Dopo lo splendido Pau i Treva di qualche anno fa, torna il supergruppo formato da Maurizio Martinotti, Jordi Fàbregas, Toni Torregrossa e Joan Soler I Amigo, con un nuovo progetto discografico, che promette non solo di ripetere i fasti del primo disco insieme ma anche di allargare i loro orizzonti musicali. Ispirati dalla poesia di Joan Soler i Amigo, hanno dato vita a Mar Mur, concept album che ruota intorno al tema dell’immigrazione, che nasce sui palchi della Spagna dove hanno avuto modo di rodare a lungo i nuovi brani, e soprattutto di raccogliere sin da subito corali consensi. A guidare il gruppo è l’italiano Maurizio Martirotti, ben noto per la sua attività con i piemontesi Tëndachent, che oltre a curare gran parte degli arrangiamenti, si fa anche carico della composizione di diversi brani, oltre che impreziosire gli stessi con la sua voce, la ghironda e la mandola tenore. Al suo fianco oltre ai complici spagnoli Jordi Fàbregas (voce, chitarra, dulzaina) e Toni Torregrossa (voce e mandola), troviamo una formazione composta da eccellenti musicisti come Isidro “Tito” Pelaez (tarota e flauto), Jordi Macaya (tarota e violino), Enrico Negro (chitarre e mandola), Paco Pi (basso) e Gigi Biolcati (batteria e percussioni). Nonostante il tema dell’immigrazione sia tra i più praticati nell’ambito della musica etnica, i tredici brani di Mar Mur, lo ripropongono da una visione diversa, e forse insolita, dove a parlare sono le voci e le emozioni della gente, e con essa le loro speranze, i loro sogni e la loro ricerca continua di una terra che li accolga. Il titolo che letteralmente significa il mare un muro, vede la musica abbattere le divisioni, e superare distanze, avvolgendo in un unicum, lingue e dialetti diversi, tra Spagna, Catalogna, Paesi Valenciani, Piemonte e Occitania. Il risultato è così un disco sorprendente che abbraccia l’ascoltatore tra i suoi suoni i suoni mediterranei ricchi di suggestioni, invitandolo a solcare il mare in un viaggio immaginario che unisce popoli e lingue. Onore dunque al merito di Maurizio Martirotti per aver saputo dare un seguito a Pau i Treva, lavorando su un sound originale dove l’intreccio tra gli strumenti a corda e quelli a fiato, cesellando ogni nota. Elegante e coninvolgente è anche l’ottima parte ritmica curata dall’italiano Gigi Biolcati, che conferma di essere un percussionista di altissimo livello, e suggella con la sua partecipazione un disco di qualità eccelsa.
Salvatore Esposito
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