nel quale Giancarlo Paglialunga ha trasposto tutta la sua esperienza e la sua capacità di maneggiare con cura i materiali tradizionali.
Salvatore Esposito
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