Sinenomine – Spartenza (Incipit Records)

Nato per iniziativa del chitarrista e compositore Alessandro Girotto, il progetto musicale Sinenomine, ha trovato due ulteriori punti di riferimento nella talentuosa cantante ed interprete Ilaria Patassini in arte Pilar e nel percussionista Fulvio Maras. Dal punto di vista prettamente stilistico, loro stessi hanno autodefinito il loro sound come “etnia immaginaria”, ovvero un percorso di ricerca sulle radici musicali tradizionali attraverso i suoni e le vocalità del Sud Italia, partendo dai canti dei carrettieri siciliani fino alla Puglia di Matteo Salvatore, passando attraverso le villanelle del 1500. Testimonianza fedele del loro articolato percorso musicale è Spartenza, disco inciso nel 2003 ma pubblicato solo nel 2009, che raccoglie tredici brani tra originali e tradizionali che l’ensamble romano ha riletto attraverso il filtro dell’improvvisazione jazz e la contaminazione sonora. A reggere il peso creativo è Alessandro Girotto, a cui va il merito di aver trovato il giusto equilibrio tra la matrice tradizionale e la sperimentazione, ma allo stesso modo il resto del gruppo contribuisce in modo determinante alla riuscita di ogni singolo brano con la voce di Pilar a dare anima ai vari brani e le percussioni di Maras a costruirne la struttura ritmica. Di ottimo livello sono anche gli altri musicisti che completano il gruppo ovvero Luca Casadei alla fisarmonica, Marco Ceccato al violoncello e alla viola da gamba e da Stefano Cesare al contrabbasso. Piace la scelta di utilizzare per lo più strumentazione acustica ma anche l’approccio alle parti solistiche proprio del jazz, con gli strumenti che dialogano tra loro in un interplay coinvolgente dal quale emergono le varie sfumature etniche del loro sound. L’ascolto rivela sin da subito come nel titolo del disco sia racchiuso lo spirito di questo lavoro, il termine siciliano Spartenza indica, infatti, il distaco doloroso da qualcosa o qualcuno, celando in se quella nostalgia che emerge da brani come la title track o Vulumbrella, entrambe orchestrate in modo elegante e raffinato. Nel disco trovano così posto atmosfere tenui e malinconiche come nel caso di Perduto o Rua De Saudade, che rimandano al cantautorato brasiliano, o ancora poetici chiaroscuri come nel caso di Lusitania dove emerge l’influenza del fado. Durante l’ascolto si spazia da sonorità più solari come nel caso di Solaria, alla new age di Camminante fino a toccare la splendida Tango De Esperanza, nel quale emerge a pieno tutto il lavoro corale dei Sinenomine. Non manca qualche bella sorpresa come nel caso della struggente versione di A Lu Bene Mie di Matteo Salvatore o ancora nella ripresa della villanella del Canto delle Lavandaie del Vomero, interpretato magistralmente da Pilar. I Sinenomine sono una realtà importante per la musica etnica italiana, per la loro capacità di creare acquerelli sonori di grande eleganza, attraverso i quali viaggiare nel tempo e nello spazio sulle ali della musica.

Salvatore Esposito

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