Musicista ed autore napoletano, Ugo Gangheri da molti anni lavora al fianco di Giobbe Covatta come collaboratore per le musiche dei suoi spettacoli e dei suoi film. Proprio con la collaborazione del noto attore e comico partenopeo, è nato il progetto Ccà Nun Ce Stanno Liune, disco che raccoglie dodici brani quasi tutti composti dal musicista napoletano, e di cui il ricavato dalle vendite sarà devoluto all’AMREF, associazione medica da anni impegnata in Africa con il progetto Children In Need. Le canzoni di Gangheri si inseriscono nel filone di quello che è il nuovo cantautorato napoletano, che rifuggendo dalle banalità neo-melodiche è tornato alle radici della tradizione popolare della canzone dell’ottocento e dei primi del novecento contaminandola con suoni mediterranei. In particolare i testi dipingono quadretti di vita quotidiana, ovvero tutte quelle situazioni e sensazioni che un uomo può vivere nel proprio ambiente familiare dalla nostalgia per un figlio troppo in fretta all’incapacità a godere dei piccoli piaceri della vita, passando per l’amore per una donna, o ancora per le guerre combattute senza alcun senso. Piace l’approccio sincero e spontaneo con il quale il cantastorie napoletano approccia la scrittura, facendo emergere una dimensione intimistica ma allo stesso tempo corale nella quale la musica diventa un vero e proprio mezzo per esternare i propri sentimenti. Ad aiutare Gangheri in questo disco, oltre al suo gruppo i Nomadia, troviamo una lunga serie di artisti famosi o coinvolti direttamente come Nino Buonocore, Roy Paci, Kevin Russell, o che in qualche modo hanno aiutato questo progetto come Giobbe Covatta, che ha disegnato la copertina, e Ligabue che invece generosamente ha messo a disposizione il suo studio privato per il missaggio. Durante l’ascolto si spazia da brani di impianto folk come L’addore do pane, a ballate tenui e delicate come l’iniziale Chiappariello fino a toccare ora il folk rock con Terrasacra ora ancora la poesia pura come nel caso della bellissima Lune ‘e Marzo. Tra i brani meglio riusciti vanno segnalati Niro, un brano intenso e denso di poesia nella quale si apprezzano a pieno tutte le qualità di Gangheri come autore. Dopo alcuni ascolti si ha la sensazione abbastanza netta che il musicista napoletano sembra trovarsi molto più a suo agio con le sonorità più vicine alla tradizione napoletana, piuttosto che quando si trova misurarsi con ritmi e suoni più moderni, che sembrano per certi versi ingabbiare un po’ la sua poesia facendo perdere di intensità i testi. Ccà nun ce stanno liune è in ultima analisi un disco di ottima fattura del quale va lodata non solo la sincerità artistica ma anche la bellezza di alcune canzoni in esso contenute, che ci fanno scoprire una voce nuova della musica napoletana.
Salvatore Esposito
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